Pierre e Marthe Bonnard: una storia d’amore e arte al cinema

La storia d'amore tra gli artisti Pierre e Marthe Bonnard arriva sul grande schermo grazie al lavoro del regista Martin Provost. Il film sarà al cinema dal 10 gennaio

Uno dei poteri dell’arte è quello di narrare storie intime e taciute ai più: dietro a paesaggi, ritratti e persino nature morte, si nasconde il vissuto degli autori e dei loro cari. Pierre Bonnard ha dedicato ad esempio circa 400 dipinti e più di mille disegni all’amata Marthe. La loro storia d’amore è ora al centro del nuovo film firmato dal francese Martin Provost, in uscita il 16 maggio 2024.

La storia d’amore tre Pierre e Marthe Bonnard

La relazione tra Pierre e Marthe è stata lunga e complessa. I due si conoscono nel 1893 tra le strade di Parigi ed è subito colpo di fulmine: lei, misteriosa e spregiudicata, si propone all’artista esponente dei Nabis – e soprannominato Nabis Giapponese per il suo interesse verso l’arte e la filosofia orientale – come modella e sarà l’inizio di un rapporto che durerà fino alla fine delle loro esistenze.

Nonostante le diversità tra le loro personalità e vissuti, i due diverranno inseparabili. Marthe nasconderà a Pierre le sue umili origini fino al giorno del matrimonio, celebrato dinnanzi a pochi presenti, ma lui sarà rapito e quasi ossessionato da lei, come dimostrano le innumerevoli opere che la ritraggono: dai disegni, ai dipinti fino alle fotografie, Marthe è nella sua quotidianità più intima, spesso nuda – come nel celebre Nu dans le bain, del 1936 – ma quasi sempre di spalle, assorta nei suoi pensieri. Questo particolare la dice lunga sul temperamento della donna, schiva e all’apparenza imperscrutabile.

L’atteggiamento sarà forse dovuto anche ai molteplici tradimenti di Pierre che, nonostante abbia intrattenuto relazioni con altre donne, è sempre rimasto legato a Marthe, che scelse a sua volta di dedicarsi alla pittura e all’arte. Tra il 1921 e il 1929 espose anche i suoi lavori sotto il nome di Marthe Solange, riscuotendo un discreto successo.

Nel 1939, allo scoppiare della guerra, Marthe e Pierre si ritirarono a Le Cannet, presso Le Bosquet a Cannes. Qui vissero insieme gli ultimi anni della loro vita: Marthe morì nel gennaio del 1942 e Pierre solo cinque anni più tardi.

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Il film “Ritratto di un amore”

Dopo aver diretto nel 2008 il film Séraphine, sulla vita della pittrice francese Séraphine de Senlis, Martin Provost torna a portare sul grande schermo un biopic dedicato al mondo dell’arte. Stavolta con Bonnard, Pierre et Marthe – tradotto in Italia con il titolo Ritratto di un Amore – incentra la narrazione non tanto sulle vicende artistiche dei protagonisti, quanto sulla loro relazione di coppia.

Lo stesso regista ha spiegato sulle pagine di Cineuropa che i due artisti erano accomunati da: “L’amore per la pittura, l’amore per l’arte, la sessualità, tutto ciò che è molto organico, che nutre la creazione e che troviamo nei quadri di Bonnard: è sorprendentemente carnale e luminoso” e questa atmosfera è perfettamente ricreata nella pellicola, i cui principali interpreti sono Vincent Macaigne, Cécile de France e Stacy Martin.

Nel film sono rintracciabili le quattro fasi della storia d’amore tra i Bonnard: la prima passionale, gioiosa ed esplorativa, la seconda più adulta, che lascia spazio ai tradimenti di Pierre e alla fascinazione che subisce per la sua allieva Renée, cui segue un periodo introspettivo della coppia che prelude a quello finale, in cui il loro amore “forse si sta preparando a qualcosa di più grande dopo la morte”, come spiega lo stesso Provost.

Presentato nella sezione Cannes Première del 76° Festival di Cannes, il film Ritratto di un amore è prodotto da Les Films du Kiosque, e la distribuzione è di Memento International.

Roberta Pisa

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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