I dimenticati dell’arte. Gian Luigi Polidoro, il regista che sfidò Fellini
Meno conosciuto di molti altri suoi colleghi, il regista Gian Luigi Polidoro ha lavorato con alcuni mostri sacri del cinema – da Ugo Tognazzi ad Alberto Sordi –, arrivando addirittura a competere con Federico Fellini. Senza tuttavia avere la meglio
Tra i registi italiani del secondo Novecento Gian Luigi Polidoro (Bassano del Grappa, 1928 ‒ Vicenza, 2000) è una figura particolare. Nel 1948 si diploma in regia al Centro sperimentale di cinematografia e comincia a lavorare come assistente di Francesco Pasinetti. Negli Anni Cinquanta gira una serie di documentari per l’Astra Cinematografica ‒ con mezzi tecnologici molto avanzati, come la pellicola Ferraniacolor, e una grande attenzione al suono, con colonne sonore a 4 piste magnetiche ‒, oggi conservati alla Cineteca di Bologna.
I FILM DI GIAN LUIGI POLIDORO
Opere girate in Sardegna come Corsa della rocca e Terra di pastori, oppure nella laguna veneziana colta nei dettagli in Gente della laguna e Isole e barene, fino a Spada di Orlando, che vede protagonisti i pupi siciliani e il loro teatro, dimostrano un occhio e una maestria notevole, da regista maturo. Come sottolineato da Andrea Meneghelli, Polidoro “è capace di sensibilità pittorica raffinata, avvezzo ai grandi spazi del western, asciutto nel racconto, acuto nella scelta dei dettagli, arioso stratega dei movimenti di macchina”. Non è un caso che nel 1959 il suo cortometraggio Ouverture ottenga una candidatura all’Oscar per il miglior documentario. L’anno seguente gira la commedia Le svedesi (1960), seguita da Hong Kong un addio (1962) e Il diavolo (1963): quest’ultimo, sceneggiato da Rodolfo Sonego con Alberto Sordi come protagonista, vince l’Orso d’oro a Berlino e Sordi viene premiato con il Golden Globe, considerato il massimo successo del regista. Sempre nel filone della commedia all’ italiana, concepita spesso in chiave grottesca, gira Una moglie americana (1965), mentre nello stesso anno si cimenta nel thriller con Sadik, uno dei tre episodi del film Thrilling, firmato da Polidoro insieme a Carlo Lizzani ed Ettore Scola.
LA SFIDA CON FELLINI
Nel 1968 realizza Una moglie giapponese, mentre l’anno seguente si cimenta con il film Satyricon, realizzato a tempo di record per sfidare Fellini Satyricon, la pellicola dedicata alla Roma imperiale descritta da Petronio e girata da Federico Fellini. Sceneggiato da Sonego e interpretato da attori come Ugo Tognazzi, Don Backy e Franco Fabrizi, il film esce un mese prima del suo concorrente ma ha una fortuna molto diversa: dopo una bruciante polemica sulla stampa tra Fellini e il produttore del Satyricon Alfredo Bini, la pellicola viene sequestrata dopo soli quattro giorni dall’uscita, con l’accusa di aver utilizzato attori minorenni. Infuria la polemica e il mondo del cinema scende in campo per difendere Polidoro, che riceve una lettera del collega Michelangelo Antonioni dove quest’ultimo afferma: “La pornografia mi annoia, al tuo film mi sono divertito”. A mezzo secolo di distanza Armando Rotondi ha scritto nel 2008: “Il ‘Satyricon’ rappresenta un film che vale la pena di riscoprire e a cui dare una seconda possibilità a circa quarant’anni dalla sua realizzazione”. Dopo l’incursione nella Roma imperiale il regista realizza nel 1974 Permette signora che ami vostra figlia?, dedicato alla relazione sentimentale tra Mussolini e Claretta Petacci, interpretato da Ugo Tognazzi. Il film viene definito da Paolo Mereghetti come un’opera “pasticciata (…) con alcuni spunti divertenti nella loro assurdità, grazie alle doti di Tognazzi”. La qualità dei suoi documentari e l’intuizione legata a un film come Il Diavolo, inteso come uno spaccato dell’Italia di quel periodo, rendono Polidoro un personaggio da rivalutare, attraverso punti di vista di carattere socio-antropologico. In seguito Polidoro si trasferisce a New York, dove gira commedie divertenti con budget ridotti come Rentcontrol (1984) e Hitler’s Strawberries (1998). Gian Luigi Polidoro è morto a causa di un incidente automobilistico nel 2000.
‒ Ludovico Pratesi
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