I retroscena del celebre Bacio di Klimt al cinema in un documentario
Quando un'opera diventa così famosa da essere sovraesposta, rischia di perdere la sua vera essenza: è capitato a Il Bacio di Gustav Klimt, che un documentario ci fa riscoprire al cinema
Si tratta forse dal capolavoro più famoso, celebrato e riprodotto del pittore Gustav Klimt (Baumgarten, 1862 – Vienna, 1918): realizzato nei primi anni del Novecento, Il bacio (Der Kuss) incarna un’immagine dell’amore ancora attuale, sincera, e forse per questo così apprezzata.
Il dipinto e la sua storia sono ora al centro di un documentario che arriverà nelle nostre sale cinematografiche come evento speciale il 30 e 31 gennaio, distribuito da Nexo Digital per il progetto La Grande Arte al Cinema.
Il Bacio di Gustav Klimt
Il dipinto di Klimt risale al 1908 e mostra due figure, una maschile, che bacia sulla guancia l’altra femminile, cingendole il volto. Quello di lei è ben visibile, con gli occhi chiusi e la testa reclinata per accogliere il gesto d’affetto, mentre avvolge in un abbraccio le spalle del compagno.
La ricchezza di decori, tipica dello stile secessionista viennese, con il ricorso copioso all’oro, avvolge i soggetti, distinti solo per le diverse fantasie degli abiti. I due sembrano infatti fondersi in un’unica figura, esaltando il concetto di eros, che consente la compenetrazione di maschile e femminile, in un’unica forza passionale. Qui l’amore è insieme carnale e mistico, umano e divino insieme.
Non è certa l’identità degli amanti ritratti da Klimt, ma molti studiosi ritengono che le due figure possano ricondursi a quelle dello stesso artista e della stilista Emilie Flöge. Con lei il pittore intrattenne una lunga relazione, tanto da volerla accanto a sé sul letto di morte. Non a caso le tuniche indossate dai protagonisti de Il Bacio sono le stesse che la Flöge realizzò nel suo atelier e che spesso indossavano lei e l’amato Klimt, come testimoniano anche diverse fotografie d’epoca.
Il documentario “Il Bacio di Klimt”
Dal titolo “Il bacio di Klimt”, il docufilm è diretto da Ali Ray, prodotto da Phil Grabsky con Exhibition on Screen, e realizzato in collaborazione con il Belvedere di Vienna, che conserva il dipinto.
Il film indaga la storia, i retroscena e gli effetti che il dipinto quadrato – forma prediletta dallo stile liberty – cela. Un’indagine elaborata attraverso le tracce lasciate negli ambienti viennesi, ricorrendo a materiali d’archivio e interpellando esperti e studiosi.
“Questa immagine dorata e scintillante di una coppia abbracciata rimane una delle più popolari di sempre. È citata nei film, è riportata su magliette, calendari e borse da viaggio. Tuttavia, quando un’opera come Il Bacio diventa così familiare, smettiamo di “vederla”” ha spiegato il regista Ray.
“Ho voluto che questo film ponesse rimedio al problema. Come racconta uno degli intervistati: “Il Bacio poteva essere dipinto solo quando è stato dipinto, esattamente in quel luogo ed esattamente da quell’artista“. La Vienna di inizio secolo era una città gloriosa e affascinante, ma con un lato oscuro e intrigante: nel corso del film scopriremo che questo quadro dorato riecheggia proprio tutte queste contraddizioni”.
Il bacio di Klimt è tra i film nella campagna Cinema Revolution. Qui l’elenco di tutti i titoli: https://www.cinemarevolution.it/palinsesto/
Roberta Pisa
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati