Il documentario sul fotografo della scena queer di Berlino Ovest protagonista alla Berlinale 74
“Baldiga - Unlocked Heart”, così si intitola il documentario presentato dal regista Markus Stein al festival cinematografico di Berlino. Una pellicola che rende omaggio ad un giovane talento e alla sua capacità di raccontare storie e spaccati di società non convenzionali
Nel corso della sua carriera, Jürgen Baldiga (Essen, 1959 – Berlino, 1993) ha catturato con la sua macchina fotografica la scena queer di Berlino Ovest degli Anni ’80 e dei primi Anni ’90. A lui e al suo talento è dedicato il documentarioBaldiga – Unlocked Heart, firmato dal regista Markus Stein, e presentato nella sezione Panorama alla Berlinale 74. Lapellicola ricostruisce attraverso diari, poesie, immagini e i ricordi dei suoi compagni, un ritratto veritiero dell’artista, inteso non solo come fotografo pioniere, ma anche come attivista per l’AIDS, impegnato nella lotta contro la stigmatizzazione degli stili di vita gay.
“Baldiga – Unlocked Heart” alla Berlinale 74. La storia di un talento radicale e complesso
Jürgen Baldiga, figlio di un minatore di Essen, si trasferisce a Berlino nel 1979 e decide da subito di dedicarsi all’arte. Per mantenersi fa un po’ di tutto, come prostituirsi e fare il cuoco. Nel 1984 contrae l’HIV e decide di fermare il tempo e di catturare la realtà con la fotografia. Le immagini scattate da lui mostrano i suoi amici e i suoi amanti, il sesso selvaggio, la vita di strada e tutto ciò che accadeva in lussuriosi club. Tra disperazione e desiderio, ribellione e insopprimibile volontà di sopravvivenza, Baldiga diventa un inconsapevolmente un cronista della sottocultura di Berlino Ovest, e davanti a sé la sua stessa inevitabile morte. Scompare nel 1993, all’età di 34 anni, lasciando migliaia di fotografie e 40 diari: una vera eredità artistica. Cosa è Baldiga – Unlocked Heart? Il ritratto di un talento radicale e complesso.
“Baldiga – Unlocked Heart” di Markus Stein alla Berlinale 74
Markus Stein ha ammesso di essere rimasto colpito, dopo aver letto i suoi diari, “dalla spietatezza di Baldiga con se stesso e verso gli altri. Mi ha affascinato lo sguardo fotografico con cui osservava l’ambiente circostante e gli approfondimenti riguardo la sottocultura berlinese di quegli anni”. E ha aggiunto: “all’epoca vivevo anch’io a Berlino, per la precisione a Kreuzberg, ma conoscevo solo marginalmente la scena. Baldiga e le sue foto sono stati un grande stimolo per conoscere qualcosa che all’epoca non avevo ancora capito”. Come per molti giovani che hanno vissuto la Germania anni ‘80, Berlino Ovest era un punto di riferimento, una partenza, una trasgressione e anche una leggerezza. E Baldiga stesso arrivato in città “decise di diventare un artista all’età di 19 anni, senza sapere cosa volesse fare. Questa decisione di vita mi ha interessato e ho imparato da lui che ogni espressione artistica inizia con una decisione. Bisogna avere la convinzione interiore di voler comunicare qualcosa al mondo”.
“Baldiga – Unlocked Heart”: da autodidatta ad artista riconosciuto
Baldiga è stato un fotografo autodidatta e forse proprio per questo ha saputo sperimentare, ricercare e trovare un punto di vista ancora più personale. “All’inizio mi sembrava che non fosse affatto interessato alla composizione e alla qualità fotografica nel senso di finezza tecnica. Solo gradualmente ho scoperto che dietro la sua fotografia c’era un programma artistico: le apparenti istantanee, il flash, la luce dura, la granulosità erano un mezzo per sottolineare l’immediatezza delle sue osservazioni”, ha commentato Stein. L’immediatezza delle immagini di Baldiga è veramente impressionante. Arriva subito al punto della situazione ma al tempo stesso racconta e provoca. “Molte delle immagini di Baldiga riguardano, in ultima analisi, la lotta con e intorno alla propria sessualità. ‘La libertà della sessualità’, ha scritto nel suo diario. In tempi di HIV e AIDS, questa idea era ovviamente particolarmente rilevante. Baldiga si preoccupava della lotta sia per la propria libertà in un’epoca piena di regole esterne, sia del conflitto tra responsabilità e libertà personale”.
Margherita Bordino
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