Il cinema della Fondazione Prada a Milano cambia nome e ora si chiama Godard
L'istituzione milanese apre così la nuova programmazione, che fino a dicembre trasmette film del maestro della Nouvelle Vague morto da poco. Con ospiti d'eccezione per settembre: Rebecca Zlotowski e Werner Herzog
Un omaggio a una delle figure più visionarie e innovative della cinematografia mondiale: con questo spirito la Fondazione Prada dedica da settembre 2023 il proprio cinema di Milano a Jean-Luc Godard. La sala diventa così il Cinema Godard, rinforzando il legame ideale con il regista franco-svizzero scomparso l’anno scorso che ha concepito e realizzato per la Fondazione le sue uniche installazioni permanenti aperte al pubblico: Le Studio d’Orphée e Accent-soeur. Il maestro della Nouvelle Vague è dopotutto al centro di una grande retrospettiva iniziata lo scorso febbraio, e aperta fino a dicembre 2023, che ne ripercorre la vasta e complessa produzione. “Il cinema è un laboratorio di nuove idee e uno spazio di formazione culturale, per questo abbiamo deciso di dedicare la nostra sala a Jean-Luc Godard” ha sottolineato Miuccia Prada. “La forza sperimentale e visionaria della sua ricerca è uno stimolo continuo a rinnovare l’impegno della Fondazione nella diffusione dei linguaggi cinematografici e visivi e nell’esplorazione di forme di narrazione emergenti, attivando un luogo di conoscenza del mondo e della vita delle persone”.
La programmazione del “nuovo” Cinema Godard di Fondazione Prada
Con il nuovo nome arriva anche il rilancio della proposta cinematografica di Fondazione Prada, che con la curatela di Paolo Moretti intende esplorare, dal primo settembre 2023, il cinema del presente e del passato come un “festival aperto” in continua evoluzione con un fitto programma di proiezioni che comprenderà rassegne tematiche, retrospettive, prime visioni, restauri e focus sulle pratiche attuali e appuntamenti dal vivo con registi, attori e critici.
Protagonisti di due nuovi incontri aperti al pubblico saranno a settembre la regista e sceneggiatrice francese Rebecca Zlotowski e il regista e scrittore tedesco Werner Herzog. Sabato 16 settembre Zlotowski sarà al centro di una conversazione sulla propria produzione a partire dal film d’esordio Belle épine (2010) – che ha lanciato Lea Seydoux ed è stato selezionato alla Semaine de la Critique di Cannes – al più recente I figli degli altri (2022), presentato in concorso all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Domenica 17 settembre sarà invece Herzog a incontrare il pubblico per presentare il suo ultimo film, The Fire Within: a requiem for Katia and Maurice Krafft (2022), dedicato ai pionieristici vulcanologi e cineasti francesi morti in un flusso piroclastico sul Monte Unzen, in Giappone, il 3 giugno 1991, e l’anteprima italiana di Theater of Thought (2022), che esplora il mistero del cervello umano tra scoperte neuroscientifiche e tecnologiche e le loro implicazioni etiche (che sembra recuperare la mostra veneziana in Fondazione dell’anno scorso). Oltre ai due film inediti verrà presentata anche una selezione dei lavori documentari di Herzog a partire dagli anni Duemila, molti dei quali non sono mai usciti in sala in Italia.
Giulia Giaume
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