Jeremy Irons in un film scopre le meraviglie del Museo Egizio di Torino

Con il docu-film "Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio" l'attore premio Oscar Jeremy Irons ci accompagna alla scoperta degli oltre 4 mila reperti del museo torinese. Il video

In anteprima alla 41esima edizione del Torino Film Festival è stata presentata la prima volta al cinema del Museo Egizio. Con il docu-film Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio si aggiunge un tassello in più alle celebrazioni per il bicentenario della sua fondazione.

In uscita nelle sale il prossimo anno, il film è prodotto da 3D Produzioni, Nexo Digital e Sky in collaborazione con il Museo Egizio, ed è diretto da Michele Mally, che firma il soggetto con Matteo Moneta, autore della sceneggiatura. Il film vede la partecipazione straordinaria del Premio Oscar Jeremy Irons, che guida gli spettatori in un viaggio alla scoperta dei tesori di una delle civiltà più affascinanti della storia antica.

Il Museo Egizio di Torino oggi

Il Museo Egizio di Torino è da sempre un vero punto di riferimento per ricercatori e per visitatori. Si calcola che oltre 900 mila siano le persone che ogni anno arrivano al Museo per conoscerlo e visitarlo. Un vero luogo sacro a Torino, in cui sono custoditi 40 mila reperti, di cui 12 mila esposti su 4 piani del Museo. Sfingi, statue colossali, minuscoli amuleti, sarcofagi, raccontano quasi 4000 anni di storia antica.

Tra i reperti celebri nel mondo ci sono il Papiro dei Re, noto all’estero come la Turin King List, l’unica lista che sia giunta fino a noi che ricostruisce il susseguirsi dei faraoni, scritta a mano su papiro, o il Papiro delle Miniere, una delle più antiche carte
geografiche conosciute. E ancora sculture come la statua del sacerdote Anen, quella di Ramesse II, quella della cosiddetta Iside di Copto, oltre al ricco corredo funebre di Kha, sovrintendente alla costruzione delle tombe dei faraoni che, insieme alla moglie Merit, sarà tra i protagonisti di tutto il racconto.

Da dove comincia la storia del Museo Egizio

Il viaggio proposto in Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio è lungo e va indietro nel tempo partendo dalla domanda “Perché proprio a Torino, nel 1824, si decise di aprire un museo che non aveva uguali al mondo, dedicato a una civiltà ancora in via di svelamento?”.

Per scoprire le origini del Museo nel docufilm si risale il corso del Nilo sulle tracce dei suoi grandi esploratori ed archeologi del passato: Donati, Drovetti, Schiapparelli. Visiteremo i luoghi da cui provengono i principali reperti delle collezioni torinesi, da Giza a Tebe, fino all’antico villaggio di Deir el-Medina, abitato dagli scribi e dagli artigiani delle tombe della Valle dei Re e delle Regine.

Un viaggio che condurrà anche alla metà del 1500, quando i sovrani del Piemonte, i Savoia, per dare prestigio alla loro capitale, riscrissero il mito delle origini egizie di Torino, sovrapponendo il toro, simbolo della città, col dio Api, che aveva le sembianze di toro ed era venerato nell’antico Egitto.

E poi, attraverso i sarcofagi e gli oggetti del corredo funebre della tomba di Kha e Merit è invece raccontato il viaggio dell’architetto Kha nell’Oltretomba, dal momento della mummificazione ai funerali, fino al giudizio di fronte ad Osiride e alla vita nell’Aldilà, seguendo le pagine del Libro dei Morti.

Un viaggio nella storia ma anche nella musica

A completare il viaggio visivo di Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio è la colonna sonora originale, composta ed orchestrata dal pianista e compositore Remo Anzovino ed eseguita dall’autore con l’Orchestra Sinfonica Accademia Naonis diretta da Valter Sivilotti, in uscita su etichetta Nexo Digital e distribuzione Believe nel 2024.

“La sfida era scrivere una colonna sonora che parlasse di una cultura di cui non conosciamo la musica. Comporre le musiche di questo film è stato davvero un viaggio spirituale alla scoperta del profondo significato che la morte aveva nell’Antico Egitto, ossia l’inizio di una nuova vita.

In piena sintonia con il regista Michele Mally, l’uso della tecnica del corale a 4 parti bachiano – applicato sia alle sezioni dell’orchestra sia al pianoforte solo – di movimenti fugati e di passaggi atonali, mi ha permesso di orientare il suono, per contrasto stilistico, verso il mistero che le immagini e il racconto sullo schermo suggeriscono.

Ringrazio il Maestro Valter Sivilotti e l’Orchestra Sinfonica Accademia Naonis per avere splendidamente diretto e interpretato la mia musica”, racconta Anzovino.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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