Un documentario racconta com’è nato lo storico brano “We are the World”

Il 28 gennaio 1985 fu un giorno memorabile per la musica: 46 artisti mondiali si riunirono per incidere il brano "We Are The World". I retroscena di quel progetto sono ora raccontati in un imperdibile documentario

È il 1985 e 45 celebrità della musica mondiale si riuniscono per incidere un unico brano, tutte insieme, a scopo benefico: nasce così la mitica canzone “We Are The World”, tuttora cantata e riconosciuta come pietra miliare del Pop. Un film racconta ora i retroscene della magica notte in cui la traccia prese vita.

La storia di We Are The World

We Are The World è frutto di una gara di solidarietà, oltre che risultato straordinario di una serie di coincidenze fortuite: pensiamo che negli anni ’80 non c’erano i mezzi di comunicazione di cui siamo dotati oggi – una mancata risposta ad una chiamata telefonica poteva voler dire la perdita di una preziosa occasione.

Eppure quel 28 gennaio 1985 ebbe luogo la registrazione di un brano che fece la storia della musica, scritto a quattro mani da Michael Jackson e Lionel Richie.

Ma partiamo dal principio: tutto ebbe inizio quando il cantante e attivista Harry Belafonte pensò di replicare il successo di Band Aid. Si trattava del progetto messo in campo dall’inglese Bob Geldof insieme ad altri musicisti britannici per combattere la fame in Africa e dalla cui collaborazione nacque il pezzo intitolato Do They Know It’s Christmas?. Grazie alla vendita del brano vennero raccolti in breve diversi milioni di sterline da devolvere in beneficenza.

L’idea di Belafonte giunse ben presto a Lionel Richie, allora sulla cresta dell’onda per la sua nuova carriera da solista e la hit All Night Long. Richie contattò a sua volta Quincy Jones per coinvolgerlo nel progetto solidale, stavolta a stelle e strisce. Il caso volle che Jones, a quei tempi produttore di Michael Jackson, fosse proprio in quel momento in compagnia della star di Thriller, che decise sin da subito di sposare la causa.

Il duo Richie-Jackson, con il sostegno di Jones, si mise subito all’opera nella mitica villa a Encino, in California, per comporre il brano: musica e testo furono arrangiati nel giro di un paio di giorni; seguì poi la lista dei nomi da coinvolgere. A ciascuno di loro fu recapitata traccia e testo, con specificata la strofa da eseguire.

Il miracolo avvenne il 28 gennaio 1985, agli Hollywood’s A&M Studios di Hollywood, appena dopo la conclusione degli American Music Awards, in condizioni di estremo riserbo, data la moltitudine di stars partecipanti. Non a caso sulla porta di ingresso dello studio di registrazione Quincy Jones appose un foglio con scritto ironicamente: “Lascia il tuo ego alla porta”.

Il docufilm The Greatest Night in Pop

A narrare i retroscena di questo magico brano è ora un documentario dal titolo The Greatest Night in Pop, visibile in anteprima il prossimo 29 gennaio su Netflix, ad esattamente 39 anni di distanza dalla notte in cui We Are The World prese vita.

Nel film sono molti degli stessi protagonisti a rievocare l’adrenalina, lo spirito di fratellanza, ma anche le tensioni e le difficoltà attorno alla realizzazione di un progetto tanto grande, che prese vita in una manciata di giorni, per parlare al mondo intero.

Tra loro, appaiono nel documentario, gli stessi Richie e Jones, Bruce Springsteen, per citarne alcuni, senza parlare dei girati dell’epoca in cui appaiono Stevie Wonder, Tina Turner, Diana Ross, Dionne Warwick, Bob Dylan, Paul Simon tra i tanti accorsi.

Con vendite stimate in 20 milioni di copie, We Are The World raccolse oltre 100 milioni di dollari, interamente devoluti alla popolazione dell’Etiopia afflitta da una tragica carestia. Il singolo conquistò repentinamente la vetta delle classifiche mondiali.

Nella sinossi ufficiale di The Greatest Night Pop si legge: “46 delle più grandi star della musica pop hanno avuto solo una notte per trasformare il caos in magia. Come raccontato dalle star presenti, questo film rivela il viaggio sulle montagne russe per scrivere e registrare la canzone innovativa che avrebbe raccolto milioni per la lotta alla carestia in Africa, vinto 4 Grammy e diventato un fenomeno globale”.

Oggi, a quasi quarant’anni di distanza, quel motivo che tutti conosciamo, è un monito tuttora valido:

We are the world, we are the children
We are the ones who make a brighter day
So lets start giving
Theres a choice we’re making
We’re saving our own lives
its true we’ll make a better day
Just you and me

Roberta Pisa

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

Scopri di più