Da Quelli della Notte a LOL. Com’è cambiata la comicità in tv?

Un due tre, Quelli della notte, La tv delle ragazze, La posta del cuore, Il caso scafroglia, Mai dire, Zelig e Una pezza di Lundini. Alcuni dei programmi tv che hanno contribuito alla nascita, trasformazione e definizione della comicità sul piccolo schermo. Fino a LOL

Dallo scorso 9 marzo è disponibile su Prime Video la prima parte della stagione 3 di LOL. Chi ride è fuori. Per la presentazione di questa nuova edizione, è stato messo in piedi un vero show ben distante dalla solita e monotona conferenza stampa. I giornalisti infatti sono stati accolti in un contesto fatto sì di domande e risposte ma anche di gag inerenti al format e con il coinvolgimento degli stessi protagonisti. Moderatrice, o meglio “hostessa”, come si è ironicamente definita, è stata Serena Dandini: averla sul palco della presentazione di LOL 3 è stato un gesto di sentito omaggio a quella tv che in passato ha saputo osare e fare la differenza. E vederla lì non può che farci soffermare su alcuni inevitabili quesiti: come è cambiata la comicità nella tv italiana degli ultimi anni? LOL ha contribuito a una definitiva trasformazione? Ebbene, abbiamo provato a fare un punto prendendo come linee guida alcuni capisaldi della storia della tv e della sua comicità, partendo da Un due tre, Quelli della notte, La tv delle ragazze, La posta del cuore, Il caso scafroglia, Mai dire, Zelig fino a Una pezza di Lundini.

DA TOGNAZZI & VIANELLO AD ARBORE

Un due tre è un varietà musicale andato in onda dal 1954 al 1959. Mentre le prime edizioni erano affidate a Mario Carotenuto, Riccardo Billi e Mario Riva, solo in un secondo momento sono subentrati Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Di loro ha ricordato Aldo Grasso che interpretavano entrambi “il ruolo di ragazzacci, di provocatori della quiete televisiva, irriverenti verso tutto e tutti, suscitando spesso e volentieri le ire censorie”. Sempre riguardo Un due tre, Tatti Sanguineti ha affermato che il programma ha rappresentato “una stagione esaltante di suspense” e questo perché si trattava di una trasmissione che rappresentava un vero cambiamento per l’epoca, un passaggio netto della comicità dal teatro alla televisione, e si avvaleva della regola principale, o forse unica: Un due tre riusciva a meravigliare gli spettatori. Qualche decennio dopo si afferma un altro programma tv, divenuto cult e non solo del suo genere, Quelli della notte con a capo Renzo Arbore. Se fino a quel momento le abitudini degli italiani avevano come riferimento finale l’ultimo telegiornale della serata, nel 1985 su Rai2 avviene l’impensabile. Arriva un programma che alle ore 23 circa, con una sigla dal titolo Ma la notte no, accoglie gli spettatori in un salotto arabeggiante in cui Arbore guida una surreale compagnia. Erano quelli di Quelli della Notte, personaggi e artisti che in un’ora di grande originalità per i tempi, facevano caciara tra nonsense e momenti di pura comicità, spesso frutto di improvvisazione. Tra gli esordienti era anche Nino Frassica, concorrente della nuova stagione di LOL, nelle vesti di Frate Antonino da Scasazza che con i suoi “nanetti”, aneddoti, avrebbe dovuto illuminare il resto del gruppo.

