Paura del cambiamento e rinascita in “Dieci minuti”, nuovo film di Maria Sole Tognazzi
La regista della serie tv “Petra” torna sul grande schermo con un film liberamente adattato da un libro di successo di Chiara Gamberale. Una storia di crisi, paure, cambiamenti e nuove partenze
Dieci minuti, liberamente ispirato al romanzo di Chiara Gamberale dal titolo Per dieci minuti (edito da Feltrinelli), è il nuovo film di Maria Sole Tognazzi, non solo regista ma anche sceneggiatrice insieme a Francesca Archibugi. La regista di Viaggio sola e Io e lei torna ancora una volta a raccontare le sfaccettature dell’animo femminile. “Una chiave particolare che accomuna tutti i miei lavori, soprattutto gli ultimi, è una speciale attenzione per i personaggi femminili che mi sono sempre stati a cuore e l’esigenza di raccontarli esplorandone la forza e le fragilità”, racconta la regista. E Bianca, la sua protagonista in questo film, è una donna che attraversa una vera crisi emotiva (e anche lavorativa) dopo essere stata abbandonata dal suo uomo, suo grande punto di riferimento. Tognazzi tiene però a precisare: “il mio cinema non è rivolto soltanto alle donne ma anche agli uomini, che forse vedendo le donne raccontate in un certo modo possono cambiare la loro visione e il loro modo di comportarsi”. Dieci minuti è in sala con Vision Distribution.
“Dieci minuti” al giorno verso un cambiamento necessario
Dieci minuti al giorno possono cambiare il corso della giornata. Dieci minuti, facendo qualcosa di completamente nuovo, possono cambiare il corso di una vita. Questo è quello che scoprirà Bianca nel pieno di una crisi esistenziale. Nuovi incontri, la scoperta di legami speciali e l’ascolto di chi ci ha sempre voluto bene. A volte basta poco per ricominciare e questo film ce lo insegna, attraverso un racconto caldo e appassionante di rinascita. Gli intenti di Chiara Gamberale prima e di Maria Sole Tognazzi ora, sebbene il libro e il film differiscano in molte parti, hanno mantenuto un obiettivo comune: raccontare come il cambiamento sia spaventoso, destabilizzante ma al tempo stesso necessario, e come con pochi minuti al giorno ci si possa nuovamente sentire vivi. “Al di là delle prove e del gioco dei ‘dieci minuti’ in quest’ultimo film, mi interessava rappresentare il rapporto fra i tre personaggi femminili principali appartenenti a tre generazioni diverse. La nostra protagonista, Bianca, supererà la sua crisi profonda attraverso l’incontro con la sorella più giovane e la psichiatra che la aiuteranno a ritrovare se stessa”, dice Tognazzi.
“Dieci minuti” di Maria Sole Tognazzi. Tre generazioni di attrici a confronto
Barbara Ronchi, Fotinì Peluso e Margherita Buy sono le attrici che ricoprono i ruoli principali. Tre attrici di generazioni differenti accomunate da una grande capacità emotiva di indossare i propri personaggi con naturalezza e sincerità. Attraverso le loro interpretazioni Dieci minuti diventa un film ancora più intimo e analitico. Fotinì Peluso è la sorella di Bianca, apparentemente spavalda e sicura di sé ma con in realtà un grande e profondo vuoto dentro, mentre Margherita Buy veste i panni della psichiatra, una figura diversa dai racconti che vediamo sul grande schermo, non ascoltando le vite dei pazienti ma cercando di aiutarli nei comportamenti. Barbara Ronchi è invece Bianca. Dopo averla ammirata di recente in Settembre, Era ora e Rapito, qui tutti possono godere della sua capacità camaleontica di passare dalla commedia al dramma con una piacevole immediatezza. “Per la prima volta da quando recito devo dire che in questo film il ruolo di Bianca, mi somiglia molto”, commenta l’attrice, “riconosco tante sue cose nella mia vera personalità, non mi era mai capitato di portare un personaggio così tanto verso di me, si trattava di fragilità ed egoismi che capivo e che mettevo in atto anche io nella vita. Bianca può essere simile a tante persone che conosciamo, sembra essere soltanto vittima di certe situazioni ma può essere anche carnefice, attraverso di lei ho visto certi atteggiamenti che anche io sbagliavo nella mia vita”. Dieci minuti è un film importante per il momento storico in cui viviamo – un momento confusionario, accelerato, calcolatore – perché mette al centro l’io, ovvero la necessità di centrarsi ma anche quella di svuotarsi di ciò che non va, di prendersi del tempo per sé e per analizzare i pezzi che son caduti e di ricomporli sotto un’altra inevitabile forma.
Margherita Bordino
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