Arriva la quinta serie di The Crown. Con i decadenti anni Novanta

La regina Elisabetta II non c’è più e mentre la Royal Family vive il lutto privato, The Crown è pronta a proseguire nel suo racconto, continuando a mostrare la lotta tra tradizione ed età contemporanea. Con Imelda Staunton promossa a pieni voti

Tanto attesa e bramata e apparentemente più debole, si rivelerà invece sorprendente ed empatica proprio come le altre. La quinta stagione di The Crown, su Netflix dal 9 novembre, è la prima che vedremo dalla scomparsa della regina Elisabetta II e del suo consorte il principe Filippo (e questo non è da poco!). Avvenuto il solito salto temporale, siamo negli anni Novanta, ovvero in quelli più neri e scandalosi vissuti dalla Corona inglese moderna e terminati con l’incidente mortale di Lady D, che non vedremo però in questi episodi.

THE CROWN 5. IMELDA STAUNTON E IL CONFRONTO CON IL PASSATO

La quinta stagione, un po’ come tutta la serie, non solo riflette sul peso e sul significato della Corona ma fa un’attenta analisi delle tradizioni reali/regali. Le prime quattro stagioni hanno visto prima Claire Foy e poi Olivia Colman nei panni della regina, questa volta ad avere la guida è Imelda Staunton, attrice che tutti conoscono per la saga di Harry Potter ma che ha una lunga e meravigliosa carriera teatrale. La sua regina è più silenziosa, disincantata, mai troppo al centro della scena, che è inevitabilmente costretta a dividere con tutti gli altri personaggi che in un modo o in un altro non risparmiano figure poco decorose alla famiglia reale. Imelda Staunton con la sua recitazione mostra una sovrana combattiva, fiera ma delusa, e più che ricordarci il personaggio reale, è ella stessa un personaggio. Ed è forse in questo che sta la grande differenza con le precedenti stagioni di The Crown: qui ogni personaggio è un personaggio, fatta eccezione per la principessa Diana, nessun interprete è così simile al suo corrispettivo reale. Ma non è un difetto, è un intelligente compromesso per andare avanti nella storia senza troppe pretese.

THE CROWN 5. QUALI MOMENTI CREERANNO DISCUSSIONE?

The Crown 5, indipendentemente da come sarà accolta in grande scala, rappresenta di certo l’atto più coraggioso dell’intera serie tv. Al suo interno ci sono momenti che potrebbero creare qualche malcontento della Royal family e che è stato ricostruito con rigorosa attenzione e qualità. I fatti più pungenti riguardano: il principe Filippo e la sua amicizia con Penny Romsey, moglie del suo figlioccio e relazione sempre negata dalla Corona; Diana e la sua paranoia crescente e quasi fastidiosa; il ‘fattaccio’, ovvero il divorzio dell’attuale Re Carlo III con Lady D. “Va accettato che i ’90 siano stati anni difficili per la famiglia reale e che quasi certamente re Carlo ne avrà un doloroso ricordo. Ma questo non implica che, con il senno di poi, la storia sia scortese con lui o la Corona. Lo spettacolo per certo non lo è”, è il commento di Peter Morgan, showrunner della serie a Variety. The Crown 5, pur raccontando la Royal Family, si sposta e molto dal palazzo, mettendo più a fuoco non solo la figura di Camilla Parker Bowles ma anche quelle di Mohamed e Dodi Al-Fayed, il cui rapporto padre-figlio viene descritto molto intensamente.

The Crown

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COSA SUCCEDE NELLA QUINTA STAGIONE DI THE CROWN?

The Crown 5 è quindi una stagione che ha innumerevoli intrecci narrativi e storici. Cosa vedremo? Prossima al 40esimo anniversario dalla sua ascesa al trono, la Regina Elisabetta II riflette su un regno che ha incluso nove primi ministri, l’avvento della televisione per le masse e il tramonto dell’Impero britannico. Ma nuove sfide si delineano all’orizzonte. Il crollo dell’Unione Sovietica e il trasferimento della sovranità di Hong Kong segnalano un cambiamento radicale nell’ordine internazionale e presentano sfide e opportunità alla Monarchia. Inoltre, nuovi problemi emergono non lontano da casa: il Principe Carlo (Dominic West) spinge la madre ad acconsentire al divorzio con Diana (Elizabeth Debicki), gettando le basi per una crisi costituzionale della Monarchia. La vita sempre più separata tra marito e moglie alimenta numerosi pettegolezzi. Quando lo scrutinio dei media si intensifica, Diana decide di prendere il controllo della situazione e infrange le regole familiari pubblicando un libro che minaccia il sostegno di Carlo da parte dell’opinione pubblica. Le tensioni crescono quando entra in scena Mohamed Al Fayed (Salim Daw) che, spinto dal desiderio di essere accettato dalla nobiltà, sfrutta il patrimonio e il potere che si è guadagnato da solo per ottenere un posto alla tavola reale per lui e per il figlio Dodi (Khalid Abdalla).

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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