Mario Monicelli omaggiato coi lenzuoli d’arte della sua compagna Chiara Rapaccini a Roma
Pittrice, scultrice, designer, illustratrice e scrittrice, Chiara Rapaccini, in arte RAP, è stata compagna di Mario Monicelli per trentacinque anni. Ora lo omaggia con una mostra alla Casa del Cinema
Due stanze piene di fantasmi, e che fantasmi! La mostra Rap e Belzebùfirmata da Chiara Rapaccini, in arte RAP, anima il primo piano della Casa del Cinema di Roma (inaugurata l’8 marzo, è aperta al pubblico fino al 2 aprile 2024). In tutto sono 12 le installazioni presenti: si tratta di 12 lenzuoli dipinti, realizzati a partire da fotografie provenienti dall’archivio privato di Mario Monicelli: scatti del regista, ma anche immagini di alcuni grandi attori del nostro cinema e istantanee di vita privata. Numerose sono le tecniche utilizzate da RAP – pennello, acrilico, punta secca, ricamo, fumetto e scrittura libera – che è intervenuta con il suo lavoro prima sulle foto e, successivamente, sui grandi drappi.
La mostra di RAP alla Casa del Cinema di Roma
“I miei lenzuoli leggeri come fantasmi, ondeggianti come panni lavati che asciugano al sole, sono dedicati al compagno di una vita, Mario Monicelli” spiega Chiara Rapaccini “Ho scelto frugando negli armadi, le foto che mi piacevano di più: ritratti di Mario, dei suoi amici – Mastroianni, Virna Lisi, Totò, la Magnani – e attimi della nostra vita. Sono intervenuta sulle vecchie stampe con pennello, acrilico e punta secca per eliminare gli sfondi, per sottolineare un’ombra, una ruga, una piega. Ho aggiunto i miei personaggi e qualche scritta in libertà. Pensieri leggeri, senza capo né coda. Poi ho stampato su grandi drappi di cotone puro, freschi come le lenzuola di una volta. Non contenta, ho ritoccato le stoffe a pennello. Ma non riuscivo ancora a staccarmi da quei volti, da quei ricordi di vita e cinema che hanno riempito la mia vita. Allora ho deciso di orlare i bordi dei lenzuoli, come si faceva un tempo, con lana e seta, usando lunghi aghi da materassaia. Questi sono i miei amati fantasmi che ci sorridono da un mondo lontano, ma vivo e vibrante. Fantasmi che non muoiono mai, come il nostro cinema”.
Un memoir su Monicelli, gli altri e sulla propria arte
Rapaccini, in questo stesso periodo, sta presentando al pubblico il suo libro Mio amato Belzebù. L’amara Dolce vita con Monicelli e compagnia, edito da Giunti. Un vero e proprio memoir autobiografico in cui non manca l’ironia: da un lato il racconto di una grande storia d’amore, dall’altro il percorso di un’artista che non ha mai ceduto al cinema – pur vivendolo appieno e frequentandolo – mettendo sempre al primo posto la propria indipendenza oltre che vocazione artistica. Un libro che quindi non solo attraversa il periodo d’oro del cinema italiano, tra registi, attori e sceneggiatori, con le loro stramberie, scorrettezze e quotidiane cattiverie, ma che ricostruisce l’avvincente traiettoria di vita e amore di quella che è stata anche, ma non solo, la compagna di Monicelli. In un intreccio di storie pubbliche e private che non fanno sconti a nessuno e che si susseguono con leggerezza, equilibrio e tenerezza.
Margherita Bordino
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