Come sopravvivere alle Feste? 10 serie tv che allieteranno i giorni natalizi

Con l’arrivo delle feste si cerca di sfuggire dalle grinfie di amici e parenti un po’ troppo invadenti. La soluzione? Immergersi nel mondo delle serie tv, tra puntate nuove e altre da recuperare

Come superare l’ennesimo Natale tra feste, aperitivi, cene e pranzi? O fate come il Grinch, oppure radunate amici e parenti davanti a uno schermo e lasciatevi attraversare da storie che vi porteranno altrove e, magari, saranno pure catartiche. Chissà se vicende di corone blasonate vi ispireranno a risolvere beghe familiari, lezioni di chimica vi insegneranno a ritrovare l’alchimia in amore e qualche omicidio vi farà ritrovare amicizie perdute sotto l’albero. Volutamente tralasciamo qualsiasi serie tv natalizia con neve finta, battute scontate e buoni propositi. Una serie di prevedibili cliché narrativi in cui prevale la famiglia tradizionale e il ruolo è quello imposto dal genere (in puro stile anni Cinquanta), insomma quel tipo di serie che vi farebbe sicuramente esclamare “Odio il Natale!”. Quindi, ecco di seguito una serie di suggerimenti ad hoc per riprendere o iniziare una serie tv durante queste giornate di relax.

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The Crown

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Buccaneers

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Lo scontro

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Lezioni di chimica

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Only Murders in the Building

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Fellow Travelers – Compagni di Viaggio

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The marvelous Mrs. Maisel

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The Morning Show

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Chiama il mio agente

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Circeo e La legge di Lidia Poet

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Il Natale in 10 episodi iconici

Si prova sempre un po’ d’invidia per chi ancora non ha visto un film di cult, o letto un libro iconico. E questo, talvolta, accade anche con qualche serie tv, proprio come The Crown (Netflix), che vi piacciano o no le corone, che amiate o no gli aristocratici, che ammiriate o no i britannici. Perché alla fine è una favola con tanto di risvolti noir, bellici, onirici e non finisce mai, neppure quando la regina muore, come nella sesta e ultima serie. E se ancora non l’avete vista, recuperatela, ripasserete un po’ di storia tra Prima e Seconda Guerra Mondiale, capirete come si scrivono discorsi illuminanti, come funzionano gli intrighi di palazzo e le faide familiari. Vedrete susseguirsi capi di governo, mentre si consumano tradimenti reali e si preparano feste sontuose. E poi si passeggia in campagna, ci si prepara a battute di caccia (ma ancora?), ci si immerge nel glamour più ambito tra paparazzi e sofferenze fino al tragico epilogo di Lady Diana, al grande amore di Carlo per Camilla e all’affievolirsi di un’amicizia tra due fratelli, William e Harry. Ebbene sì Kate ci sarà, per quanto riguarda Meghan, il creatore Peter Morgan ce la risparmierà, con annessa discussione sul razzismo di corte. Ma non facciamo finta di stupirci, sono pur sempre il paese coloniale per eccellenza.

THE CROWN
THE CROWN

Se vi sono piaciute Dickinson e Bridgerton, adorerete The Buccaneers (Apple Tv), anzi forse vi piacerà un po’ di più. È tratto dall’omonimo romanzo di Edith Wharton e gli elementi sono sempre gli stessi. È un period drama, siamo attorno al 1870, ci sono contesse e duchi inglesi, e americani arricchiti e chiassosi. Le protagoniste sono cinque amiche, ognuno con la sua personalità, c’è chi è più ribelle come Nan, chi vuole solo trovare un marito, Jinny, chi lo vuole ma solo di facciata, Mabel, chi è più simile a Meghan che a Kate Middleton, Conchita, e chi è più suggestionabile, ma ha il coraggio della sopravvissuta, Lizzy. I temi ci sono proprio tutti: razzismo, abuso, costrizione di genere, LGBTQ+, “sorellanza” e gaslighting (ovvero la manipolazione che non sempre sfocia in violenza fisica, ma reca diversi danni psicologici). Ebbene sì, questa serie tv “di passato” ha solo i costumi, splendidamente disegnati dall’italiano Giovanni Lipari, per il resto, non mancano il revisionismo storico in pura fanfiction, la colonna sonora pop rock tra Taylor Swift a Beth Ditto, i balli sfrenati, le feste da capogiro e le location mozzafiato (dalla campagna britannica, alle scogliere scozzesi).

