Berlinale 74. Apertura con Cillian Murphy ed Emily Watson nel film Small Things Like This

Ad aprire il festival di cinema è un film coraggioso, prodotto da Ben Affleck e Matt Damon, che vede il candidato all’Oscar calarsi nei panni di un commerciante di carbone e osteggiare una dura organizzazione di suore

Pioggia rada, cielo grigio, umidità diffusa a Berlino. E solo così poteva iniziare il primo giorno della 74esima edizione del Festival Cinematografico della Berlinale. Stesse tonalità cineree dentro il primo film in concorso, Small Things Like This. Ma il film non è affatto “una piccola cosa”, o meglio è piccola, nella misura in cui racconta la banale quotidianità di Bill, un padre di famiglia, in un villaggio irlandese, nel 1985. Bill è l’incredibile Cillian Murphy, che passa con disinvoltura dalla feroce innocenza di Oppenheimer alla crudeltà altruista di Tommy nella serie cult Peaky Blinders. E qui, il candidato all’Oscar si cala nei panni “sporchi di fuliggine” di un commerciante di carbone, uomo buono, onesto, melanconico come l’Irlanda, che lavora duramente per mantenere moglie e figlie. Una vita ordinaria, la sua, finché lo straordinario non entra nella sua esistenza: mentre consegna il carbone in un istituto femminile di suore, incappa in una ragazzina che chiede il suo aiuto e tutto cambia. Cambia lui, nella sua dimensione intima, inizia a riaffiorare il ricordo della sua infanzia. La madre che l’ha cresciuto da sola, sfidando i pregiudizi della gente e poi tutti gli insulti, il bullismo, le umiliazioni, ma anche la misericordia di chi l’ha aiutato, nonostante la “vergogna” e le dicerie. Ma cambia anche nella sua dimensione sociale, inizia a farsi domande su quello che accade dentro questi istituti.

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Berlinale

Emily Watson è la Madre Superiora delle Magdalene Sister in Small Things Like This

Siamo negli anni delle Magdalene Sister, le suore che ospitano le ragazzine ripudiate, spesso a causa di gravidanze inattese, per poi schiavizzarle nelle loro lavanderie, un business che di caritatevole non aveva nulla, se non rimpinguare le casse del clero. Rinchiuse in questi istituti, le giovani subiscono violenze inaudite e soprattutto gli vengono strappati i figli, partoriti in condizioni disastrose, per poi essere dati in “adozione”. Tutti lo sanno, ma nessuno fa nulla, finché Bill, dopo una travagliata connivenza, decide di opporsi. La sua sofferenza lo porta a capire il dolore di queste donne. E non cede neppure alle minacce della Madre Superiora. Una insuperabile Emily Watson, il cui corpo, dopo l’atletica spietatezza di Walking Dead, si trasforma nella rigidità teutonica delle monache.

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74esima Berlinale

Un film coraggioso in apertura alla Berlinale

Un film di impeccabili interpretazioni, fatte sì, in questo caso di “piccoli” sguardi, “piccoli” gesti, “piccole” parole. Ma anche di una “piccola” regia, nel senso di intima, profonda, che si sofferma sui volti, sui movimenti impercettibili, sulle routine, come pure sui paesaggi dentro, nelle case, come fuori, nella natura, tutti claustrofobici, scuri, umidi, pieni di lacrime. E il merito va al regista Tim MieIants (Peaky Blinders), ma anche al coraggio dei produttori, da Matt Damon a Ben Affleck, che danno voce a questa vicenda oscura che coinvolge la Chiesa Cattolica. E visto che la Chiesa preferisce non parlarne, almeno lo fa il cinema, e, dopo Magdalene Sisters, Philomena o la serie The Woman in the Wall, ecco The Small Things Like This. Scena Cult: La finestra sulla Strada, Cillian Murphy, seduto davanti alla finestra, osserva quel che accade in strada, ma nonostante una donna venga molestata, non fa nulla. Vi ricorda qualcosa, una piccola cosa così?

Barbara Frigerio

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Barbara Frigerio

Barbara Frigerio

Connettere tutte le forme d’arte è la sua ossessione. È un’autrice, story editor, script doctor, executive producer, critica e giornalista. Ha collaborato con il Mereghetti Dizionario dei Film e con numerose riviste tra cui Rolling Stone, Vogue, GQ, occupandosi di…

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