“Sabato, domenica e lunedì” e “Non ti pago”. La commedia napoletana va in onda su Rai 1

Dal teatro partenopeo al piccolo schermo: le opere del grande commediografo Eduardo De Filippo saranno al centro di due appuntamenti su Rai 1 con Sergio Castellitto e Edoardo De Angelis

La coppia Castellitto – De Angelis, dopo il successo televisivo di Natale in casa Cupiello, torna con altri due adattamenti filmici delle opere teatrali del commediografo Eduardo De Filippo: Sabato, domenica e lunedì e Non ti pago, presentati in anteprima al Torino Film Festival. Facenti parte della Collection De Filippo, un progetto di Picomedia e Rai Fiction volto a rispolverare e attualizzare i capolavori del maestro napoletano, i due film pongono al centro un tema caldo, ieri come oggi: la crisi della famiglia tradizionale e la sua ricomposizione in chiave più moderna. C’è infatti, in entrambi i film come nelle opere originarie, il desiderio di affermare la resilienza (parola abusata, ma appropriata in questo caso) della famiglia, di fronte alla destituzione di importanza e centralità del ruolo del padre. Le nevrosi che mette in scena Castellitto, da un lato la gelosia, dall’altra la passione sfrenata per il gioco e la possibilità di arricchirsi facilmente, sono lo specchio di una trasformazione della figura maschile, della sua autorità, serietà e razionalità. Da antagoniste giocano le donne che, tutt’altro che sottomesse, manifestano una duplice forza: da un lato la capacità di affermarsi, seppure in un ruolo tradizionale e domestico, dall’altro la volontà di resistere ad ogni deragliamento, spingendo la famiglia a ricomporsi sotto una nuova luce ed equilibrio, dove trionfa anche la posizione “ancillare” ma saggia dei figli, soprattutto in Sabato, domenica e lunedì.

Sabato domenica e lunedì

Sabato domenica e lunedì

SABATO, DOMENICA E LUNEDÌ: TRADIMENTO REALE O IMMAGINATO?

Quest’ultimo è senza dubbio un dramma familiare, che negli eccessi assume i toni della commedia dalle tinte forti, come l’arredamento in stile anni cinquanta dell’appartamento dove vivono i Priore, culminando in quell’esternazione colorita e sovraeccitata “tresca schifosa”, che rende immediatamente l’idea della distorsione operata dalla mente di Peppino della relazione tra la moglie Rosa e il vicino Luigi Ianniello. De Angelis manifesta una grande sensibilità, restituendoci un’idea quasi di teatro filmato, ma soprattutto nel far crescere e scemare la tensione, volgendo verso la riconciliazione, in quello scambio intimo, che avviene sul finale tra Peppino e Rosa, dove scopriamo che la miccia che ha innescato l’allontanamento di Rosa non è stato affatto l’innamoramento per un altro uomo bensì il “tradimento culinario” del marito. L’amore trionfa sul e nonostante il tempo, anche se le attenzioni cambiano o vengono meno. Senza dubbio un messaggio a cui non siamo più abituati sul grande schermo, dove la predilezione per la psicologia e l’analisi delle spinte centrifughe degli individualismi, delle solitudini e delle inettitudini, sono diventate il pasto preferito per un pubblico, soprattutto dei Festival, che ama rispecchiarsi maggiormente nei propri fallimenti reali o anche solo immaginati.

Sabato domenica e lunedì

Sabato domenica e lunedì

NON TI PAGO: ARRICCHIRSI COL LAVORO O COL GIOCO?

Come si è detto al centro della riflessione di De Filippo, raccolta da De Angelis, c’è la crisi della famiglia tradizionale e del patriarcato, ma anche l’ascesa della borghesia, raccontata nella trilogia dal dopoguerra al boom economico. Se in Sabato, domenica e lunedì l’attenzione si posava sull’opulenza, restituita da una messa in scena sgargiante e controllata alla Wes Anderson, e sulla ritualità del giorno di festa, in Non ti pago è il sogno di ricchezza della piccola borghesia, stritolata tra il proletariato e il miraggio di una “nuova aristocrazia”, a riscaldare le tinte degli interni fino a renderle fosche. Protagonista è ancora una volta Castellitto, nei panni di Ferdinando Quagliuolo, che ha ereditato dal padre Saverio un banco lotto. L’oggetto conteso tra realtà, sogno e arte divinatoria delle nuvole è un biglietto vincente, che appartiene al suo fortunato impiegato Mario Bertolini, fidanzato segretamente con la figlia Stella. Il motivo della vincita sono i numeri pronunciati in sogno dal padre Saverio che, nella mente di Quagliuolo, li avrebbe dettati alla persona sbagliata, poiché nella casa in cui è apparso non abitava più il “Picceri” Ferdinando bensì Bertolini. De Angelis in questo modo chiude un cerchio: far rivivere dei classici sul grande e piccolo schermo, renderli attuali grazie ad un meticoloso impegno registico che li sottrae all’estetica televisiva, raccontare di quel periodo di transizione in cui sono ancora le donne a tenere insieme i pezzi di un’istituzione borghese (la famiglia), messa a dura prova dalle pulsioni e dall’irrazionalismo.

-Carlotta Petracci

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Carlotta Petracci

Carlotta Petracci

Sempre in bilico tra arte e comunicazione, fonda nel 2007 White, un'agenzia dal taglio editoriale, focalizzata sulla produzione di contenuti verbo-visivi, realizzando negli anni diversi progetti: dai magazine ai documentari. Parallelamente all'attività professionale svolge un lavoro di ricerca sull'immagine prestando…

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