A Venezia ottima presenza di Woody Allen col film ‘Coup de Chance!’
Ricorda Match Point ed è in lingua francese. Con il suo cinquantesimo film Allen dimostra di essere inarrestabile e sempre il solito tragicomico
Cinquantesimo film per Woody Allen! E con Coup de Chance!, presentato in Concorso all’80esima Mostra del Cinema, racconta di una coppia di americani a Parigi. Il film ha lo stile proprio di Allen, sempre fedele a se stesso e al suo modo di raccontare, con un finale molto piacevole. “Per il mio cinquantesimo film mi sono detto che potevo azzardare e che potevo girare per la prima volta direttamente in francese”, dice il regista. “È una lingua che non conosco però non è stato difficile, perché capisci comunque se un attore è realistico, credibile o se sta sbagliando tono”. Ed ha aggiunto: “Poi erano attori e attrici di primo livello, non li ho dovuti dirigere più di tanto, al massimo abbiamo parlato in inglese. Mi piaceva far parte di un gruppo di registi con cui sono cresciuto e che ho sempre adorato come quelli francesi, da Truffaut a Renoir, da Godard a Resnais. Del resto da giovani in America volevamo tutti fare dei film come gli europei. È stato meraviglioso farlo”. Coup de Chance! arriverà nelle nostre sale con Lucky Red.
Un film di Woody Allen in tutto e per tutto
Parigi è una città che Allen con il suo cinema ha già frequentato, lo ha fatto con Midnight in Paris ma il film che più di tutti ha qualche assonanza con Coup de Chance! è Match Point, sì proprio lui, uno dei suoi migliori di sempre… In Coup de Chance! Allen parla di “capriccio, caso, fortuna, di come abbiano un impatto dominante nelle nostre vite, anche se non ci piace ammetterlo. I due film dicono le stesse cose, ma in storie differenti. Parlando anche di morte, ma vi dico una cosa: non puoi fare niente, è un brutto affare e non aiutano contro di lei né la scienza né la filosofia o la commedia”. E aggiungendo una nota privata: “Nella vita sono stato molto fortunato, ho avuto genitori amorevoli e buoni amici, splendidi figli e mogli. Non ho mai sofferto per niente di terribile, alla bella età di 87 anni, niente che mi portasse in ospedale. Quando ho iniziato, tutti hanno enfatizzato quello che facevo bene, non sottolineando quello che mi veniva peggio. Ho avuto molti elogi non meritati, attenzione e rispetto. Spero che continui, ma per ora è andata molto bene”.
La storia di Allen, la luce di Storaro
Il film racconta dell’importante ruolo che il caso e la fortuna giocano nelle vite di ogni individuo. Fanny e Jean, i due personaggi protagonisti, sembrano la coppia di sposi ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati come la prima volta che si sono incontrati. Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi… Alla fotografia del film c’è Vittorio Storaro, ormai sodale amico e collega di Allen che ha dichiarato: “Da quando nel 2015 ho incontrato Woody ho riconosciuto in lui un grande scrittore. Per me è fondamentale capire il concetto della storia e così capire come io possa usare la luce per analizzare il concetto delle parole e presentarlo al regista”. E ha aggiunto: “Io senza uno scritto e senza un regista non è esistito. E quanto ho letto questa sceneggiatura ho individuato la possibilità di una dualità cromatica nei personaggi di Fanny e il marito. Così ho dato a lei un tono della luce naturale con toni caldi, solari, mentre nella casa ho inserito l’azzurro, colore connesso al pensiero, alle emozioni. Un tono di intelletto e uno di emozione”.
Margherita Bordino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati