Berlinale 2023. Kiss the future, l’amore tra U2 e Sarajevo

Al centro del documentario, un concerto passato alla storia diventato culmine di ribellione e rinascita, il momento in cui gli U2 hanno accettato di sostenere il popolo serbo devastato dalla guerra ma vivo grazie alla musica

Sarajevo è assediata ma il potere della musica va ben oltre. Siamo nel pieno degli anni ‘90, della guerra in Jugoslavia, e gli U2 diventano portavoce della scena underground bosniaca. Rumori di carri armati, di bombardamenti e colpi di sparo da un lato, musica proveniente da luoghi nascosti e dai televisori (quando l’elettricità non veniva interrotta) dall’altro. Tutto questo e molto altro nell’emozionante documentario Kiss the future, prodotto da Matt Damon, Ben Affleck, Sarah Anthony e Drew Vinton e diretto da Nenad Cicin-Sain, presentato in anteprima mondiale alla 73esima Berlinale.

LA MAGICA INTUIZIONE DI BILL S. CARTER

È il 1992 quando la Serbia, sotto la barbara guida del presidente Slobodan Milošević, intraprende una campagna di espansione territoriale e pulizia etnica sulla scia della dissoluzione della Jugoslavia come Stato. Da un lato i terribili fatti storici, dall’altro la grande intuizione di mostrare come la gente di Sarajevo abbia risposto all’estrema privazione e alla costante minaccia di morte: Kiss the future, basato sul libro di memorie del 2004 Fools Rush In di Bill S. Carter – che firma anche la sceneggiatura -, ruota attorno all’assedio di Sarajevo durato quasi quattro anni da parte dei serbi bosniaci. Un momento in cui seppur la popolazione si sentiva ed era in trappola, molti giovani erano intenti a riaffermare il loro spirito indipendente. Bill S. Carter, nato a San Francisco ma vissuto a Sarajevo durante la guerra, è colui che ha dato motore ad una storia unica ed incredibile che ha unito questa città e gli U2.

KISS THE FUTURE: VIVA L’ARTE, VIVA LA RIBELLIONE

Bill S. Carter – ispirato dalla resistenza locale, impegnato nella ricerca di aiuti umanitari a Sarajevo – chiede agli U2, già da tempo gruppo rock di fama mondiale, di attirare l’attenzione pubblica su quando stava avvenendo in quei luoghi. La band accetta subito e nell’estate del 1993, durante il tour televisivo ZOO, con un collegamento via satellite in diretta permette alle persone di Sarajevo di parlare e descrivere la situazione al pubblico del concerto. Terminato il tour, la band promette di esibirsi a Sarajevo a fine conflitto, che è quello che accadrà appunto nel 1997. Kiss the Future è il documentario, bellissimo, che racconta la storia di quella promessa. Una promessa non “da marinaio” ma mantenuta e messa a segno con un concerto davanti a 45.000 persone nella città liberata. Quel concerto, memoria collettiva di Sarajevo, diventa così un inno alla gioia e alla sopravvivenza, una bellissima dimostrazione di come la musica e l’arte, più in generale, può essere un vero atto di ribellione anche davanti all’istinto più animalesco dell’uomo.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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