Greta: il thriller psicologico di Neil Jordan

Ci sono richiami a Hitchcock e a Brian de Palma nell’intenso thriller psicologico firmato da Neil Jordan nel 2018. Un film da (ri)vedere in queste settimane di vacanza


Di ritorno dal lavoro, la giovane Frances McCullen, in lutto per la morte della madre e frustrata dalle difficoltà economiche e da un difficile rapporto col padre, trova una borsetta abbandonata su un sedile della metropolitana. Dopo qualche esitazione, la ragazza decide di rintracciarne la proprietaria, una certa Greta Hideg, vedova benestante e solitaria che trascorre gran parte delle sue giornate in casa a suonare il pianoforte. Tra le due donne nasce immediatamente un’amicizia profonda, che sembra colmare le solitudini di entrambe ma che ben presto si trasforma in un legame dai risvolti ambigui e morbosi.
A sei anni di distanza dal particolarissimo Byzantium, Neil Jordan (Oscar alla miglior sceneggiatura originale per La moglie del soldato nel 1993) torna a calcare il set con un thriller perturbante e tecnicamente impeccabile. Un’opera perfettamente orchestrata, che sa strizzare l’occhio all’illustre storia della cinematografia di genere senza perdere quel tocco stilistico unico, strisciante e inquietante che ha sempre caratterizzato tutte le produzioni del grande regista irlandese.

Neil Jordan, Greta, 2018

Neil Jordan, Greta, 2018

IL FILM DI NEIL JORDAN

Formalmente raffinato e accurato, Greta fa risuonare nello spettatore l’eco dei grandi capolavori hitchcockiani, del cinema di Takashi Miike e di quello Brian de Palma. La sceneggiatura, firmata Ray Wright con la collaborazione dello stesso Jordan, affronta, attraverso una visione tutta al femminile, l’universalità di temi quali la solitudine e il dolore della perdita, l’elaborazione del lutto e la mancanza di riferimenti. Il passato e il presente si contrappongono attraverso le rappresentanti di due generazioni: l’ingenua innocenza di Frances e la paziente tenacia di Greta si attraggono e si respingono in un sottile gioco di seduzione che presto evolve in ossessione.
La colonna sonora di Javier Navarrete e la fotografia di Seamus McGarvey concorrono alla costruzione di una suspence continua e al susseguirsi di colpi di scena che regalano allo spettatore un thriller psicologico intenso e angosciante, in cui amicizia e persecuzione si confondono valicando ogni confine etico.

Giulia Pezzoli

IRLANDA – CANADA – USA, 2018
REGIA: Neil Jordan
GENERE: thriller
SCENEGGIATURA: Ray Wright, Neil Jordan
CAST: Isabelle Huppert, Chloë Grace Moretz, Maika Monroe, Colm Feore
DURATA: 98’

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #68

Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua 
inserzione sul prossimo Artribune

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Pezzoli

Giulia Pezzoli

Giulia Pezzoli (Bologna 1978) si occupa di arte contemporanea dal 2003. Ha lavorato per la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, per la 50esima Biennale d'Arte di Venezia, per il Centro d'Arte Contemporanea di Villa Manin e per il MAMbo di…

Scopri di più