BUCCANEERS
BUCCANEERS

Black comedy (Netflix), firmata dal coreano Lee Sung Jin, è una disamina dei rapporti umani, delle faide, delle “guerre” che iniziano per delle banalità, come uno scontro in auto. Lo scontro è l’occasione di scavare a fondo nell’anima di due personaggi, un uomo e una donna, due sconosciuti che iniziano a odiarsi, ma anche ad allearsi, sfruttarsi, ricattarsi, spiarsi in un gioco crudele che riporta agli estremi di Un giorno di ordinaria follia, La guerra dei Roses e Breaking Bad. Amy e Denny sono due americani di origine asiatiche, lei ha una start up di piante per hipster privilegiati, una bambina e un marito, figlia di un noto artista, ma soffre di una cronica insoddisfazione. Lui ha un’impresa di riparazioni, non proprio fiorente, che cerca una vendetta ai suoi continui fallimenti. Due persone che, di base, soffrono di depressione, come il resto dell’umanità, vivendo un’esistenza dove i rapporti sono privi di sincerità e tutti nascondono le proprie paure e solitudini. Una serie che è una riflessione sulla condizione umana, sull’indifferenza del prossimo, sulla fobia da contatto. E, paradossalmente, l’unico contatto concesso è quello fisico, carnale, tra sesso e violenza. Non è un caso che, in originale, s’intitolasse Beef, ovvero carne (e più precisamente: manzo) che però significa anche forza, energia, lamentela. E in effetti la serie è un lamento, senza sosta, di una società dominata dal vuoto e dalla mancanza di desiderio di capirsi, comprendersi, conoscersi, ma lo fa con un ritmo coinvolgente e una narrazione divertente.

LO SCONTRO
LO SCONTRO

All’inizio della serie dovrebbero mettere un’avvertenza: “Non è tratta da una storia vera”, perché a vederla si direbbe eccome. Una sorta di Madame Curie, ancora meno fortunata. Perché Lezioni di chimica (Apple Tv), dall’omonimo romanzo di Bonnie Garmus, narra le vicende di Elizabeth Zott, una donna con un’intelligenza fuori dalla norma e un grande talento per la chimica. Siamo negli anni Cinquanta e non può “esercitare” la sua professione, ed è  così ridotta a fare da assistente a dottorandi. Però Elizabeth non demorde, nulla la ferma, neppure quando incontra un altro genio come lei che ha vinto premi, ma è in crisi. I due si innamorano e nel loro modo di vivere isolati, senza famiglia e un po’ autistici, continuano a scoprire e a studiare, promettendosi di non sposarsi mai. Una tragedia sconvolge la storia e allora Elizabeth si deve inventare un nuovo lavoro, ma siccome cucinare, in fondo, è chimica, eccola condurre un cooking show in tv, ispirando donne a laurearsi e non solo a preparare pranzetti luculliani per i loro mariti. Una serie che ci chiede di essere sempre noi stessi e di non sottrarci mai alla nostra verità. 

LEZIONI DI CHIMICA
LEZIONI DI CHIMICA

Ci troviamo a New York, e più precisamente a Manhattan, dove in uno storico e lussuoso palazzo chiamato Arconia impazzano omicidi di ogni genere. Se vi piacciono i misteri, adorate giocare a Cluedo, amate New York e i suoi inquilini pieni di nevrosi, non potete perdere Only Murders in the Building (Disney+). E nella terza stagione, c’è persino Meryl Streep, straordinaria come sempre, nei panni di un’attrice che incontra il successo passati gli “anta”. Una serie che è anche una parodia metateatrale che innalza il musical, ridimensiona i critici e nobilita il concetto di amicizia e amore ad ogni età, senza mai essere patetico o privo di sorprese. Potrete persino divertirvi a trovare degli Easter Egg dedicati alla Streep. E così anche a Natale, il delitto è servito.

ONLY MURDERS IN THE BUILDING
ONLY MURDERS IN THE BUILDING

Una serie sui meccanismi che muovono la politica a Washington, dagli Anni Cinquanta agli anni Ottanta, ma con un focus particolare sulla difficoltà di essere gay, lesbiche o trans in quegli anni. Fellow Travellers – Compagni di viaggio, prodotto da Showtime (Paramount+), politicamente indica i simpatizzanti di una corrente, soprattutto comunista, pur non essendone reali sostenitori, ma sottintende anche chi cela una storia d’amore dietro un’amicizia, proprio come fossero semplici compagni di viaggio. La serie è scandita da continui flashback che ripercorrono la vita dei protagonisti, il lobbista Hawk e il segretario ultra cattolico Tim. I due si innamorano, mentre il senatore McCarthy imprigiona presunti comunisti o queer, considerandoli “moralmente deviati”. Peccato che anche lui, come molti altri paladini dell’etica fossero essi stessi omosessuali. E la serie ne svela nomi, ne approfondisce motivazioni, ne denuncia l’ipocrisia. Tratto dal romanzo di Thomas Mallon, viene trasposto, con una narrazione assai classica da Ron Nyswaner, lo stesso di Philadelphia, il film del ’93 con Tom Hanks che, per primo, affrontò una tematica tabù come l’Aids. E anche qui se ne parla, come pure di razzismo, omofobia e dell’essere queer nella comunità black. Non vengono neppure risparmiati gli eccessi di droghe o il sesso esplicito e occasionale. Gli interpreti sono molto credibili, eccellono Matt Bomer (The Boys in the Band) e Jonathan Bailey (Anthony di Bridgerton). 

FELLOW TRAVELERS – COMPAGNI DI VIAGGIO
FELLOW TRAVELERS – COMPAGNI DI VIAGGIO

È impossibile non farsi conquistare dalle battute sarcastiche, eccessive, cattive di La fantastica Signora Maisel (Prime Video), a cui si aggiungono quelle di Susie, la sua agente fuori dagli schemi, devota e irriverente, che porta in scena una donna mai prevedibile o scontata. Siamo negli anni Cinquanta, quelli in cui le donne devono stare a casa con i figli, a preparare feste e cene per i mariti e i colleghi di lavoro, perché a far carriere possono essere solo i maschi (con annessa disparità salariale). La serie è un inno ai diritti delle donne con una Signora Maisel che, per 5 stagioni, insegue l’ambizione di diventare una stand-up comedian di successo. In fondo, era lei a scrivere le battute al marito e, finalmente, dopo aver scoperto i tradimenti del consorte, lo lascia e inizia a esibirsi sui palcoscenici più importanti, passando per strip club e cabaret da due soldi. Menzione speciale per i genitori, Abe e Rose, con il loro sagace umorismo ebraico, a cui si sovrappone l’irriverente sense of humor di Lenny Bruce: La commedia, il cabaret. Ti piace?… È un lavoro terribile e non dovrebbe esistere, come il cancro o Dio”. Se vi piace il politicamente scorretto, con una buona dose di femminismo, non potete perderla.

THE MARVELOUS MRS. MAISEL
THE MARVELOUS MRS. MAISEL

Una serie sul giornalismo, lo showbiz e l’infotainment che racconta, senza filtri, gli abusi di genere, anche da parte di donne verso altre donne, che denuncia ogni forma di razzismo, di vittimizzazione verso chi ha subito violenze, ma che ha anche l’ardire di mostrare il punto di vista dell’abusatore. Una serie politica che urla allo scandalo quando una nazione mette in discussione la legge sull’aborto, che rifiuta la prevaricazione dei magnati dell’hi-tech alla Elon Musk, che non lesina in storie d’amore LGBTQ+, in amicizie messe a repentaglio da gerarchie professionali o in tradimenti e complotti in stile Succession e The Newsroom. Un cast perfetto, che stupisce ad ogni puntata interpretata e prodotta dal duo Reese Witherspoon e Jennifer Aniston ed è scritta e diretta da donne senza approfittarsi dei cliché di genere. Premi e nomination si susseguono, tra Emmy e Golden Globe, ne è conferma la terza stagione (Apple Tv). Per chi vuole divertirsi, arrabbiarsi, pensare, senza rinunciare a una regia e a uno storytelling appassionanti, inclusivi e con momenti da thriller.

