The Gray Man. Il nuovo film dei fratelli Russo è il titolo estivo di Netflix
Basata su un thriller bestseller, la storia che Anthony e Joe Russo portano sul grande schermo vive di scene velocissime e di azione. È guerra tra spie, tra manichini in mano ai poteri forti. Un film di genere che sul piccolo schermo potrebbe però annoiare
The Gray Man dei fratelli Anthony e Joe Russo è un’ode alle grandi sequenze d’azione. Il film, disponibile in cinema selezionati e su Netflix dal 22 luglio, è basato sul bestseller The Gray Man di Mark Greaney, edito in Italia da Newton Compton Editori. Dopo il multiverso dei supereroi Marvel, Anthony & Joe Russo si lanciano in una nuova sfida adrenalinica attesa da milioni di fan da qualche tempo. I protagonisti sono Ryan Gosling, Chris Evans e Ana de Armas, ma questo non basta. The Gray Man è un film che corre veloce, che sul grande schermo ha l’effetto popcorn, rischia però sullo schermo di un pc o di un televisore di non farsi seguire. Come recita la sinossi ufficiale: il Gray Man è l’agente della CIA Court Gentry (Ryan Gosling), detto anche Sierra Six. Prelevato da un penitenziario federale e assoldato dall’ex supervisore Donald Fitzroy (Billy Bob Thornton), Gentry era un tempo un sicario a pagamento esperto e approvato dall’agenzia. Adesso però le cose sono cambiate e Sierra diventa l’obiettivo di una caccia internazionale lanciata da Lloyd Hansen (Chris Evans), un ex collega della CIA che farà l’impossibile per eliminarlo. Per sua fortuna l’agente Dani Miranda (Ana de Armas) è dalla sua parte.
TH GRAY MAN. DAI THRILLER ANNI ’70 ALL’IMMANCABILE UMORISMO
The Gray Man è un thriller, una caccia all’uomo, un racconto fatto di spie e segreti. È un film di genere che i fratelli Russo da tempo cercavano. Per questo film si sono lasciati ispirare dalle pellicole degli anni ’70. “Nostro padre li guardava con passione e ce li proponeva spesso, così abbiamo stabilito un legame emotivo con il genere”, racconta Joe Russo. “Siamo sempre in cerca di quell’entusiasmo incessante che abbiamo provato dopo aver visto Il braccio violento della legge per la prima volta. Ci hanno colpito l’energia, l’ossessione e un ritmo serrato che ti fa stare col fiato sospeso mentre la storia scorre sullo schermo. The Gray Man presenta molte di queste qualità e spingerà il pubblico a cercare di stare al passo. Il film procede a un ritmo incredibile, è intenso e offre varie sfaccettature. L’azione si svolge molto rapidamente”. E l’azione velocissima è ciò che colpisce prima di ogni altra cosa. Un’azione dettata da proiettili, corse e codici etici mandati in frantumi. Accanto però alla notevole violenza, il copione gode di qualche nota di umorismo. “Quando lavoravamo principalmente con le commedie, eravamo conosciuti per l’attenzione posta nei personaggi e nelle emozioni, quindi cerchiamo di equilibrare azione e dramma in modo simile, trovando momenti di comicità”, dice Anthony Russo. “Quando andiamo al cinema, vogliamo provare ogni tipo di emozione e cerchiamo di ricostruire la stessa gamma utilizzando diversi strumenti”.
THE GRAY MAN. COME È STATA COSTRUITA LA SEQUENZA D’AZIONE SUL TRAM?
The Gray Man conduce lo spettatore in un vortice velocissimo, in un giro del mondo che va da Bangkok a Praga e qui si svolge una delle maggiori sequenze d’azione. Una di quelle sequenze che tengono incollati alla poltroncina rossa e che al tempo stesso fanno pensare: “eh si, i fratelli Russo si sono divertititi da matti a girare queste scene”. Si tratta di un lavoro però per nulla semplice. Pochi minuti intensi che mostrano che tipo si esperimenti cinematografici questi registi vogliono fare. “Il lavoro è stato duro e il percorso è stato lungo. Parte tutto da una grande idea del libro in cui il Gray Man è intrappolato in una piazza, immobilizzato e preso in custodia dalla polizia mentre gli assassini più pericolosi al mondo stanno arrivando per ucciderlo”, continua a raccontare Anthony Russo. “Si tratta di una situazione davvero delicata. Ci piaceva come punto di partenza, con il senso di isolamento che ne deriva perché in parte il destino del Gray Man è di essere solo. È una persona solitaria e parte del percorso che compie nel film naturalmente è legato allo stabilire legami duraturi con altri. Sembrava una scena straordinaria per quel motivo. Perché con l’azione vogliamo sempre cercare di esplorare certi aspetti del personaggio indipendentemente dall’idea della scena e da come si svolge. Poi Joe ed io passiamo parecchio tempo a immaginarcela. Come facciamo a prendere il contenuto del libro e a potenziarlo?”. La sequenza d’azione di Praga mostra e dimostra la magia del cinema, ovvero come tutto si può realizzare, anche ciò che è più impensabile. “Per creare le scene in cui Ryan si trova sul tram abbiamo usato un vero tram urbano che viaggia su rotaie a Praga. Avevamo anche un bus su ruote che è stato modificato per sembrare un tram, nonostante viaggi su ruote anziché su rotaie, perché a volte è necessario far muovere il veicolo più velocemente oppure su certe strade che non hanno rotaie. Poi in uno spazio all’aperto altrove a Praga, per girare certe sequenze abbiamo creato una copia del tram che non si muove, ma trema e si scuote. Quindi ci sono varie versioni del tram”.
THE GRAY MAN. CONSIDERAZIONI FINALI
The Gray Man è quindi un’avventura intorno al mondo con esplosioni ad ogni angolo di strada, ma è anche un film che ha diversi elementi alla James Bond. Questo però non basta. Non è il gran bel film che in tanti speravano, da parte della stampa internazionale fioccano critiche non propriamente positive. È un film di indubbio intrattenimento ma che purtroppo non decolla. Strizza l’occhio a grandi storie di genere del passato ma non ha molto per restare nella memoria (fatta eccezione della sequenza che si svolge sul tram a Praga).
– Margherita Bordino
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