Cosa c’entra Pulp Fiction di Tarantino con 8 e ½ di Fellini?
È il secondo film di Tarantino, un cult che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes e la sua scena più famosa omaggia 8 e ½ di Federico Fellini. Vi raccontiamo qualche curiosità su Pulp Fiction
“Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate per sentirci più a nostro agio?”, dice saggiamente Mia Wallace in Pulp Fiction. È il 1994 quando il secondo film di Quentin Tarantino, poi divenuto cult, arriva nelle sale cinematografiche. A rendere il film così unico sono state anche le interpretazioni di grandissimi attori come John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman e Bruce Willis: un cast che ha fatto la storia del cinema. Insieme a Le iene e Kill Bill, Pulp Fiction è senza ogni ombra di dubbio il film più popolare di Tarantino, e attorno a esso ruotano tante storie. In effetti, Tarantino ha creato un film complesso e ricco di simbolismo, che esplora più temi come la violenza, la moralità, la casualità, la redenzione attraverso una serie di storie appunto interconnesse. Pulp Fiction – la cui locandina è nota a tutti – è uno di quei film in cui il significato può variare da persona a persona, ed è aperto a diverse interpretazioni.
Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Alcune curiosità
Pulp Fiction è un film corale in cui si abbracciano e scontrano le vicende di molti personaggi, tutti legati alla vita criminale. Si incrociano quindi una serie di relazioni e queste danno vita a un dramma brutale ma anche, e assurdamente, comico. La sua struttura narrativa non è per nulla lineare, le scene non seguono un ordine cronologico, e il tipo di scrittura dei dialoghi è così fuori dal comune da avergli permesso di diventare memorabile. “La maggior parte dei personaggi di Pulp Fiction vengono messi di fronte a delle scelte”, racconta il regista Quentin Tarantino. “Fanno una scelta e ne pagano le conseguenze o sopravvivono per raccontarlo”. Sui personaggi del film, così come sui suoi significati, c’è molto da raccontare. Prima di tutto, la famosa citazione tratta dal libro di Ezechiele, ripetuta più volte dal Jules di Samuel L. Jackson, era stata pensata inizialmente per un altro film, Dal tramonto all’alba. E poi, Vincent Vega (interpretato da John Travolta) è il fratello di Vic Vega, personaggio interpretato da Michael Madsen nel film d’esordio di Tarantino e quindi Le Iene, ma con questo film c’è anche un’altra connessione: la casa di Jules è la stessa casa in entrambi i film.
Pulp Fiction. La scena più iconica, quella del ballo
Pulp fiction, presentato in anteprima al Festival di Cannes del 1994, è un film da Palma d’Oro oltre che da Miglior Sceneggiatura Originale agli Oscar. E chi lo ha visto solo una volta, o anche nessuna, riconosce la sua scena iconica: quella del ballo tra Vincent e Mia (Uma Thurman, che non convinta della parte stava per rifiutare) sulle note di You Never Can Tell di Chuck Berry, musica divertente e spensierata, di totale rottura con il resto del racconto. I due eseguono un twist davvero coinvolgente e il merito va anche a Jerome Patrick Hoban che ne firma la coreografia. Un momento chiave di Pulp Fiction in cui il legame emotivo tra i due personaggi si rafforza e prende ispirazione dai film degli anni ’50 e ’60, essendo Tarantino un grandissimo e appassionato cinefilo. Tra tutti, è un omaggio alla scena del ballo tra Barbara Steele e Mario Pisu nel film 8 e ½ di Federico Fellini (1963).
Pulp Fiction e Federico Fellini
Il film di Federico Fellini e quello di Quentin Tarantino sono di epoche e stili molto diversi, eppure tra loro esiste qualche sinergia. Entrambi non hanno una costruzione lineare e sono sognanti. In 8 e ½, Fellini presenta una storia che si svolge in modo frammentato, spesso seguendo i sogni e le fantasie del protagonista Guido Anselmi. In Pulp Fiction Tarantino adotta una struttura narrativa simile, disordinata. In questo modo, i registi forniscono complessità alla trama, esplorando le crisi creative e di identità dei loro protagonisti. Nel caso di 8 e ½, Guido è un regista alle prese con un blocco creativo oltre che con responsabilità professionali e personali; in Pulp Fiction, i vari personaggi di Tarantino affrontano conflitti esistenziali e morali pur muovendosi in un universo criminale. È una coincidenza che l’ottavo film di Tarantino sia stato presentato a Roma nel Teatro 5 di Cinecittà, lo stesso usato da Fellini per i suoi film, e che il regista americano in quella occasione abbia affermato “per Fellini avrei fatto attore”?
Margherita Bordino
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