THE MORNING SHOW
THE MORNING SHOW

Dix pour cent è una serie originale e innovativa che fa dell’autoironia il principio cardine su cui ruotano le vicende di attori e attrici reali che pagano, appunto, il 10% delle loro fee a un’agenzia. La serie si è meritata parecchi remake, da quello indiano a quello italiano, proprio perché racconta lo showbusiness con umorismo e attraverso attori che, interpretando se stessi, si prendono in giro, aggiungendo una buona dose di sarcasmo alle loro idiosincrasie e atteggiamenti da vip. A fare da contraltare, le vicende degli agenti stessi che, tra figli illegittimi, storie d’amore difficili e invidie varie, riescono ad appassionare talvolta anche più dei vip stessi. Ma questo, accade soprattutto nella serie francese, dove Andrea (Camille Cottin), affascinante agente che conquista uomini e donne, è un personaggio a cui tutti vorremmo assomigliare o almeno vorremmo conoscere. La serie italiana, dal titolo traslato da quello inglese, Call My Agent/Chiama il mio agente (Sky, NOW), ha cercato di mantenere entrambi i registri, quello del dietro le quinte del mondo del cinema e quello delle vicende degli agenti, anche se non sempre gli riesce. Gli sceneggiatori (Lisa Nur Sultan, Federico Baccomo e Dario D’Amato) sono comunque riusciti a rappresentare in maniera eccelsa le fobie e le nevrosi di attori assai generosi nel concedersi senza protezioni, da Stefano Accorsi a Paola Cortellesi, da Pierfrancesco Favino a Paolo Sorrentino. La scrittura è quindi riuscita ad adattare le caratterizzazioni che, nell’originale, includevano nomi come Isabelle Huppert, Juliette Binoche, Charlotte Gainsbourg o Christopher Lambert, ai nostri attori, regalando alla serialità italiana una comicità non usuale con dialoghi brillanti, interpretazioni sincere e una regia a servizio del meccanismo narrativo. Godetevi la prima serie, perché la seconda promette ancor più brio con Sabrina Impacciatore, Serena Rossi, Gabriele Muccino, Dario Argento, Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, e speriamo nella presenza massiccia di Emanuela Fanelli e Corrado Guzzanti, con il loro tono da slapstick comedy che varrebbe la pena esasperare.

CHIAMA IL MIO AGENTE
CHIAMA IL MIO AGENTE

Sono parecchie le serie italiane che hanno l’ambizione di veicolare storie vere di donne forti che si ribellano cercando di infrangere il patriarcato. Di recente, ci ha provato Circeo (Paramount+, Rai), drammaturgicamente non riuscita, ma che ha il coraggio di ispirarsi alla tremenda vicenda di cronaca del 1975, e al processo che ne è seguito. Processo che, grazie alla battaglia di Donatella Colasanti, sopravvissuta all’atroce violenza e alla sua avvocata Tina Lagostena Bassi, porta alla condanna degli assassini. Ma soprattutto, ha il pregio di aver mobilitato le piazze, smosso le coscienze, lottato per cambiare la legge sullo stupro, che, solo nel ’96, in Italia, viene dichiarato delitto contro la persona e non contro la morale, strattonandoci direttamente all’oggi e alla battaglia (ancora lunga) contro stereotipi sociali che giustificano abusi e violenze. Va quindi citata, ma solo a metà, mettendo in scena troppi luoghi comuni con una interpretazione che risente di una scrittura lacunosa.
Merita invece qualche ora del proprio tempo, La legge di Lidia Poet (Netflix) perché racconta la storia di una donna che, già nell’Ottocento, aveva iniziato a opporsi al sistema e a lottare per affermarsi, si tratta della prima donna avvocata italiana. Interpretata da Matilda De Angelis, è ambientata in una Torino non convenzionale tra vicoli geometrici e palazzi fatiscenti. L’approccio è leggero, ma le tematiche trattano femminismo, indipendenza, amori proibiti, casi giudiziari impossibili e rocambolesche azioni in difesa di persone innocenti e ingiustizie diffuse. Una serie in costume che ha il merito di affrontare ogni argomento con modernità, sia nei dialoghi che negli intrecci. Siamo in attesa della seconda stagione che, ci auguriamo, possa aggiungere a regia e narrazione, un po’ di cattiveria e un’atmosfera decisamente più noir.

