Il grande sciopero di Hollywood sta per finire? Come cambia l’industria del cinema americano

La più significativa protesta dell’industria del cinema hollywoodiano dal 1960 a oggi avrebbe già causato una perdita di 5 milioni di dollari. Con l’accordo tra Writers Guild of America e grandi produttori degli Studios, il primo spiraglio di apertura

La notizia è questa: è stato raggiunto un accordo tra la Writers Guild of America (Wga), il sindacato che raccoglie scrittori e autori che lavorano per tv e cinema, e la Amtpt, l’associazione che rappresenta i grandi produttori. Cosa vuol dire? Significa che lo sciopero di Hollywood, il più significativo dal 1960 ma non l’unico, potrebbe concludersi a breve. Manca però ancora la parola di un altro sindacato, quello degli attori e performer della tv e del cinema, la Sag-Aftra. A oggi sono trascorsi cinque mesi dall’inizio delle proteste, che già hanno causato una perdita notevole per l’industria americana degli Studios: secondo una stima dell’economista del Milken Institute Kevin Klowden si tratta di almeno 5 miliardi di dollari tra la California e gli altri centri di produzione statunitensi del New Mexico, Georgia e New York.

Alejandro G. Iñárritu
Alejandro G. Iñárritu

Perché il cinema di Hollywood è in sciopero

Lo sciopero è stato votato in prima battuta lo scorso 2 maggio proprio dalla Writers Guild of America, che chiede maggiore stabilità e retribuzione per i suoi iscritti denunciando una situazione insostenibile di precariato. Questo perché, lì dove il salario minimo esiste, è stato applicato soltanto a chi scrive per cinema e televisione e quindi numerosi scrittori che lavorano solo online sono finora stati pagati meno. Altro punto di contrasto tra produttori e scrittori è l’utilizzo delle IA come ChatGPT: la Writers Guild of America ne chiede una regolamentazione, vietandone l’uso sui materiali letterari, quindi per scrivere materiale originale, ma anche per riscrivere qualsiasi cosa già scritta da un altro autore, e per correggere i testi. Al salario e all’intelligenza artificiale si aggiungono altre questioni che, seppur “minori”, hanno messo in subbuglio – e per fortuna – un intero sistema che, al di là dell’arte, si è ormai ridotto a essere un triste e feroce business. 

HOLLYWOOD foto di SAEED ADYANI NETFLIX
HOLLYWOOD foto di SAEED ADYANI NETFLIX

L’accordo tra Writers Guild of America e Studios

I dettagli dell’intesa raggiunta dagli Studios e dal sindacato degli sceneggiatori non sono ancora stati resi noti. In una prima nota ufficiale, la Writers Guild of America ha scritto: “Anche se non vediamo l’ora di condividere con voi i dettagli di ciò che abbiamo ottenuto, non possiamo farlo finché non avremo messo l’ultimo puntino sulla ‘i’”. Secondo quanto riportato dal New York Times, gli scrittori di cinema e tv sarebbero riusciti a ottenere buona parte di ciò che hanno richiesto, trovando un dialogo su aumenti della paga minimagaranzie sulla fase di scrittura dei soggetti e percentuali più alte dei diritti d’autore per le opere destinate allo streaming. La curiosità più accesa però è quella che coinvolge l’intelligenza artificiale: sarà regolamentata? Su questo al momento tutto tace…

Cosa potrebbe cambiare a Hollywood?

Siamo davvero ai titoli di coda dello sciopero hollywoodiano che ha bloccato set di alcuni dei titoli, tra cinema e serie tv, più attesi? Se anche fosse, questi cinque mesi di stop porteranno con sé un notevole cambiamento, anche solo nella promozione di un film. La Mostra del Cinema di Venezia ne è stata prova: lì, gli attori appartenenti a progetti degli Studios, in quanto iscritti alla Sag-Aftra, non hanno potuto accompagnare la presentazione dei film né promuoverli a distanza o sui loro canali ufficiali. Questo se da un lato ha destato timore e malcontento, in particolare da parte della stampa e di addetti ai lavori, dall’altro non ha impedito a produzioni e distribuzioni di lavorare e trovare la giusta visibilità per le loro storie. Cosa accadrà quindi adesso?

C’è ancora un domani. 18esima edizione della Festa del Cinema
C’è ancora un domani. 18esima edizione della Festa del Cinema

E se in sala ne giovasse il cinema italiano?

Prevedere il futuro è impossibile. C’è chi teme che il “buco” di contenuti in arrivo da Hollywood sarà percepibile verso la metà del prossimo anno, e chi invece sostiene che le case di produzione abbiano progetti pronti per supplire fino a tutto il 2024. Gli occhi sono puntati però sulle prossime mosse dei servizi di streaming, in particolare Netflix. Come si comporteranno realmente? Quanto lo sciopero ha inciso sulle loro grandi produzioni originali? Nel nostro Paese, e parlando invece di sfide di botteghino, il cinema italiano non può che tirare un sospiro di sollievo: con un numero limitato di titoli americani  in uscita, e  quindi meno competitor in sala, puntando su una giusta campagna di comunicazione la nostra industria potrebbe ottenere ottimi incassi, avendo in uscita film importanti come L’ultima volta che siamo stati bambini di Claudio BisioC’è ancora domani di Paola CortellesiComandante di Edoardo De AngelisAdagio di Stefano Sollima.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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