Jeune Cinéma: in un film la storia del mitico festival che faceva concorrenza a Cannes
Presentato al Torino Film Festival un film sulla storia della manifestazione che negli Anni ’60 promuoveva il cinema d’autore. Un’irripetibile stagione culturale nel sud della Francia che ha visto senza passerelle i film di Agnès Varda e Chantal Akerman
Forse non è del tutto una coincidenza che, nel 1965, mentre Jean-Luc Godard gira alcune sequenze di Pierrot le Fou (Il bandito delle 11) sull’isola di Porquerolles di fronte a Hyères (le scene si svolgono in quello che è oggi il giardino della Fondation Carmignac) nella città provenzale si svolge la prima edizione del Festival international du jeune cinéma. Siamo alla vigilia del ’68, le idee di rivolta contro l’establishment sono nell’aria e l’animatore del cineclub locale, lo scrittore Maurice Périsset, ha l’idea di fondare un festival per promuovere il cinema d’autore: un trampolino di lancio per i giovani cineasti in cerca di distribuzione.
Il festival alternativo a Cannes
La ricompensa per le opere premiate era infatti la programmazione in una sala parigina per tre settimane. È il debutto di un festival che si svolgerà, con alterne fortune, fino al 1983 e assumerà una valenza nazionale diventando, in alcuni momenti, l’alternativa a Cannes: poco divismo, programmazione destinata ai cinephiles, interesse focalizzato sul cinema sperimentale o underground (definizione d’epoca), vetrina per le produzioni straniere che non avevano distribuzione in Francia.
Nonostante queste coordinate che non privilegiavano la programmazione commerciale, il Festival incontra un successo crescente, tanto da ingolosire la politica che decide di spostare la sede a Tolone, capoluogo dipartimentale e città con un bacino potenziale di spettatori quasi decuplicato rispetto a Hyères. Ma le edizioni tolonesi, dal 1972 al 1976, non hanno il successo sperato e il festival ritorna definitivamente nella città dove è stato fondato.
Le vicende del festival sono raccontate nel docufilm Jeune Cinéma (Francia, 2023, DCP, 23′) di Yves-Marie Mahé presentato fuori concorso al 41. Torino Film Festival. Il regista, già autore nel 2019 di Une certaine histoire du cinéma expérimental français, lavora su materiale d’archivio per ricomporre la storia di questo leggendario appuntamento annuale della Costa Azzurra, dove sono passati con le loro prime opere molti registi destinati poi ad avere un ruolo importante nel cinema francese e internazionale.
La giuria di Claude Chabrol
Nonostante si eviti la mondanità, gli organizzatori fanno appello a qualche attore e regista già conosciuti. Il film di Mahé ci propone spezzoni in cui Claude Chabrol appare come presidente di giuria, nelle prime edizioni vengono presentati film di Antonioni e di Agnès Varda, a Hyères arrivano Emmanuelle Riva (qualche anno prima protagonista di Hiroshima mon amour), Alain Robbe-Grillet, Michel Simon, Chantal Akerman, il direttore della Cinemathéque Française Henri Langlois. Sono gli anni in cui sono programmati, fra gli altri, i film di Jean Eustache, André Delvaux, Philippe Garrel. Proprio quest’ultimo viene premiato nel 1968, mentre due anni dopo è Clair de terre di Guy Gilles il film vincitore. È il terzo lungometraggio dove il regista francese, nato in Algeria, mette in scena una rievocazione nostalgica della sua infanzia che il protagonista parigino va a cercare nella terra natale. Fra gli attori ci sono Patrick Jouané, Annie Girardot, Micheline Presle. Sempre nel 1970 è Michel Piccoli, già un attore di fama internazionale, a fare la sua apparizione fra le palme di Hyères e Marguerite Duras racconta volentieri i suoi film davanti alla macchina da presa.
Il ritorno del festival a Hyères
Con il ritorno del festival a Hyères nel 1977 si segue anche una nuova strategia organizzativa. Per evitare le turbolente proiezioni che avevano caratterizzato le prime edizioni, con contestazioni a scena aperta dei film più commerciali da parte dei cinephiles più radicali e, viceversa, l’insofferenza del pubblico dai gusti più classici verso le sperimentazioni, si decide di creare due sezioni. In quella battezzata Cinéma d’aujourd’hui confluiscono le produzioni più tradizioni, mentre nella sezione Cinéma différent (in seguito Cinéma de demain) confluiscono i film sperimentali. Ad occuparsi di Cinéma d’aujourd’hui viene chiamato Rui Nogueira che svilupperà una programmazione vicina alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes. C’è da dire che la coraggiosa programmazione del festival di Hyères aveva nel frattempo seminato un più vasto interesse per il cinema sperimentale. Nel 1970 Marcel Mazé, appoggiandosi allo Studio Val-de-Grâce, fonda a Parigi il collettivo Jeune cinéma che l’anno seguente darà vita – ispirandosi alla Filmaker’s Cooperative di New York – a una cooperativa di distribuzione del cinema indipendente. Nel 1973 Marcel Mazé diventerà il commissario della sezione Cinéma different.
Il film di Yves-Marie Mahé – che dal 1991 si occupa anche della programmazione del Collectif Jeune Cinéma – racconta questa forse irripetibile stagione culturale nel sud della Francia destinata a chiudersi nel 1983 quando il cambio di colore politico dell’amministrazione di Hyères, con una svolta a destra, pone fine ai finanziamenti per il festival.
Dario Bragaglia
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