“La Guarimba”: fino al 12 agosto il festival cinema, proiezioni, laboratori e mostre ad Amantea
“Riportare il cinema alla gente e la gente al cinema”: ecco come si svolge la nona edizione ad Amantea, in Calabria, de “La Guarimba”, una parola che in venezuelano significa “posto sicuro”.
Definire La Guarimba International Film Festival un festival di cortometraggi è decisamente riduttivo. Fin dagli esordi, da quando cioè, alla fine del 2012, Giulio Vita e Sara Fratini si trasferirono in Calabria, ad Amantea per impostare la loro personale “risposta alla superficialità e allo scarso impatto sociale dei festival di cinema”, è stato subito chiaro non si trattava della solita manifestazione estiva, utile ad intrattenere i vacanzieri. Sarà perché alle proiezioni sono seguite iniziative che hanno lasciato traccia sul territorio – dall’Archivio Vitaliano Camarca all’Alfabeto emotivo del dialetto calabrese, dal Cinemambulante al Cambur Project, dalla biblioteca Guarimba per i rifugiati alle storie di La mia Mantia – o sarà perché l’intraprendenza e la caparbietà dei giovani ideatori hanno conquistato gli abitanti della cittadina del Tirreno cosentino. La nona edizione di La Guarimba è quindi partita il 7 agosto 2021 e proseguirà fino al 12, con i suoi 172 corti provenienti da 56 paesi e con l’Alto Patrocinio del Parlamento europeo, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Medaglia di Rappresentanza consegnata dal presidente Mattarella. Una manifestazione di respiro internazionale inaspettata in un piccolo centro urbano. Il motivo è presto detto: Giulio, direttore artistico del festival, è nato in Italia ma cresciuto in Venezuela; Sara è un’illustratrice e muralista venezuelana. Si sono conosciuti a Madrid, dove entrambi studiavano. Questo la dice lunga sull’apertura internazionale che caratterizza il loro progetto, “una scommessa vinta di fronte al pessimismo, all’economia globale e alla credenza che al Sud non si può fare niente”.
IL FESTIVAL DELLA GUARIMBA
“Guarimba” per gli indios venezuelani significa “posto sicuro”. L’obiettivo principale del festival è “riportare il cinema alla gente e la gente al cinema”. Giulio e Sara ci sono riusciti facendo della manifestazione uno spazio multiculturale dove vige la partecipazione attiva in nome del rispetto reciproco. Un’esperienza di comunità, condivisione e scambio alimentata dalla passione, dalla tenacia e dall’impegno sociale e politico dei fondatori e dei loro collaboratori. Per i guarimberos la cultura è uno strumento di integrazione e il cinema un atto sociale in un mondo sempre più individualista, per dimostrare che l’unione di culture diverse è una ricchezza da ricercare.
GUARIMBA: NUOVI SPAZI PER L’EDIZIONE 2021
Quest’anno La Guarimba cambia casa: il parco La Grotta che ha ospitato le proiezioni per 7 anni è stato dichiarato inagibile a causa di una grossa frana che ha interessato il centro urbano. Un’ulteriore difficoltà dopo un anno disastroso fra pandemia, commissariamento comunale e nessun sostegno economico da parte della Regione Calabria, che non ha pubblicato bandi dedicati agli eventi culturali. Tuttavia, grazie ad un misto di “testardaggine calabrese” e “speranza di cambiamento venezuelana”, la squadra de La Guarimba ha avviato un progetto di riqualificazione urbana che investe il parcheggio di via Elisabetta Noto, al numero 52, nel cuore della città, che fino a poco tempo prima versava in stato di degrado e abbandono. Il parcheggio è stato rimesso a nuovo, per ospitare non solo il festival ma una grande opera murale che si compone dei lavori di tre illustratori internazionali, che sono la co-fondatrice de La Guarimba con base in Spagna Sara Fratini, l’illustratore e fumettista spagnolo Mikel Murillo, autore dell’immagine del festival, e Cesáh (nome d’arte di Paulo Albuquerque), artista brasiliano di base a Lisbona, ospite della residenza artistica Artists in residency.
LA SCIMMIA COME VISUAL IDENTITY DI GUARIMBA
Che La Guarimba non è solo un festival di cortometraggi l’abbiamo già detto. Che si presenta con un’immagine accattivante lo diciamo ora. A cominciare dal logo, in cui compare una simpatica scimmietta, animale presente in Venezuela, che diventa anche il soggetto di ogni elaborazione artistica legata agli eventi della kermesse. Così, la nuova edizione del festival si apre con l’immagine (disegnata da Murillo) in cui la scimmia guarimbera è interprete del vissuto di un anno fa, durante il lockdown, quando gli animali si riappropriarono delle città deserte. Un manifesto che, oltre a rimandare al tema della sostenibilità ambientale, sposato dai fondatori sin dagli inizi, invita a considerare la pandemia come occasione di cambiamento per riflettere sulla crisi ambientale e sociale, sui significati di umanità e libertà, dei popoli e dell’individuo. A coronare il progetto c’è anche Artist for La Guarimba, mostra d’illustrazione con quindici artisti internazionali curata da Sara Fratini, online durante l’anno e offline nei giorni del festival.
-Franca Ferrami
https://www.laguarimba.com/it/
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