“Io capitano”. Matteo Garrone e l’odissea dei migranti a Venezia 80
Tra i film più attesi alla Mostra del Cinema di Venezia, la pellicola diretta dal regista di “Gomorra” e “Pinocchio” presenta una storia di migranti raccontata dal loro punto di vista
Un viaggio epico in cui la macchina da presa punta dall’Africa verso l’Europa. Matteo Garrone presenta Io capitano, in Concorso a Venezia 80 e nelle sale con 01 Distribution. “Raccontare un controcampo di quello che siamo abituati a vedere”, commenta il regista. “Da decenni siamo abituati a vedere barconi che arrivano nel Mediterraneo, a volte li salvano a volte no, c’è la rituale conta dei vivi e dei morti e col tempo ci si abitua a immaginare queste persone come numeri e si perde di vista il fatto che dietro ci sta un mondo, una famiglia, ci sono dei sogni e tanti desideri”. Io capitano è un film di finzione che si basa su testimonianze vere e che è stato interamente girato in Africa, come un “on the road vero” e proprio.
“Io capitano” di Matteo Garrone
La storia è quella di Seydou e Moussa, due giovani che lasciano Dakar – disubbidendo alle loro famiglie – per raggiungere l’Europa. Quella che all’inizio appare come un’avventura brillante, si trasforma in un’odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare. Io capitano sembra il Pinocchio di Garrone: la parabola del giovane che diventa uomo, che pur di realizzare il suo sogno – in questo caso la musica – è pronto ad andare anche contro la propria famiglia, e finisce con l’incontrare il “gatto e la volpe” che lo indirizzano verso un destino in bilico tra le onde del mare. Garrone racconta il viaggio di Seydou e Moussa, e lo spettatore ne viene totalmente coinvolto. Vive quello che succede insieme agli altri personaggi, e scopre quello di cui ha sempre sentito dire o raccontare ma che non ha mai visto: l’altro punto di vista, l’altra angolazione.
Io capitano di Matteo Garrone. Il sogno europeo spesso mortale
“Il film che ho fatto racconta una forma di migrazione che in questo caso riguarda i giovani”, commenta Garrone. “Credo sia importante dire che ci sono molte forme di migrazione. Ci sono persone che migrano per conflitti, per guerre, per cambiamenti climatici, per disperazione assoluta… E poi c’è una forma di migrazione di cui si parla meno e che è legata ai giovani. Sappiamo che il 70% della popolazione africana è fatta di giovani e tra loro c’è chi è disposto, vuole e rischia la vita per cercare un futuro migliore, scappando non da una povertà assoluta ma da una povertà spesso dignitosa, per arrivare in Europa, realizzarsi lavorativamente e poi aiutare la propria famiglia in Africa”. Firmano la sceneggiatura del film anche Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini, Andrea Tagliaferri.
Margherita Bordino
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