DA DANDINI ALLA GUZZANTI FAMILY

La vera rivoluzione arriva però su Rai3 nel 1988 con La tv delle ragazze condotta da Serena Dandini: 14 puntate solamente che hanno però lasciato il segno. Il programma era immaginato come la parodia di un intero palinsesto televisivo del periodo e al suo interno solo, per la prima volta in Italia, volti femminili ad eccezione di Francesco Vairano, unico uomo componente del cast, relegato però a fare il “signorino buonasera” all’apertura delle puntate. È il caso di dire che questo programma è stato a tutti gli effetti avanguardia pura, dimostrando che anche le donne sanno ridere degli altri e di se stesse. Ed è qui che è impossibile non avvicinarsi a due nomi: Sabina e Corrado Guzzanti. Se ancora oggi si parla e si fa satira in tv il merito è in parte anche loro. È il 1998 quando Sabina Guzzanti debutta con La posta del cuore in cui veste i panni di Valeria Marini insieme ad altre imitazioni di importanti personalità del mondo politico, come Massimo D’Alema, Che Guevara e Irene Pivetti. Questo è quindi il momento in cui la comicità è mera imitazione, ma imitazione di un certo livello! E, chicca per i più nostalgici: è qui che la grandissima Anna Marchesini interpreta per la prima volta il celebre personaggio della sessuologa Merope Generosa. Serena Dandini e Sabina Guzzanti hanno collaborato per diverso tempo e insieme a loro c’era anche il fidatissimo Corrado Guzzanti che però debutta da solo nel 2002 con il suo più grande capolavoro, Il caso Scafroglia. Andato in onda per poco più di un mese, è stato un caso unico in assoluto. Guzzanti vestiva i panni del conduttore coniugando in un’unica figura tutto il peggio della tv generalista legata alla cronaca e portava avanti la mission, la ricerca di questo tale Mario Scafroglia che altri non era che il conduttore stesso. Il caso Scafroglia era un gioco, una sorta di Chi l’ha visto? satirico in cui, con estrema sapienza e lungimiranza, si rifletteva, tra uno sketch e un altro, su temi di attualità, politica, costume e religione.

ASPETTANDO UNA PEZZA DI LUNDINI

“Chi cambierà canale è un…”. Facciamo un doveroso passo indietro per andare avanti. Nel 1989 debutta Mai dire, una sequenza di programmi televisivi ma anche radiofonici che, tra alti e bassi, va avanti ancora oggi. Creatori e conduttori sono le voci, rigorosamente fuori campo, della Gialappa’s Band. La loro comicità è nata in televisione e nell’arco di oltre trent’anni ha segnato modi di dire e di fare. Seppur il marchio è stato a suo tempo registrato da Mediaset, la vita del format non si è fermata e cambiando lettere è arrivata finanche di recente su Twitch per commentare, in chiave ironica, il campionato mondiale del Qatar. Mentre Mai dire cresceva e spopolava, nel 1996 arrivava alla conquista dello share Zelig, in origine trasmesso dall’omonimo locale milanese di cabaret. Se Claudio Bisio è il volto con cui facilmente, nell’immaginario collettivo, si associa il programma, è doveroso ricordare che non è il solo ad aver condotto il programma – affiancato tra l’altro anche da Michelle Hunziker, Vanessa Incontrada e Paola Cortellesi – e che da lì si sono fatti notare personaggi come Luciana Littizzetto, i Fichi d’India, Ficarra e Picone, Ale e Franz. Mentre questo mondo televisivo, definito e fatto, galleggiava nel successo in Mediaset, in Rai sbucava un signor nessuno che diventava qualcuno con il suo genuino talento e in sole tre stagioni ravvicinatissime: Valerio Lundini con Una pezza di Lundini, affiancato da Emanuela Fanelli. Le interviste assurde di Lundini debuttano nel settembre 2020 e compiono un passo insolito: si pongono con anti-comedy. Lundini nei panni di un conduttore imbarazzato viene lanciato sul palco senza preavviso e qui conversa con personaggi noti dello spettacolo e non, realizzando qualcosa di veramente surreale. L’asso vincente? L’equivoco. L’equivoco davanti al quale si trovava lo spettatore spinto a pensare “è tutto vero o è sola finzione?”.

LA COMICITÀ DI OGGI CON LOL

Attraverso queste brevi tappe della comicità in tv, non possiamo che giungere ad una definitiva osservazione: i tempi passano, il pubblico cambia, la società si trasforma, ma di una sana risata c’è sempre bisogno, e che sia intelligente, rude, politicamente corretta o fine a stessa, poco importa, l’importante è che coinvolga e faccia ridere. E tra gag vecchie e nuove, adattate o improvvisate LOL. Chi ride è fuori è la carta vincente del nostro presente storico. I concorrenti di LOL 3 sono Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda Lodigiani e Marina Massironi. A osservare l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle vesti di arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano. Ma non è tutto: in questa nuova edizione c’è anche Maccio Capatonda, vincitore della seconda stagione.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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