L’irriverente Enea di Pietro Castellitto. Una bella prova da regista
Opera seconda il Pietro Castellitto che definisce il suo film un “gangster movie”. Un film cinico, romantico, ironico e irriverente in cui ci sono anche Sergio Castellitto e Benedetta Porcaroli
A 31 anni l’attore e regista Pietro Castellitto fa il suo debutto in Concorso a Venezia 80. Enea è il suo secondo film, mentre con l’opera prima aveva vinto sempre alla Mostra del Cinema la sezione Orizzonti con I Predatori nel 2020. Se nel suo esordio alla regia aveva scelto di raccontare la storia di due famiglie di diversa estrazione sociale, completamente agli antipodi, in questa seconda opera si concentra su due personaggi, amici fraterni e uniti contro tutti. “‘Enea’ è un film sul desiderio di sentirsi vivi, il bisogno che muove tutte le scelte di Enea è di sentire dentro di sé il movimento della vita. E se magari i ristoranti, il circolo sportivo, i posti che frequenta possono essere elitari, la vitalità non lo è, è incorruttibile“, commenta il giovane Castellitto che, tra i suoi sostenitori, può vantarsi di avere Luca Guadagnino, produttore con Frenesy e insieme a Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle. Il film sarà nelle sale dal 25 gennaio con Vision Distribution.
Enea: un vero “gangster movie”?
Enea è descritto da Pietro Castellitto come “un gangster movie senza la parte gangster”. Quella che ha scelto di raccontare sul grande schermo, e con grande prova registica, è “una storia di genere senza il genere”. Castellitto è un ottimo sceneggiatore – oltre che attore – e riesce a creare personaggi e dialoghi unici che si muovono in modo grottesco e ironico. In Enea – con un notevole budget a disposizione – si proprio divertito e per questo i suoi personaggi ad un certo punto iniziano a farsi la guerra. “La componente criminale del film viaggia silenziosa su un binario nascosto, e sopraggiunge improvvisa nelle fessure dei rapporti quotidiani, sconvolgendo i protagonisti ignari”, commenta il regista. “L’idea era quella di creare una narrazione in cui il punto di vista dello spettatore combaciasse con quello di chi subisce il narcotraffico: all’improvviso si può vincere e all’improvviso si può morire, e nessuno saprà mai il perché. I protagonisti sono mossi dal mistero della giovinezza. Non fanno quello che fanno né per i soldi né per il potere, ma forse per vitalità, per testare il cuore, per capire fino a che punto ci si possa sentire vivi oggi, all’alba di questo nuovo millennio, saturo di guerre raccontate e di attentati soltanto visti”.
La storia di Enea e della sua famiglia nel film di Castellitto
Enea rincorre il mito che porta nel nome: lo fa per sentirsi vivo in un’epoca morta e decadente. Lo fa assieme a Valentino, aviatore appena battezzato. I due, oltre allo spaccio e alle feste, condividono la giovinezza. Amici da sempre, vittime e artefici di un mondo corrotto, ma mossi da una vitalità incorruttibile. Oltre i confini delle regole, dall’altra parte della morale, c’è un mare pieno di umanità e simboli da scoprire. Enea e Valentino ci voleranno sopra fino alle più estreme conseguenze. Tuttavia, droga e malavita sono l’ombra invisibile di una storia che parla d’altro: un padre malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre sconfitta dall’amore e una ragazza bellissima, un lieto fine e una lieta morte, una palma che cade su un mondo di vetro. È in mezzo alle crepe della quotidianità che l’avventura di Enea e Valentino lentamente si assolve. Un’avventura che agli altri apparirà criminale, ma che per loro è, e sarà, prima di tutto, un’avventura d’amicizia e d’amore.
Il commento di Sergio Castellitto, padre di Pietro
Pietro Castellitto si sà, è figlio d’arte. Sergio Castellitto e Moira Mazzantini sono i suoi genitori e sicuramente da loro ha preso la passione per il cinema e per la scrittura. E in questo suo nuovo film il padre è sul padre anche nella finzione. “Non lo considero il secondo film di Pietro ma la fine di una sua trilogia. Lui ha iniziato a scrivere la sceneggiatura più di 10 anni fa, poi c’è stata la digressione con la letteratura e poi il ritorno al cinema”, dice Sergio Castellitto. “Ora dovrebbe pensare al suo quarto film. La cosa che mi appassiona è che riesce a trattare bene le fasi della vita, la generazione adulta è composta da persone per bene però che sono crepate e fallite, mentre la nuova generazione ha ancora la forza di essere romantica e tragica, e ciò la rende ancora più reale”. Enea è un gran bel film. Si perde in alcuni momenti e forse una scena in particolare (di cui non facciamo spoiler) non piacerà a molti spettatori, in particolare, americani, ma va riconosciuto che il talento è enorme. Pietro Castellitto è un signor regista. Sa cosa vuole, si diverte, può unire più mondi e creare riflessioni al passo con i tempi.
Margherita Bordino
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