High & Low: lo stilista John Galliano al centro di un nuovo film
La pellicola diretta da Kevin MacDonald e presentata alla Festa del Cinema di Roma apre uno spaccato non sullo stilista ma sull'uomo. Crisi diplomatiche incluse
Stella luminosa nel firmamento della moda, John Galliano è uno degli stilisti più amati, discussi, ammirati e che hanno saputo suscitare stupore e scalpore, nel ventennio che va dai primi anni Novanta agli anni dieci del Duemila. Figlio del suo tempo ma mente vorace e geniale, ha riscritto le regole del gioco dell’haute couture, trasformando il lusso in arte. Dalla sua prima collezione alla Central Saint Martins di Londra, Les Incroyables, che Hamish Bowles, futuro e stimato critico, definisce “una delle cinque collezioni più belle che abbia mai visto”, il nomade che amava Napoleone Bonaparte tanto quanto Leigh Bowery, dopo l’esperienza da Givenchy passa alla Maison Dior, stravolgendone completamente identità e heritage. Chi era quel timido ragazzo divenuto icona di stile e vera e propria opera d’arte vivente? Lo racconta il regista premio oscar Kevin MacDonald, in High & Low: John Galliano, presentato in anteprima alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Special Screenings. Non un documentario sullo stilista ma sull’uomo e sui retroscena di un mondo spettacolare e cinico, disposto a sacrificare l’arte e i suoi figli al capitalismo, fino alla morte: reale (Alexander McQueen) o simbolica (John Galliano).
La vita di John Galliano al centro di una nuova pellicola
“Ti racconterò tutto, ma ora sto tremando, devo prendermi una sigaretta”. Così comincia la storia di una caduta. L’enfant terrible della moda, a più di sessant’anni, torna con la mente all’incidente (in verità più di uno) del Café La Perle nel 2011. Quando all’apice della fama e delle pressioni esterne si abbandona a quella “cosa disgustosa” e “orribile”, come lui stesso la definisce, che gli costa la carriera: una serie di commenti razzisti e antisemiti, che fanno alzare muri di indignazione. L’uomo capace di disegnare ben trentadue collezioni all’anno, tutte eccezionali, dimostrando di saper fondere gli stimoli più disparati, provenienti dalla letteratura, dal teatro, dal cinema, dal clubbing, dalla storia e persino dalla strada, non ha diritto a una seconda possibilità. Non si merita il perdono. Neanche a fronte dei video che lo riprendono perso nel vuoto e non solo nell’alcol. Non cerchiamo scuse o giustificazioni ma siamo sicuri che il tribunale della cancel culture abbia ragione? Il documentario pone implicitamente la domanda lasciando a noi la risposta, mettendo a confronto posizioni e dichiarazioni.
I contributi al film High & Low di Kevin MacDonald
All’opposto dell’intimo tributo ad Alexander McQueen di Ian Bonhôte e Peter Ettedgui, qui i contributi autorevoli non mancano: da Naomi Campbell a Kate Moss, da Penélope Cruz a Charlize Theron, ad Anna Wintour, che non ha mai nascosto la sua stima e il suo appoggio, come dimostra quest’opera prodotta in associazione con Condé Nast Entertainment. John Galliano siede di fronte alla telecamera esattamente come Philippe Virgitti, la vittima dell’incidente, e Sidney Toledano, toccato anche lui nel vivo e Ad di Dior a quel tempo, mostrandosi in tutta la sua vulnerabilità. Non è chiaro quanto sia viva la memoria dell’accaduto. Galliano appare ancora oggi confuso, per quanto consapevole dell’errore e disposto a parlarne. La discesa agli inferi, in cui ci accompagna MacDonald, è scandita dalle immagini di Scarpette Rosse di Michael Powell e Emeric Pressburger, da magnifiche collezioni e da episodi luttuosi, a cui non è stato dato il tempo di elaborazione, per i quali proviamo profonda e sincera pietà.
Carlotta Petracci
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