Cannes 75. Da Miller a Pack Chan-wook, film audaci, vivaci, diversi
I film del Festival di Cannes, e in particolari quelli a firma di registi noti, sono una vera sorpresa. Non si tratta di definire in questo caso quale è il migliore, ma di gustarne la voglia di fare qualcosa di fedele al proprio stile però diverso. Tra tutti, gli applausi vanno a Pack Chan-Wook.
A fine festival possiamo dirlo, la 75esima edizione di Cannes è stata sicuramente interessante e stimolante, ha mostrato e presentato storie sociali, fortemente culturali e identitarie, ma ha anche scelto di vestirsi di pop con eventi come Top Gun: Maverick, sequel del cult con Tom Cruise, e Elvis, il ritratto di una icona del 900 musicale a firma di Baz Luhrmann. Con questa edizione, il Festival di Cannes è tornato nel pieno del suo movimento, e anche il Marchè du Film ha registrato molti ingressi e accreditati come avveniva in pre-pandemia, in particolare le vendite italiane sembrano avere riscosso molto successo. E mentre attendiamo di sapere se Mario Martone con il suo Nostalgia è nel palmares del festival, facciamo il punto su alcuni film della seconda settimana.
-Margherita Bordino
TRIANGLE OF SADNESS
https://www.youtube.com/watch?v=hOUBXcTz66w
Nel 2017 ha vinto la Palma d’Oro con The Square e a distanza di pochi anni conquista la stampa internazionale con Triangle of Sadness. Con questo film Ruben Östlund usa la satira per raccontare il mondo della moda e l’estrema necessità di apparire propria del nostro tempo. Carl e Yaya si sono ben meritati la vacanza. Dopo la Fashion Week, una coppia di noti modelli si imbarca su uno yacht per una crociera di lusso. Il personale è attento, l’ambientazione sontuosa, potranno godersi il relax e riempire i loro social di foto fantastiche, ma un giorno una brutta tempesta arriverà a minacciare questi giorni di pace. Il titolo stesso del film fa riferimento al mondo dell’estetica, tant’è che Östlund dichiara di aver trovato ispirazione in una ruga sulla fronte. “In svedese la chiamiamo la ruga della preoccupazione, ed è il segno che abbiamo affrontato molte prove nella nostra vita. L’ho trovato indicativo dell’ossessione dei nostri tempi per l’apparenza e del fatto che il benessere interiore è, in un certo senso, divenuto secondario”. Triangle of Sadness è quindi una satira sociale e c’è chi potrebbe anche arrabbiarsi!
LES AMANDIERS
Alla scorsa edizione del Festival di Cannes abbiamo ammirato Valeria Bruni Tedeschi, interprete in La Fracture di Catherine Corsini. A pochi mesi di distanza la troviamo in veste di regista, con il suo quinto lungometraggio e in Concorso. Les Amandiers è un film maturo, da vera grande autrice, si tratta di un omaggio agli anni ’80 e alla nota scuola di teatro diretta da Patrice Chéreau alle porte di Parigi, a Nanterre. Un viaggio appassionato, travolgente, frenetico e libero tra giovani con sogni e problemi. Sono gli anni degli eccessi, delle droghe, della diffusione dell’AIDS. In questo viaggio si inserisce un gruppo di giovani candidati all’esame di ammissione alla compagnia di Chéreau, un artista di quelli dal polso duro e poco accomodanti. Il film di Bruni Tedeschi, girato in pellicola, mostra una regista che sa quello che vuole, vivace, vitale. È vero che ancora una volta propone una storia personale ma è anche un omaggio al mestiere che ha scelto. Un racconto di gioventù, di formazione di attori del domani e senza nostalgia. Un racconto in cui si riflette sull’essere attore e sulla vita reale. Sono due componenti, due anime, che si possono dividere?
DECISION TO LEAVE
Incoronato con il Grand Prix nel 2004 per Old Boye il Premio della Giuria nel 2009 per Thirst, This is my blood, Park Chan-wook torna in Concorso al Festival di Cannes dopo sei anni da Mademoiselle. Presenta il tanto atteso Heojil Kyolshim (Decision to Leave), un film che è perfetto mix tra thriller drammatico e romance. Di base il film esplora la complessa relazione tra un ispettore di polizia e il suo principale sospettato, ma è qualcosa di molto più complesso. D’altronde ci troviamo davanti al maestro coreano del cinema di tensione! “Invece di raccontare la storia di una perdita da un punto di vista tragico, ho scelto l’angolo della finezza, dell’umorismo e dell’eleganza, per parlare agli adulti”, dice Park Chan-wook. Un film audace, in cui la psicologia è al centro della storia. Lo spettatore, senza rendersene conto, entra lentamente e profondamente nel racconto e nel suo contrasto tra mare e montagna. Un film di cui colpiscono la sapienza della struttura, la scelta del montaggio e il tono del tutto inatteso e inaspettato. Sicuramente uno dei migliori film in Concorso a Cannes 75.
SHOWING UP
Prima dell’inaugurazione della sua mostra, la vita quotidiana di un artista e il suo rapporto con gli altri. Il caos della sua vita diventerà la sua fonte di ispirazione. Semplice, lineare, tra i racconti più suggestivi di questo festival arrivato in punta di piedi e senza troppo clamore. Con Showing Up la regista americana americana Kelly Reichardt fa un divertente tuffo nel mondo degli artisti, con protagonista un’attrice che lavora spesso con lei, Michelle Williams. Questo è il nono per Kelly Reichardt e qui racconta la vita quotidiana di Lizzie, una scultrice dalla vita personale caotica che si prepara all’inaugurazione di una mostra che dovrebbe cambiare il corso della sua carriera. Lo spettatore assiste a tutte le piccole lotte quotidiane che deve affrontare un artista moderno, in un film che dipinge in modo ironico e aspro il mondo dell’arte. La regista ha raccontato che per preparare visivamente Showing up ha visitato in particolare gli studi di alcuni scultori per riprodurre al meglio i loro gesti sullo schermo.
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