Daaaaaali!, un film splendidamente surrealista e comico sul mitico Salvador
Non è un biopic su Salvador Dalí, ma un suo ritratto cinico, ironico e surrealista in cui si ride e riflette. Un film superlativo che arriverà nelle nostre sale con Lucky Red
Quentin Dupieux presenta Fuori Concorso alla 80. Mostra del Cinema di Venezia il suo Daaaaaali!, film surrealista in cui un giovane giornalista francese incontra ripetutamente Salvador Dalí per il progetto di un documentario le cui riprese non avranno mai inizio. Una pellicola in cui Dupieux combina insieme la sua passione per il pittore spagnolo e il regista Luis Buñuel, per un film godibile e rocambolesco. Ne abbiamo parlato con Dupieux, insieme agli interpreti Édouard Baer e Anaïs Demoustier.
Il regista Quentin Dupieux parla del suo nuovo film Daaaaaali!
Come mai ha scelto di raccontare Dalí in modo così bizzarro e non con un biopic tradizionale?
Quentin Dupieux: Dalí sicuramente non è un personaggio tradizionale e sarebbe stato noioso raccontare la sua vita con un punto di vista tradizionale. Quello che volevo fare io invece era entrare nella testa del personaggio Dalí.
Il film riflette anche sul rapporto tra artista e giornalista… Potrebbero mai esistere oggi l’uno senza l’altro?
Édouard Baer: Quello del giornalista forse è un lavoro che sta scomparendo anche a causa di Internet e dei social media che, a loro volta, stanno lasciando un po’ da parte il ruolo del giornalista perché si rivolgono direttamente alle persone. A livello culturale e politico è difficile mantenere in vita il mestiere del giornalista, il quale è obbligato a essere anche personaggio, un po’ come Salvator Dalí: questo è il solo modo per gli artisti e i giornalisti di essere.
Cosa rappresentano per te Salvator Dalí e il cinema di Buñuel?
Q.D.: Io adoro i sogni, mi piacciono i sogni, mi piace scrivere in maniera quasi incosciente e il modo in cui io intendo il cinema è sicuramente quello di Buñuel e di film come Un cane andaluso, ormai dimenticati, di cui nessuno più parla, ma sono anche una dimostrazione di libertà. I film di Buñuel si basano molto sulla decostruzione a livello temporale, caratteristica questa che permette di parlare a tutti e ha influenzato molti cineasti.
Ti ritieni anche tu un surrealista?
Q.D.: Credo che “surrealista” sia ormai un termine che appartiene al passato perché tutti parlano di surrealismo, ma oggigiorno è privo di significato perché ridicolo.
Questo film nella sua follia è anche estremamente comico… È la commedia l’elisir del cinema?
Anaïs Demoustier: Quando faccio i film con Quentin mi sento molto coinvolta e non penso al fatto se i film facciano ridere oppure no. Quando reciti in un film di Quentin non sei al di sopra delle situazioni ma sei totalmente inserito all’interno del film. Da un certo punto di vista possono risultare commedie, ben scritte, con dialoghi eccezionali, con un testo importante, però c’è un aspetto anche malinconico e quindi non sono commedie al cento per cento. Daaaaaali! è un film che non è fatto solamente per ridere, è un film che ha un modo di fare cinema intelligente, con una sottigliezza particolare.
Margherita Bordino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati