Cannes 76. La Palma d’Oro va a “Anatomie d’une Chute” di Justine Triet
Nessun riconoscimento ai film italiani anche se quest’anno il nostro cinema lo avrebbe meritato. Vincono Justine Triet la Palma d’Oro per “Anatomie d’une Chute” e Tran Anh Hùng la Migliore regia per “La passion de Dodid Bouffant”
La 76esima edizione del Festival di Cannes termina con un po’ di amarezza per il cinema italiano che, finalmente e dopo diversi anni, era presente nella Selezione Ufficiale con ben tre titoli uno più bello dell’altro: Rapito di Marco Bellocchio, Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti e La chimera di Alice Rohrwacher. La giuria della 76esima edizione del Festival, presieduta da Ruben Ostlund – che lo scorso anno trionfava con Triangle of Sadness -, tra i 21 film in concorso, ha scelto di conferire la Palma d’Oro a Anatomie d’une Chute di Justine Triet.
ANATOMIE D’UNE CHUTE, FILM PALMA D’ORO A CANNES
La regista Justine Triet riceve la Palma d’Oro per il suo Anatomie d’une Chute dalla straordinaria Jane Fonda. L’attrice americana, prima di passare la parola a Ostlund per l’annuncio del vincitore e ignara del verdetto, ha ricordato la sua prima volta al Festival Cannes sottolineando che “non c’era nessuna regista in concorso e neppure ci sembrava che fosse qualcosa di strano, quest’anno ce ne sono state sette. È storico ma in futuro sarà la normalità”. Il riconoscimento al film Anatomie d’une Chute è una vera soddisfazione. Si tratta di un thriller psicologico, di un giallo giudiziario, che scava nei segreti di una famiglia. Un film che si interroga su un possibile colpevole. La regista sul palco per ricevere il premio, emozionata e combattiva proprio come si è mostrata alla stampa nei giorni precedenti, dedica la Palma d’Oro ai giovani registi, sia uomini sia donne, e dice: “quest’anno il Paese (la Francia) sta vivendo proteste potenti sulla riforma delle pensioni. Questa contestazione è importante perché riguarda tutti i settori compreso quello del cinema che il governo liberale sta riducendo a merchandising della cultura distruggendo l’eccezione culturale senza la quale non sarei qui davanti a tutti voi. Dedico il premio a tutti i giovani registi uomini e donne e a quelli che non riescono a fare il loro film”.
ELEMENTAL, IL FILM DI CHIUSURA
E a chiudere la 76esima edizione del Festival di Cannes è l’anteprima mondiale di Elemental, nuovo film della Pixar diretto da Peter Sohn e prodotto da Denise Ream p.g.a., mentre Pete Docter è il produttore esecutivo. Il film introduce Ember, una tenace, acuta e “ardente” giovane donna, la cui amicizia con un ragazzo di nome Wade, divertente, sdolcinato e “che segue la corrente”, mette alla prova le sue convinzioni sul mondo in cui vivono. Sohn afferma che la storia, che per lui è estremamente personale, è nata dal disegno di un personaggio di fuoco che interagiva con un personaggio di acqua. Ha immaginato un’amicizia inaspettata tra questi personaggi, una relazione che avrebbe sicuramente creato imbarazzo, battutine e divertenti passi falsi. “Ho cominciato a ispirarmi anche alla mia relazione con mia moglie: io sono coreano e lei è americana, per metà italiana”, afferma Sohn. “All’inizio ho nascosto la nostra relazione ai miei genitori, che erano persone all’antica e volevano che sposassi una coreana. Le ultime parole che mia nonna mi disse prima di morire furono letteralmente ‘Sposa una ragazza coreana!’”.
TUTTI I PREMI DI CANNES 76
Palma d’Oro al Miglior film – ANATOMIE D’UNE CHUTE réalisé par Justine TRIET
Grand Prix – THE ZONE OF INTEREST de Jonathan GLAZER
Premio della giuria (Prix de Jury) – KUOLLEET LEHDET (LES FEUILLES MORTES) de Aki KAURISMÄKI
Migliore interpretazione maschile – Koji YAKUSHO per PERFECT DAYS
Migliore interpretazione femminile – Merve DIZDAR per KURU OTLAR USTUNE (LES HERBES SÈCHES)
Miglior regia – TRAN ANH Hùng per LA PASSION DE DODIN BOUFFANT
Miglior sceneggiatura – SAKAMOTO Yuji per KAIBUTSU (MONSTER)
Palma d’Oro al Miglior Cortometraggio – 27 di Flóra Anna BUDA
Menzione speciale al cortometraggio – FÁR di Gunnur MARTINSDÓTTIR SCHLÜTER
Caméra d’or (miglior opera prima) – BÊN TRONG VO KEN VANG (L’ARBRE AUX PAPILLONS D’OR) di THIEN AN PHAM
Margherita Bordino
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