“Supersex”. Su Netflix la serie che mette a nudo Rocco Siffredi
Dal 6 marzo, la serie che vede Alessandro Borghi interpretare il pornodivo italiano non si limita a parlare di sesso ed eros, ma di rapporti familiari, pregiudizi, accettazione di sé
Negli anni in cui Rocco Tano era un bambino il porno viaggiava attraverso un solo veicolo: giornali cartacei in bianco e nero o a colori. Oggi invece, nel presente di Rocco Siffredi, le cose sono nettamente cambiate e il “proibito” è più accessibile, lo è per tutti, a portata di cellulare. Ma il porno, il sesso, l’eros non sono i soli protagonisti di questa storia. La costruzione narrativa di Supersex, serie targata Netflix e disponibile dal 6 marzo, si avvale di molte più sfumature oltre che di personaggi. Ci sono i rapporti familiari, le donne, gli amici e ci sono i pregiudizi, la passione, l’ossessione, l’accettazione di sé e dell’altro, e molto altro ancora. Quindi sì, Supersex racconta la storia del pornodivo Rocco Siffredi ma accompagna anche il pubblico nel passato, indietro nel tempo, per mostrare come l’uomo cresciuto nel quartiere popolare di Ortona è poi diventato una vera icona popolare.
Da Rocco Tano a Rocco Siffredi
Supersex, scritta e creata da Francesca Manieri, inizia con una domanda rivolta al suo stesso protagonista: “Si possono davvero abbattere le barriere che dividono la vita e il porno?”. La risposta non è lampante, anzi… La si trova, episodio dopo episodio, disseminata in tutta la serie. È da qui, sin dalle prime scene, che il Rocco adulto ripercorre la sua vita iniziando dalla tragica scomparsa del fratello Claudio, evento che avrà un peso considerevole nella realtà come nella finzione. Francesca Manieri ha voluto creare un vero e proprio coming of age in cui a interpretare Rocco Tano, adolescente in cerca del proprio posto nel mondo, è Saul Nanni (talento puro, sensibile e accattivante) e a vestire i panni di Rocco Siffredi, prima ragazzo alla scoperta del sesso e dopo uomo cosciente della sua passione e ossessione, è Alessandro Borghi (che riesce sempre a indossare la maschera del personaggio che interpreta con grande naturalezza).
I personaggi principali di “Supersex”
Ad accompagnare Rocco Tano e Rocco Siffredi – la distinzione è necessaria, come noterà chi vedrà la serie – sono alcuni personaggi chiave. C’è Tommaso (Adriano Giannini), fratello maggiore di Rocco, con cui in realtà non ha alcun legame di sangue ma che ama più di ogni altra persona al mondo. È lui il personaggio più affascinante di tutta la serie, colui che è “brutto, sporco e cattivo”, che vive il tormento dell’abbandono e fa estrema confusione nell’esprimere i sentimenti. Poi c’è Lucia (Jasmine Trinca), la donna di Tommaso che con Rocco ha un feeling molto intenso. È il suo alter ego ma anche l’unico personaggio che vive e attraversa una vera evoluzione pur scegliendo sempre di stare con “cattivi ragazzi”. Il terzo personaggio chiave di Supersex è Carmela (Tania Garribba), la madre di Rocco. Una donna affettuosa, sì, ma che è stata madre in modi differenti. Colei che involontariamente, per vecchi pregiudizi o per estremo amore, ha creato dolori, crepe, dubbi nei figli. E non finisce qui… L’universo di Supersex ha una serie di personaggi comprimari e secondari che non sono solo sfondo o accompagnamento. Sono cuore pulsante di questa storia. Sono tasselli che hanno permesso la costruzione del mito Rocco Siffredi.
“Supersex”, una serie imperfetta
Attenzione, Supersex non è assolutamente una serie che santifica Siffredi, il porno o l’eccessivo maschilismo. È semplicemente la storia di un uomo che, con il suo super potere, si è salvato la vita, scontando anche qualche pena. Questa non è una serie su cui si può sentenziare banalmente se bella o brutta: sicuramente non riuscita fino in fondo, ha qualche problema, ma può aprire un dibattito sano e sincero sul maschile e sul femminile del nostro tempo, sull’educazione sentimentale e su quella sessuale, su cosa è successo in passato e su come si può migliorare in futuro. Una piccola nota: alla regia di Supersex ci sono Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni. Quest’ultima è quella che meglio di tutti ha inteso ciò che Francesca Manieri voleva realizzare e raccontare, dando ai suoi episodi maggiore identità, intensità e credibilità.
Margherita Bordino
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