Cannes 76. Jeanne du Barry è il ritratto della cortigiana divenuta la favorita di Luigi XV
Maïwenn porta sul grande schermo la storia della cortigiana divenuta la favorita del re. Un racconto di emancipazione femminile che, seppur non sia un capolavoro, farà discutere!
“Tu sei e resterai per sempre una puttana ignorante”. È in questa frase che si racchiude la motivazione che ha indubbiamente spinto la regista e attrice Maïwenn a realizzare un ritratto su Jeanne du Barry – La favorita del re, film d’apertura della 76esima edizione del Festival di Cannes. La storia di una donna che usando la sua intelligenza e il suo fascino è riuscita a fare una notevolissima scalata sociale che l’ha portata dalla classe operaia ai corridoi di Versailles. Inoltre, Jeanne du Barry – La favorita del re è una vera e propria storia d’amore che deve fare i conti con le etichette di corte e con il tempo in cui matura e vive, ma non per questo è meno importante di tante altre.
CHI È JEANNE VAUBERNIER?
Jeanne du Barry – La favorita del re è una storia che va ben oltre la semplice biografia per diventare un forte esempio di emancipazione femminile. La storia di una donna educata per pura fortuna – viste le sue umili origini – alla letteratura e alla poesia, e che per sopravvivere ha ceduto al mestiere più antico del mondo, lo stesso che con arguzia le ha permesso di farsi conoscere ben in alto e di conquistare il sovrano, non solo per la bellezza. E se molti si ricordano di lei nei primi episodi dell’anime Lady Oscar – come appunto la dama preferita dal re – è pur vero che per tanti altri è invece una vera sconosciuta ma dalla vita indubbiamente interessante. Il desiderio della regista di portare sul grande schermo questa storia risale al 2006, “ero andata al cinema a vedere ‘Marie Antoinette’ ed ero rimasta affascinata dall’interpretazione di Jeanne fatta da Asia Argento”, ha dichiarato tempo fa Maïwenn. “Ho sentito una totale empatia nei suoi confronti al punto che m’è mancata quando non l’ho vista più in scena. Tuttavia, non ho avuto il coraggio di affrontare subito la sua storia per una specie di complesso di inferiorità: nonostante le ricerche e le letture, non ero pronta. Sono serviti oltre dieci anni per convincermi, dopo le riprese di ‘Mon roi’, che potevo farcela”.
JEAN DU BARRY. UN FILM ACCOMPAGNATO DA POLEMICHE
In Jeanne du Barry – La favorita del re la regista e attrice Maïwenn sceglie di concentrarsi sul percorso della protagonista, sulla relazione tra Jeanne e Luigi XV e sullo sviscerare le motivazioni che hanno permesso di etichettarla come la cortigiana del re. In queste motivazioni Maïwenn trova degli spunti assai attuali, corrispondenti alla nostra epoca. Jeanne du Barry – La favorita del re, prossimamente al cinema nelle sale italiane con Notorious Pictures, ha per protagonista la star americana Johnny Depp che torna sul grande schermo dopo il processo contro la ex moglie Amber Heard. La polemica però non riguarda in alcun modo questa vecchia storia, ma la stessa regista accusata di aver attaccato il giornalista Edwy Plenel, co-fondatore del sito Mediapart. Un attacco di cui non si conosce la motivazione – che la regista ha annunciato di dare a tempo debito. Oltre a questo però, ci sono vari rumor secondo i quali Maïwenn e Johnny Depp non sono andati poi così tanto d’accordo sul set. “È stato intenso, a volte tumultuoso, ma ci sono abituata. Come per tutte le star di questo calibro, peraltro abituate come lui, ci sono grandi vantaggi e svantaggi. Prendi il pacchetto, fa parte del patto”, ha chiarito in una lunga intervista alla rivista Harper’s Bazaar la stessa regista. Quello che conta ora è il risultato: Jeanne du Barry – La favorita del re è un film godibile, dai meravigliosi costumi, dettagliato sulle usanze del tempo e sulla vita a corte, e seppur non sia un capolavoro ha una scrittura intelligente e contemporanea che mette in risalto temi di emancipazione femminile e razziale. Una piccola curiosità: tra i luoghi di Versailles in cui è stato girato il film, ci sono la Chapelle Royale, la Galerie des Glaces e il salone Hercule.
Margherita Bordino
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