Amore e solitudine nel film animato “Il mio amico robot”
Attualmente in programma nelle sale cinematografiche italiane, “Il mio amico robot” è il nuovo film animato dello spagnolo Pablo Berger. Una favola sulla solitudine e sul valore della gentilezza nella ricerca della felicità
C’è un film di animazione che in queste settimane sta entusiasmando il pubblico più giovane, e non solo. Distribuito da I Wonder Pictures, si intitola Il mio amico robot, ed è firmato dal regista spagnolo Pablo Berger (a partire dall’omonimo fumetto di Sara Varon).
La trama de “Il mio amico robot”
Considerato da molti uno dei lungometraggi animati più audaci e innovativi degli ultimi anni, la pellicola racconta la storia e i sentimenti di Dog, un simpatico cane che vive la sua vita soffrendo terribilmente la solitudine.
Per contrastare questa condizione di isolamento e incapacità di relazionarsi con il resto del mondo, decide di acquistare un nuovo modello di robot umanoide da compagnia. Dopo aver montato e attivato l’androide, i due protagonisti diventano immediatamente amici, stringendo una relaziona effettiva che fa delle diversità e dei differenti approcci al mondo i propri punti di forza.
Ambientata nella Manhattan degli anni Settanta e Ottanta, fatta di disco music, breakdance, coppie di varia taglia e specie, la trama subisce una svolta quando i due amici sono costretti a separarsi, cercando nuove strade per trovare la propria felicità l’uno senza l’altro.
I riconoscimenti de “Il mio amico robot”
Candidato agli Oscar 2024 come miglior film animato, al fianco di titoli ben più blasonati come Nimona, Spider-Man: Across the Spider-verse e Il ragazzo e l’airone (e c’è da domandarsi se, senza la concorrenza del capolavoro di Hayao Miyazaki, l’opera avrebbe ottenuto la statuetta nella sua categoria), Il mio amico robot è un grande omaggio alle diversità e al valore della gentilezza.
Si tratta di tematiche per certi versi classiche e non particolarmente innovative nel mondo dell’animazione per bambini, eppure le modalità attraverso cui questi concetti vengono elaborati non ha eguali, se si considerano le produzioni più recenti.
Ne sono una prova le principali scelte tecniche e stilistiche compiute da Berger. Il film è infatti interamente girato in 2D (senza il ricorso a effetti speciali e tridimensionali) e senza dialoghi: aspetti che invitano lo spettatore a concentrarsi sulle immagini e a fare affidamento sul potere comunicativo di un disegno distante dalla modernità espressiva di questo genere.
Presentato in anteprima mondiale al 76° Festival di Cannes, Il mio amico robot ha ricevuto il premio Controcampo per il miglior film al Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy.
Alex Urso
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