LA LEGGE DI LIDIA POET
LA LEGGE DI LIDIA POET

Ma se proprio non potete fare a meno di luci sfavillanti, decorazioni kitsch, cenoni eleganti, party sfarzosi, canzoncine natalizie e Babbi Natale appesi ai balconi, eccovi un Christmas picking, ovvero le più belle puntate sul Natale degli ultimi anni:

The Bear – II serie, 3° episodio 

Una folle cena di Natale che vi farà sembrare Parenti serpenti un inno al buonismo. Un capolavoro da non perdere (Disney+).

The Buccaneers – I serie, 6° episodio 

Un pranzo di Natale all’insegna delle rivelazioni, una vera e propria Bombshell da far impallidire Maria che annuncia a Giuseppe di essere incinta… (Apple Tv).

Lezioni di chimicaI serie, 2° episodio 

Come festeggiare il Natale in un laboratorio di chimica e vivere felici senza famiglia… (Apple Tv).

Glee – II Serie, 10° Episodio 

Qualcuno si traveste da Babbo Natale, qualcun altro da Grinch, ma tutti cantano… Mandatelo tranquillamente in loop il giorno di Natale (Disney+).

Ted Lasso – II Serie, 4° Episodio 

Se il Natale vi deprime, potete sempre fare beneficienza tra bambini bisognosi e calciatori cinici, senza mai scadere in eccessi di buonismo (Apple Tv).

Downton Abbey – V Serie, Speciale Natale

Una promessa di matrimonio, abbracci sotto l’albero, canti di Natale. Dedicato ai nostalgici dell’amicizia tra aristocrazia e servitù (Prime Video).

Black Mirror – White Christmas 

Isolati sotto la neve a parlare di missioni misteriose e allucinanti avventure. Un Natale ai confini della realtà (Netflix).

Friends – L’Armadillo Natalizio

Non c’è solo il Natale, ma anche Hanukkah, come da tradizione ebraica. E al posto di Santa Claus, c’è un inusuale Armadillo e non è quello di Zerocalcare (Netflix).

Euphoria – Christmas Special

Per chi odia a tal punto il Natale da volerlo passare da sola in un diner, magari in compagnia del proprio sponsor della Alcolisti Anonimi (Sky e NOW).

Stranger Things – I serie, 8° episodio

Vigilia di Natale tra partite di Dungeons & Dragons, feste e regali, in un finale che metterà il vostro mondo di nuovo Sottosopra (Netflix).

THE BEAR
The Bear
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The Crown

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Buccaneers

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Lo scontro

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Lezioni di chimica

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Only Murders in the Building

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Fellow Travelers – Compagni di Viaggio

7 / 11

The marvelous Mrs. Maisel

8 / 11

The Morning Show

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Chiama il mio agente

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Circeo e La legge di Lidia Poet

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Il Natale in 10 episodi iconici

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Barbara Frigerio

Barbara Frigerio

Connettere tutte le forme d’arte è la sua ossessione. È un’autrice, story editor, script doctor, executive producer, critica e giornalista. Ha collaborato con il Mereghetti Dizionario dei Film e con numerose riviste tra cui Rolling Stone, Vogue, GQ, occupandosi di…

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