La moglie di Tchaikovsky: al cinema il film sul matrimonio tormentato del grande musicista
"La moglie di Thaikovsky" è la storia di un amore a senso unico che coinvolge il grande musicista russo e la donna che decise di sposarlo. Ecco il trailer del film di prossima uscita
Le vicende biografiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, meglio noto come Tchaikovsky, permeano profondamente la sua produzione artistica. Il grande compositore russo, autore de Il Lago dei Cigni, è noto in tutto il mondo per il suo grande lascito musicale, ma circolano anche diverse biografie che ci restituiscono la figura di un artista dall’animo tormentato e complesso. Non è un caso dunque se le storie sul suo conto si prestino a trasposizioni cinematografiche, come quella diretta da Kirill Serebrennikov, dal titolo “La moglie di Tchaikovsky”.
La moglie di Tchaikovsky: la sinossi del film
In uscita nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 5 ottobre con I Wonder Pictures, il film si concentra sulla storia del matrimonio che legò Tchaikovsky ad una sua allieva di nome Antonina Ivanovna Miljukova. Come riportato dalle biografie, e ammesso dallo stesso musicista nelle sue lettere e nel suo diario, per lui si trattava di un unione di facciata, essendo omosessuale nella Russia dell’Ottocento. La pellicola di Serebrennikov tenta così di narrare la relazione tra i due, dal punto di vista della giovane e passionale consorte, letteralmente impazzita per il reiterato rifiuto da parte dell’uomo amato.
La sinossi ufficiale così recita: “Russia, seconda metà dell’Ottocento. In un’epoca in cui le donne non sono altro che un nome scritto sul passaporto dei mariti, Antonina Ivanovna, aspirante musicista, si innamora perdutamente del compositore Pyotr Ilyich Tchaikovsky e lo convince a sposarla. Ma questo nuovo legame rischia di distruggere entrambi: Tchaikovsky, infatti, non ha mai amato una donna, e non inizierà certo con lei. Dal genio di Kirill Serebennikov (Summer, Petrov’s Flu), un sorprendente racconto di amore, ossessione e musica diretto con maestria e meticolosa cura del dettaglio”.
La vita di Tchaikovsky, tra verità e tabù
“Il mio film sulla moglie di Tchaikovsky svela la storia della vita privata del compositore di fama mondiale. Per decenni, la vita privata e intima del compositore è stata oggetto di dicerie o tabù, intenzionalmente nascosta a coloro che si interessavano alla sua storia e al suo background. In epoca sovietica, tutte le lettere e i diari “illegittimi” e “immorali” del compositore furono trattenuti dalle autorità e censurati. A causa di ciò, la propaganda sovietica creò un’immagine del “grande compositore russo”, senza qualità né tratti umani” dichiara il regista Kirill Serebrennikov.
“Il resto del mondo ha un’impressione piuttosto limitata e scandalosa del compositore omosessuale che, come ogni mezza verità, è piena di dicerie, volgarità e ipotesi discutibili”, e sul film dichiara: “La decisione di sposarsi per porre fine alle dicerie e cambiare vita fu alla fine la causa di una grave crisi interiore e di depressione per Tchaikovsky e la separazione con la moglie Antonina praticamente distrusse lei fino a farla del tutto impazzire”.
Il regista pone poi l’accento sulla figura della giovane donna e sulla sua condizione, spiegando che: “Il film mantiene il punto di vista di Antonina e il pubblico segue il suo percorso alla scoperta del grande Tchaikovsky e del suo mondo. Poiché la storia si svolge nella Russia della fine del XIX secolo e all’apice dell’Impero russo, è importante notare che le donne avevano pochissima libertà e pochissimi diritti. Per chiedere il divorzio era necessario ottenere un permesso ufficiale o un’ordinanza del tribunale e non era un compito semplice”.
Il film di Ken Russell su Tchaikovsky
Serebrennikov non è il primo a cimentarsi nel racconto di questa storia di tormenti e dolori: prima di lui è stato Ken Russel che, nel 1971, realizzò il film “L’altra faccia dell’amore”. Nel cast c’erano Glenda Jeckson, Richard Chamberlain, Christopher Gable e Max Adrian e le scene sono intrise della musica immortale di Tchaikovsky. Russell, a differenza di Serebrennikov, si concentra sul profilo psicologico del compositore, abbandonato da tutti, che si lascia morire bevendo acqua contaminata e contrendo fatalmente il colera.
Da queste produzioni cinematografiche emerge un aspetto univoco: la capacità del grande artista russo di coinvolgere emotivamente con la sua musica eterna, tanto quanto di trascinare nei suoi tormenti le persone a lui vicine.
Roberta Pisa
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