Giffoni Shock. Ecco com’è andato il festival dedicato ai giovani creativi
Cala il sipario sulla prima edizione di “Giffoni Shock”, il nuovo festival targato Giffoni e dedicato alle nuove generazioni di creativi. Ecco com'è andato l'evento svoltosi in provincia di Salerno
Dare voce ai più giovani, creando situazioni di dialogo e confronto con l’obiettivo di abbattere gli stereotipi intorno alle nuove generazioni. È quanto accaduto dal 16 al 20 aprile 2024 nell’ambito della prima edizione di Giffoni Shock, il nuovo evento “satellite” del più celebre Giffoni, il festival cinematografico che si svolge ogni anno, nel mese di luglio, in provincia di Salerno.
Ospitato presso la Giffoni Multimedia Valley, il progetto ha radunato nel corso di cinque giorni centinaia di studenti e creativi, con l’obiettivo di innescare situazioni di scambio e riflessione sui temi più urgenti della contemporaneità. Prova ne sono i tre workshop che hanno caratterizzato il cartellone (guidati dallo psicoterapeuta Michele Mezzanotte, dal divulgatore scientifico Marco Martinelli e dalla scrittrice Marilena Umuhoza Delli), e gli otto talk insieme a personalità note della scena culturale del nostro Paese (tra queste lo scrittore Jonathan Bazzi e il cantautore Cristiano Godano).
Giffoni Shock. Il concorso per cortometraggi
Largo spazio – e non potrebbe essere diversamente vista la natura audiovisiva di Giffoni – è stato inoltre dedicato al cinema, con il concorso rivolto ai film brevi. Sono stati ventidue i cortometraggi in concorso, scelti fra oltre duemila candidature provenienti da Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Iran, Ucraina, Brasile e Algeria – solo per citare alcune delle nazioni che hanno risposto alla call. La giuria è stata composta da duecento allieve e allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, che hanno avuto modo di assistere alla proiezione delle opere selezionate assegnando i tre premi in palio: ad aggiudicarsi il Miglior Film – Premio Giffoni Shock! è stato l’indiano A That Doesn’t Fit di Ackshaj Anand.
La residenza di Giffoni Shock
Centrale all’interno del cartellone è stata infine l’attività del collettivo artistico: un gruppo di undici giovanissimi e talentuosissimi creativi chiamati a vivere un’esperienza di produzione collaborativa. Selezionati attraverso una call nazionale, i partecipanti hanno dato vita a un flusso infinito di idee, messe su carta o recitate, espresse in musica o attraverso le immagini, lavorando insieme per una settimana intorno al tema L’illusione della distanza, un brainstorming permanente che continuerà anche nei prossimi mesi, in vista del festival Giffoni di luglio.
Cofinanziato dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo come progetto speciale – annualità 2022, Giffoni Shock è stato diretto da Luca Apolito e curato da Gianvincenzo Nastasi, mentre il coordinamento è stato affidato al direttore generale Jacopo Gubitosi. E proprio al curatore Nastasi abbiamo rivolto qualche domanda, per comprendere meglio i risultati e gli sviluppi di questa prima edizione dell’evento.
Intervista a Gianvincenzo Nastasi, curatore di Giffoni Shock
Partiamo dall’inizio: cosa vi ha spinto a dare vita a un evento parallelo ma indipendente rispetto al Giffoni Film Festival? Quali sono state le sfide principali che avete riscontrato in fase organizzativa?
Da sempre Giffoni si pone l’obiettivo di “vivere” tutto l’anno proponendo attività ed eventi sempre nuovi. E così due anni fa – da un’intuizione di Claudio Gubitosi – è nata l’idea di Giffoni Shock. La sfida principale è stata quella di immaginare un evento che si distaccasse totalmente dal festival di luglio mantenendone vivo però lo spirito. Insieme a Luca Apolito, direttore artistico e mente creativa di Shock, abbiamo iniziato a ragionare su alcuni dei temi fondamentali per questa generazione immaginando anche il modo e gli ospiti più interessanti per poterne discutere, andando oltre il mondo cinematografico che è quello sicuramente più usuale per noi.
Come sempre accade quando si parla dell’universo Giffoni, i giovani sono stati protagonisti. I presupposti dell’evento miravano ad abbattere stereotipi e luoghi comuni intorno alle nuove generazioni…
Assolutamente sì. Abbiamo costruito gli show pomeridiani proprio partendo dai giovani rendendoli come sempre protagonisti e non semplici spettatori. I tre temi proposti in forma di tre negazioni (Non è vero che vogliamo essere felici, Non è vero che siamo creativi, Non è vero che ci piacciono gli altri) sono nati proprio pensando a questa generazione; l’intento – pienamente riuscito – era quello di porli al centro delle conversazioni per abbattere questi stereotipi e per dar loro voce, visto che troppe volte si parla dei giovani in maniera superficiale o supponente e senza nemmeno coinvolgerli.
Gli obiettivi, anche dal punto organizzativo, sono stati raggiunti? Mi dai qualche numero su questa prima edizione del Giffoni Shock?
Siamo davvero soddisfatti di questa prima edizione, andata al di là di ogni aspettativa, sia per quanto riguarda i contenuti proposti sia per la partecipazione del pubblico. Nel corso delle mattine abbiamo coinvolto circa 700 studenti delle scuole superiori provenienti dalle province di Napoli e Salerno. Per il concorso cinematografico – per il quale abbiamo ricevuto quasi duemila opere da visionare – sono intervenuti 150 studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli che, insieme ad altri 200 “giffoner” di età tra i 18 e i 30 anni, hanno partecipato anche agli show pomeridiani realizzando illustrazioni e disegni in tempo reale. Inoltre abbiamo avuto il piacere di ospitare Vera Gheno, Michele Mezzanotte, Cristiano Godano, Marco Martinelli con la fondazione Deloitte, Stefano Bartezzaghi, BigMama, Marilena Umuhoza Delli e Jonathan Bazzi.
Cuore pulsante dell’intera rassegna è stata la residenza per artisti: dieci giovani creativi italiani messi nella condizione di lavorare in gruppo intorno a un tema. Cosa è emerso da questa esperienza?
Credo di poter affermare che l’esperienza della residenza artistica sia una delle cose più “Giffoni” che potessimo fare. Undici giovani talenti di varie discipline si sono letteralmente lanciati nel progetto, dando vita a una condivisione di arte e di idee incredibile. Sono stati coinvolti in progetti personali e collettivi con al centro il tema della prossima edizione del festival: L’illusione della distanza. Da questa esperienza, che non si ferma qui e che avrà un proseguo sicuramente almeno fino a luglio, nascerà non solo l’immagine ufficiale di Giffoni54 ma anche letture alternative del tema che presto potremo svelare.
Alex Urso
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