Venezia78. Illusioni perdute, dal libro di Balzac al grande schermo
Da Balzac a oggi, sempre attuale la riflessione sull’arte e sulla mercificazione che le ruota attorno. Intervista al cast di Illusioni Perdute, film in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Xavier Giannoli presenta in Concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia un film in costume tratto e ispirato all’omonimo Illusioni perdute di Balzac. Un film che riflette sul nostro tempo, seppur ambientato oltre un secolo fa. Una storia che solleva, o meglio risolleva, un’importante questione sull’arte, sul giornalismo, sulla mercificazione della bellezza. Il regista si prende qualche libertà rispetto al testo originale e realizza un gran bel racconto cinematografico, con un cast straordinario di cui fanno parte anche Cécile de France e Xavier Dolan. È la storia di Lucien, un giovane poeta sconosciuto nella Francia del XIX secolo che nutre grandi speranze ed è deciso a forgiare il proprio destino. Abbandonata la tipografia di famiglia nella città natia, decide di tentare la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua mecenate. Lasciato presto a cavarsela da solo in questa meravigliosa città, il giovane scoprirà le macchinazioni in atto in un mondo che ubbidisce alla legge del profitto e della simulazione. Illusioni perdute è una commedia umana dove tutto può essere comprato o venduto, dall’amore all’anima, dal successo letterario alla stampa, dalla politica alla reputazione.
“Inchiostro, carta e amore per la bellezza”. Inizia con queste parole il suo film tratto da Illusioni perdute di Balzac. Come mai la scelta è ricaduta su questa storia?
Xavier Giannelli: Ho letto il romanzo di Balzac quando avevo l’età del protagonista, quindi una ventina d’anni. Parla del destino di un ragazzo – oppure, se vogliamo, di una ragazza – che deve trovare il proprio posto nella vita e in ambito lavorativo, deve contemporaneamente salvare la propria integrità e cercare di vedere se può mantenere un compromesso tra le due cose. Diciamo che è una sorta di verità umana che non ha tempo, ecco perché quindi la scelta di questo adattamento. E poi c’è questa altra dimensione straordinaria, un po’ strana, anche polemica, in quanto Balzac ha vissuto la nascita del mondo moderno ed è il mondo in cui noi viviamo oggi. Illusioni Perdute è proprio la matrice di questo mondo moderno.
Interpreti il protagonista della storia. Un giovane che vuole fare il poeta e che diventa giornalista, scendendo a compromessi. Quali sono le sue più grandi debolezze?
Benjamin Voisin: Il suo più grande punto debole è anche la sua più grande forza, la sua ingenuinità, pensando che diventando giornalista, entrando in questo mondo avrebbe potuto diventare un grande poeta, cosa che in realtà non è stata, circondato poi da persone marce, se vogliamo. Questo mondo è votato alla logica del profitto e il personaggio fa nel corso della sua vita delle scelte contraddittorie. Ovviamente, se avesse letto il romanzo di Balzac avrebbe saputo che le cose non stavano proprio così.
Quanto è attuale l’analisi sociologica ma anche dello stato dell’arte del giornalismo e della mercificazione che propone Balzac e che vediamo in questo film?
Vincent Lacoste: L’argomento è quello della nascita del capitalismo, di come tutto possa essere deciso in base al denaro, del fatto che si possono abbandonare o dimenticare le proprie ambizioni per scegliere il denaro facile. Sono tutti elementi presenti nel romanzo e nel film, attuali anche oggi. Come la corsa alle informazioni, la predominanza della pubblicità, un mondo retto dal denaro in cui gli aspetti artistici sono molto trascurati e abbandonati.
Cécile de France: Sono sicuramente molti i temi che ha presentato Balzac per dipingerci l’epoca del momento e che Giannoli riprende con una maggiore empatia verso le persone. Come ha detto Vincent, è la nascita del capitalismo che ha creato il calcolo, l’invidia, la cattiveria, questo sistema piramidale che conosciamo ancora oggi in cui la pubblicità regna sovrana, è il mondo delle apparenze, e poi è buffo dirlo qui dove veniamo a metterci in mostra, a domandarci quali sono le personalità più di moda, a presentare i film. Un aspetto che mi sta molto a cuore è la celebrazione della natura che troviamo nel film. Secondo me effettivamente Giannoli sfrutta molti temi che fanno un po’ l’occhiolino a tanti elementi ancora estremamente attuali.
Vizi e virtù dei vostri personaggi? Chi di loro è vittima del sistema?
Vincent Lacoste: possiamo dire che è un Lucien con delle ambizioni ben inferiori. Anche lui è arrivato a Parigi con delle ambizioni, però poi è stato fagocitato da un ambiente in cui predomina il cinismo e lui è uscito praticamente distrutto da questa esperienza. E un perdente è uno che non si fa più illusioni.
Cécile de France: Per quanto riguarda il personaggio di Louise, Balzac la rappresenta in modo diverso, come un personaggio cattivo, un personaggio senza anima. Giannoli ama di più i suoi personaggi, gli stanno più a cuore, lo fa anche per lo spettatore, affinché possa immedesimarsi di più. La Louise che presenta il film è un personaggio che finiamo per scusare malgrado si comporti malissimo, che fa arrivare Lucien fino a Parigi per poi abbandonarlo. Noi non ce l’abbiamo con lei perché in realtà è una vittima, è rimasta schiacciata da questo meccanismo delle classi sociali in voga all’epoca. È un personaggio che non ha alcun potere di essere libera. È una vittima.
-Margherita Bordino
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