La fiera delle illusioni. Il film più maturo e realistico di Guillermo Del Toro al cinema
Dal romanzo noir Nightmare Alley un film che riflette sulla condizione umana e sulla società di massa. Una storia che ha la dimensione dell’incubo e forma dell’illusione, con un protagonista destinato a fallire miseramente.
Un imbroglione che viene divorato dalla sua incontrollabile ambizione. Dal 27 gennaio al cinema c’è il nuovo film di Guillermo Del Toro, La fiera delle illusioni, basato su Nightmare Alley, fatalistico romanzo di William Lindsay Gresham pubblicato nel 1946 (in Italia edito da Sellerio). L’interesse primario di Del Toro, con questo nuovo lavoro, è quello di esplorare e indagare i confini fra l’illusione e la realtà, fra la disperazione e il controllo, fra il successo e la tragedia. Se con La forma dell’acqua il regista si è immerso in un immaginario mitologico facendo incontrare una donna con una straordinaria creatura marina, con La fiera delle illusioni si è catapultato nel mondo cinematografico del noir attraverso il regno di terrore e meraviglie proprio del Luna Park. “Il luna park è una società incredibilmente unita ed ermetica. È un luogo in cui tutti mantengono i propri segreti: molte delle persone che fanno parte di questa comunità fuggono dal mondo del crimine o da un passato che sono stati costretti a lasciarsi alle spalle. Eppure, formano una società molto forte”, scrive Del Toro. “È un po’ come un microcosmo del mondo. Tutti si ingannano a vicenda. Ma allo stesso tempo, sanno di avere bisogno l’uno dell’altro e si proteggono a vicenda”.
LA FIERA DELLE ILLUSIONI: PARLA DEL TORO
La trama ufficiale del film: quando si avvicina alla chiaroveggente Zeena (Toni Collette) e a suo marito Pete (David Strathairn), ex mentalista, in un luna park itinerante, il carismatico ma sventurato Stanton Carlisle (Bradley Cooper) vede spianata la strada per il successo, utilizzando le nuove abilità che ha imparato per truffare l’alta società newyorkese degli anni Quaranta. Con la virtuosa Molly (Rooney Mara) lealmente al suo fianco, Stanton pianifica di imbrogliare un pericoloso magnate (Richard Jenkins) con l’aiuto di una misteriosa psichiatra (Cate Blanchett), che forse potrebbe essere la sua avversaria più temibile. “Ero molto interessato a raccontare una storia sul destino e l’umanità. Stanton Carlisle è un uomo a cui vengono dati tutti gli elementi per cambiare la sua vita. Ha delle persone che credono in lui, che lo amano e che si fidano di lui. Tuttavia, la sua determinazione e la sua arroganza sono talmente forti da allontanarlo da tutto ciò”, si legge, nelle note di produzione, a firma Guillermo Del Toro. Il film, sicuramente il suo lavoro più maturo, è un inquietante ritratto della condizione umana e della società di massa. Lo specchio metaforico dell’uomo che ottiene tutto ciò che vuole, anche con fatica, e che con estrema facilità perde tutto e anche di più. La fiera delle illusioni è anche il suo film più realistico. È scioccante, vivido e implacabile come tutto nella storia è perfetta trasposizione degli incubi e delle vulnerabilità degli uomini.
L’ADATTAMENTO CINEMATOGRAFICO
Per La fiera delle illusioni il regista si è avvalso in sceneggiatura dell’aiuto di Kim Morgan, una critica cinematografica e giornalista con una passione per la storia del cinema, con cui condivideva una passione per Nightmare Alley, ovvero di uno dei migliori esempi della letteratura noir della prima metà del secolo scorso. Studiando insieme la vita dell’autore si sono resi conto che da bambino, Gresham era rimasto affascinato dai fenomeni da baraccone di Coney Island e quella fascinazione lo accompagnò per tutta la vita. E il romanzo si apre proprio con un lungo excursus su questo mondo magico ma governato dalle illusioni più pericolose. Nel loro adattamento Del Toro e Morgan hanno dato maggiore spazio ai tre ruoli femminili allontanandosi dall’immagine di semplici femme fatale ma dipingendo profili femminili molto forti. Zeena è colei che spalanca a Stanton il modo migliore di lavorare in America e vive con lui una passionale relazione fisica; Molly è ingenua e affascinante e abbandona tutto per il suo amore; la dottoressa Lillith Ritter, sopravvissuta ad abusi fisici e psicologici, è manipolatrice e giustiziera. Ognuna di queste donne aiuta Stanton a perfezionare le sue abilità fornendogli sempre punti di domanda ma lasciandolo libero di seguire il suo destino e il suo percorso.
–Margherita Bordino
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