Alla Festa del Cinema di Roma Pappi Corsicato racconta Jeff Koons
Il festival, giunto alle 18esima edizione, lascia ampio spazio a contenuti di cinema che riguardano l’arte e le arti. Un esempio lampante? Il docu-film sull'artistar americano
“Ha raggiunto un successo indiscutibile e le sue opere hanno prezzi d’asta da record. È l’artista che ha rivoluzionato il sistema dell’arte contemporanea internazionale”. La Festa del Cinema di Roma giunta al suo 18esimo anno non rinuncia a contenuti di cinema che riguardano l’arte e le arti e tra i più interessanti di questa edizione c’è Jeff Koons. Un ritratto privato, documentario a firma di Pappi Corsicato. Il film è nelle sale con Nexo Digital il 23, 24, 25 ottobre. Il film si concentra sul rivelare chi è l’uomo che si nasconde dietro l’artista, a togliere la maschera pubblica ed indagare verso qualcosa di più emotivo. Jeff Koons (Pennsylvania, 1955) è solo l’uomo e l’artista che ha trasformato oggetti di uso quotidiano in forma d’arte?
La meraviglia delle opere di Jeff Koons
“La storia di Jeff Koons prende il via da una passione smodata per l’arte, classica e rinascimentale prima di tutto. E da una venerazione per l’Italia. Ma, ancor prima, si innesta su un’infanzia prodigiosa in cui il sentimento di meraviglia ha un grado di purezza e un’energia che, negli anni successivi, Jeff Koons vorrà con tutto sé stesso riportare alla luce”, racconta Pappi Corsicato. “Di fronte a un Balloon Dog oversized, a un coniglietto in acciaio o a una ballerina gigante – ha intuito Koons – rimaniamo colpiti come ci capitava solo da bambini per le nostre prime scoperte. Questa è forse l’alchimia più intima di cui Jeff Koons è capace: farci tornare alle origini, farci ritrovare uno sguardo bambino quando osserviamo il mondo che ci circonda. E quando osserviamo le sue opere d’arte”.
Un mondo quotidiano e artistico nel film di Pappi Corsicato
E non finisce qui. Il pensiero attorno al quale Corsicato è molto profondo e riguarda anche altre opere di Koons. Riguardo le Glazing Balls dice: “Sono sfere in vetro di colore blu poste di fronte o al di sopra di fedeli riproduzioni di opere d’arte gradite all’artista. In quelle sfere noi ci riflettiamo, letteralmente, entrando così in contatto con l’opera d’arte che pure si specchia sulla loro superficie. Per questo il documentario si spinge “oltre lo specchio” e ci mostra le dinamiche nascoste dietro la persona, l’artista e il “marchio” Koons, uomo dell’iperbole. E ci permette di immergerci in un mondo in cui gli oggetti quotidiani e la nostalgia per il pop trascendono le loro forme originali e si trasformano in opere d’arte, elevando il loro status dallo scontato al sublime. Per lasciare che lo spettatore guardi dentro di sé e dentro al suo stesso modo di pensare”.
Un viaggio nella psiche di Koons
È lo stesso regista che dà una definizione bellissima al suo film: “Questo è un viaggio reale e sorprendente nella mente e nella psiche più profonda di Jeff Koons”. Ed in effetti è così. È un film che va ben oltre il classico documentario. Koons svela qualcosa di sé di inedito e lo fa con grande generosità. “Da sempre lo conosciamo come un uomo estremamente pragmatico, noto per il suo approccio scientifico”, sempre Corsicato. “Oggi ci svela un quotidiano in cui famiglia e figli rappresentano il cuore della sua vita: gioca con loro a biliardo, condivide con passione quello che fanno e i loro sogni, alleva mucche e cavalli della tenuta in Pennsylvania in cui vive… E con la stessa intimità ha voluto iniziare a raccontarci come realizza materialmente i suoi lavori. Spesso i documentari d’arte sono estremamente didattici. Questa volta Koons, in modo per tanti versi inatteso, ci ha dato la possibilità di spingerci oltre e comprendere davvero la sua passione per gli oggetti comuni, per gli elementi che formano il quotidiano di noi tutti o quello dei nostri antenati“.
Margherita Bordino
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