Venezia 80. Cos’hanno in comune i nuovi film di Roman Polanski e Frederick Wiseman?
I protagonisti delle pellicole firmate dai due registi e presentate alla Mostra del Cinema di Venezia sono un hotel e un ristorante. Abbiamo visto i due film, e confrontarli è stato per noi naturale. Ecco cosa ne pensiamo
Nel terzo e quarto giorno al Lido si incrociano due pellicole che nella loro estrema diversità illuminano un aspetto che Downton Abbey ci ha insegnato ad apprezzare, il dietro le quinte di chi lavora a servizio di qualcuno. Nello specifico, The Palace di Roman Polanski, ambientato in un hotel di lusso svizzero di primi Novecento, il The Palace di Gstaad. E Menus Plaisirs, documentario fiume di 240 minuti di Frederick Wiseman dedicato a una realtà d’eccellenza francese, il Troisgros, ristorante tre stelle Michelin, gestito dalla omonima famiglia da quasi un secolo e adesso giunto alla quarta generazione con alla guida Chef Cesar Troisgros.
Roman Polanski e Frederick Wiseman a Venezia 80
Per certi versi i due film non potrebbero essere più lontani. Polanski privilegia la boutade, il suo è cinema di finzione, e la clientela dell’hotel, seppure facoltosa, lascia a desiderare per stile ed educazione. Wiseman invece – come da tradizione – è rigoroso e asettico, il suo è cinema del reale. Eppure, nei lavori presentati a Venezia 80 dai due grandi autori, emerge la volontà di mettere in scena l’enorme e laborioso compito di fornire al cliente un servizio di standard superiore, e lo scarto – in termini di fatica, competenza, professionalità – che questo comporta. Gli ospiti del Palace Hotel sono sguaiati e cafoni, e il trattamento riservato ai dipendenti strizza l’occhio al filone del neo schiavismo portato in auge da Bong Joon-ho con Parasite. Al Palace fervono i preparativi per il capodanno 2000, e tra millennium bug, caduta di Boris Eltsin e morti improvvise, la festa prenderà una piega inaspettata. Il film di Polanski non è da annoverare tra i suoi capolavori – uscendo dalla sala qualcuno lo ha persino paragonato a un cinepanettone di Vanzina – ma ha un grande ritmo narrativo e riserva momenti di raffinata comicità, come la scena dei miliardari russi che assistono in diretta tv, in pieno festino alcolico en suite, all’ascesa di Putin.
“Menus Plaisirs” di Frederick Wiseman
Tutt’altro ambiente è quello descritto da Wiseman in Menus Plaisirs, qui gli avventori del ristorante stellato sono educati e silenziosi. Tutto si svolge in un clima di sussurri e serenità, tanto che lo chef, in una delle scene chiave del documentario, afferma che il suo modo di dirigere la cucina non si affida alla voce, ma agli sguardi. In un ambiente così sofisticato ed esclusivo, l’effetto Parasite è però sempre dietro l’angolo. E nonostante il regista non prenda alcuna posizione in merito – non è certo sua intenzione denunciare le disparità e il lusso – serpeggia inevitabile il sottotesto del privilegio e della sua annessa ombra, l’ingiustizia. Al Troisgros una schiera di camerieri apparecchia con attenzione maniacale, le posate parallele al millimetro e perpendicolari ai bicchieri. Nelle cucine frotte di cuochi affettano, minuzzano, pelano, soffriggono, sgusciano, in una catena di montaggio culinaria. Si registra in effetti qualche défaillance, lo chef usa lo stesso cucchiaio per assaggiare più volte le pietanze, sconosce la stagione dei melograni, non ha mai assaggiato le nespole e ha appena appreso che esistono le foglie di capperi. Ma in compenso si muove benissimo nella dimensione fusion ed è stato tra i primi, decenni fa, a interessarsi di cucina giapponese, piantando la soia e altri ortaggi del Sol Levante nei suoi terreni. Il Troisgros è celebre per l’uso di materie prime dalla qualità eccezionale. Già dalle prime scene gli uomini della famiglia (tutti chef, le donne sono preposte alla supervisione e alla struttura ricettiva) si recano al mercato per scegliere i migliori ortaggi, funghi scultorei, primizie. Sarà poi la volta della visita ai pascoli e ai caseifici limitrofi al ristorante. Tutte realtà d’eccellenza che insieme creano una rete virtuosa premiata con una ulteriore stella verde Michelin.
Roman Polanski e Frederick Wiseman a confronto
In entrambe le pellicole si respira la dedizione assoluta al lavoro e il rispetto per la gerarchia. La prima scena di The Palace è infatti quasi militaresca, il manager dell’Hotel passa in rassegna i dipendenti, e da questo impianto non si discosta l’organizzazione del Troisgros. “Questo è un lavoro serio, non siamo ad Hollywood!”, dichiara lo chef. Forse, dimenticando, per un attimo, di essere protagonista di un film di Wiseman.
Mariagrazia Pontorno
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