Grandi classici, porno e videoclip. Viaggio nella Cineteca del Museo Nazionale del Cinema a Torino

È un punto di riferimento per gli amanti del cinema e per gli studiosi. Ci siamo fatti accompagnare dal direttore Domenico De Gaetano nei meandri della Cineteca del Museo Nazionale del Cinema a Torino, che riserva sorprese

È Tre punto sei, primo lungometraggio di Nicola Rondolino, il film restaurato quest’anno dalla Cineteca del Museo Nazionale del Cinema che verrà presentato in una serata speciale (quella del 26 novembre, nella Sala Tre del Cinema Massimo) in occasione della 40esima edizione del Torino Film Festival.
La proiezione del film del 2002, con protagonisti Valerio Binasco e Marco Giallini, sarà anche un omaggio a Gianni Rondolino (1932-2016), il padre di Nicola (scomparso nel 2013 a 45 anni), critico e professore universitario che quarant’anni fa fu tra i fondatori del Festival Internazionale Cinema Giovani, da cui è poi nato il TFF. “Dopo il restauro di ‘Santa Maradona’ di Marco Ponti presentato con successo lo scorso anno, in Cineteca continuiamo il lavoro volto alla valorizzazione di autori torinesi: quest’anno Rondolino, mentre il prossimo anno ‒ posso anticiparlo ‒ lavoreremo su ‘Un amore’, il secondo lungometraggio di Gianluca Maria Tavarelli“, racconta Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema.
E ci sarà anche un omaggio a Tonino De Bernardi, uno dei maggiori rappresentanti del cinema indipendente italiano fin dagli Anni Sessanta: “Oltre al patrimonio già posseduto dalla Cineteca siamo andati a casa sua, dove conserva molto materiale in 8, Super8, 16 millimetri, e parecchio girato mai utilizzato“, aggiunge De Gaetano.

I magazzini della Cineteca del Museo Nazionale del Cinema, Torino © Photo Dario Bragaglia

I magazzini della Cineteca del Museo Nazionale del Cinema, Torino © Photo Dario Bragaglia

LA STORIA DELLA CINETECA DEL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA

La Cineteca del Museo Nazionale del Cinema, che dal 1999 ha trovato posto in una ex fabbrica di strumenti di precisione di Borgo Vittoria, periferia nord della città, conserva oltre 30mila film, prevalentemente su pellicola e in vari formati (dagli 8 ai 70 mm). Solo una minima parte dell’immenso patrimonio del museo, che conta più di due milioni di pezzi, parzialmente esposti alla Mole Antonelliana. Il resto ‒ oggetti, manifesti ‒ è raccolto in un altro magazzino di via Nizza e alla Bibliomediateca Mario Gromo di via Matilde Serao, dove sono conservati libri, riviste e documenti d’archivio. “Quello di via Nizza ‒ un luogo che vorremmo aprire alle visite guidate per il pubblico il prossimo anno ‒ lo potremmo definire il nostro caveau con gli oggetti più rari, compreso il manifesto originale in formato gigante di ‘Cabiria’”, spiega De Gaetano.
A guidarci nel deposito della Cineteca è Gabriele Perrone, che dopo esperienze in giro per il mondo, ultima quella alla Cineteca Nazionale del Messico, da un paio d’anni ne è responsabile. Sugli scaffali, ma anche a terra, sono impilati migliaia di rulli, ancora ordinati secondo il criterio alfanumerico ideato da Maria Adriana Prolo, la fondatrice del Museo Nazionale del Cinema. Muoversi fra pareti di pellicole è come fare un tour nella storia del cinema, dalle origini ai titoli più recenti. Fra grandi classici e produzioni di cassetta, c’è un po’ di tutto. Se già qui la temperatura media si aggira sui 20 gradi, con umidità controllata per rendere ottimale la conservazione, c’è un luogo ‒ una specie di sancta sanctorum ‒ dove la temperatura si abbassa quasi agli zero gradi. “È una cella frigorifera dove conserviamo i titoli più preziosi, le copie uniche, come ad esempio la copia restaurata di ‘Cabiria’, o ‘Il Cortile’, un film del 1930 di Carlo Campogalliani con protagonista Ettore Petrolini”, chiarisce Perrone. In questo spazio si conservano anche le tracce di colorazione dei film muti, perché all’epoca era abitudine procedere alla colorazione a mano, al viraggio, all’inibizione delle pellicole.
Qui però non possiamo conservare i supporti in nitrocellulosa perché sono particolarmente instabili e devono essere immagazzinati fuori dai centri abitati, per questo ci appoggiamo all’archivio della Cineteca di Bologna con cui abbiamo continui contatti”.

Cineteca del Museo Nazionale del Cinema, Torino. © Photo Dario Bragaglia

Cineteca del Museo Nazionale del Cinema, Torino. © Photo Dario Bragaglia

UNA RACCOLTA DI FILM PORNO

Gli spazi della Cineteca riservano anche delle sorprese, come quando sul bordo di decine di rulli già un po’ arrugginiti si leggono titoli che lasciano poco spazio all’immaginazione: Adolescenti vogliose, Piacere di carne, La moglie insaziabile, Calde cugine. “È un dono di film porno risalenti agli Anni Ottanta e Novanta arrivato da poche settimane da parte di un collezionista privato”, racconta Perrone. Col tempo si lavorerà anche su questo materiale e non c’è da stupirsi, perché il Museo Nazionale del Cinema possiede già una delle più importanti collezioni di cinema erotico degli Anni Dieci del Novecento. Le sezioni erotico/pornografiche sono peraltro presenti anche in altre importanti istituzioni quali, per fare solo qualche esempio, l’Austrian Film Museum di Vienna, la Cineteca di Belgrado e quella di Bologna.
La cosa che fa sorridere è scoprire che a qualche metro di distanza da questa “collezione che scotta” troviamo metri e metri di scaffalatura occupata da migliaia di valigette in cuoio della San Paolo con i film che hanno animato a lungo la programmazione dei cinema degli oratori. Sull’importanza di questi documenti, Perrone non ha dubbi: “Anche questa è una parte significativa della vita cinematografica italiana, perché è attraverso questo canale che si sono potuti conoscere, magari un po’ censurati, i film di Bergman, Buñuel, Resnais e tanti altri classici”.

Il delicato trattamento delle pellicole in triacetato presso la Cineteca del Museo Nazionale del Cinema, Torino © Photo Dario Bragaglia

Il delicato trattamento delle pellicole in triacetato presso la Cineteca del Museo Nazionale del Cinema, Torino © Photo Dario Bragaglia

VIDEOCASSETTE E VIDEOCLIP

Poi si incontrano altri formati come le videocassette, popolarissime per un certo periodo, ora da salvaguardare come materiale che documenta un’epoca. Alla Cineteca possiedono l’archivio storico di Videomusic del Gruppo Marcucci con le videoclip musicali degli Anni Ottanta. Un patrimonio che merita di essere maggiormente conosciuto e valorizzato.
Stiamo studiando delle aperture programmate al pubblico, anche se la Cineteca e già disponibile su appuntamento a studiosi e studenti. Intanto, in occasione della mostra dedicata a Francesco Rosi che sarà inaugurata il 15 novembre, apriremo gli archivi della Bibliomediateca Mario Gromo“, annuncia Domenico De Gaetano.

Dario Bragaglia

https://www.museocinema.it/it/collezioni/cineteca

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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