Foglie al vento: cinema, pittura e amore nel nuovo film di Aki Kaurismäki
Dal 21 dicembre esce nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film del regista Aki Kaurismäki. Dal titolo "Foglie al vento" la pellicola è una vera e propria chicca da non perdere
Cosa è che salva la vita? La domanda è retorica, la risposta è l’amore e anche Aki Kaurismäki – regista di storie essenziali, paradossali e personaggi bizzarri – ne è consapevole. E così, Foglie al vento, presentato al Festival di Cannes 2023 e nelle sale italiane dal 21 dicembre con Lucky Red, mette a nudo questo sentimento, quello di due solitudini che si incontrano, si scoprono e innamorano.
Foglie al vento è una love story ma è anche un racconto di passioni, in primis il cinema, quello che si vede in sala, sul grande schermo – non per nulla i protagonisti al loro primo appuntamento vanno al cinema e vedono I morti non muoiono, zombie movie di Jim Jarmusch del 2019 – e per la pittura – come quella magnetica di Hopper che voluta o non è visivamente innegabile.
Kaurismäki è però un regista contemporaneo in tutti i sensi e mai avrebbe realizzato un film non inserendo quello che stiamo vivendo e quindi il dramma delle guerre, in particolare del conflitto che riguarda Russia e Ucraina.
Dalle parole del regista Aki Kaurismäki
La trama ufficiale: “Due persone sole (Alma Pöysti e Jussi Vatanen) si incontrano per caso una notte a Helsinki. È l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore della loro vita. Il percorso è però intralciato dall’alcolismo di lui, dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla tendenza generale della vita a porre ostacoli a chi cerca la propria felicità”.
“Anche se finora mi sono fatto una reputazione discutibile girando soprattutto film violenti e irrilevanti, ho finalmente deciso, tormentato da tutte le guerre insensate, inutili e criminali, di scrivere una storia sui temi attraverso i quali l’umanità potrebbe avere un futuro: l’anelito all’amore, alla solidarietà, alla speranza e al rispetto per gli altri, la natura e tutto ciò che è vivo o morto. A condizione che il soggetto lo meriti”, ha dichiarato Aki Kaurismäki. “In questo film faccio disinvoltamente un piccolo plauso ai miei déi, Bresson, Ozu e Chaplin, ma sono comunque l’unico responsabile di questo catastrofico fallimento!”.
I tempi moderni secondo Kaurismäki
Foglie al vento è un vero e proprio colpo di fulmine. Lo è per i personaggi così come lo è stato per la stampa e come lo sarà per gli spettatori (non può essere altrimenti!). Un film essenziale – appunto – e meraviglioso, semplice e preciso, distaccato e poetico, al punto che quando arrivano i titoli di coda è impossibile non desiderarne un secondo atto.
Cosa c’è in questo film? Tutto ciò che riguarda l’uomo di oggi. Oltre alla solitudine e al conflitto ucraino già citato – va detto che nonostante ciò il tutto avviene in un mondo senza tempo e in un luogo, che seppur sappiamo essere Helsinki, non è definibile -, ci sono la precarietà del lavoro e dei sentimenti, ci sono l’ironia e la malinconia, e prima di tutto c’è il bisogno di abbattere ogni diffidenza verso l’altro concedendosi speranza e leggerezza.
Le musiche scelta da Kaurismäki per Foglie al vento
Foglie al vento – facendo un gioco di parole abbastanza cinematografico – è il Tempi Moderni di Kaurismäki. E una piccola ed inevitabile nota, anche in questo caso positiva, va fatta: riguarda le ricercate scelte musicali di Kaurismäki.
La colonna sonora del film è di ampio respiro. Si va dalla cover nordica di Mambo italiano alla versione finlandese di Les feuilles mortes, brano con testo di Prévert e musica di Joseph Kosma, fino a Syntynyt suruun ja puettu pettymyksin (traduzione letterale “nata nel dolore e vestita di delusione”) del duo indie Maustetytöt.
Margherita Bordino
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