I film di Man Ray tornano al cinema restaurati
Quattro film realizzati dal dadaista Man Ray tornano restaurati nelle sale cinematografiche. Ad accompagnarli una colonna sonora composta appositamente dal grande Jim Jarmusch
Dopo il restauro di Anémic cinéma, l’opera cinematografica attribuita a Rose Sélavy, alter ego femminile di Marcel Duchamp, di cui Man Ray firmò la fotografia, di quest’ultimo arrivano al cinema nuovi filmati risalenti agli anni ’20 del Novecento.
Si tratta di quattro titoli che rappresentano il primo cinema d’avanguardia europeo, punto di connessione tra tecnica sperimentale, narrativa surrealista e astrazione, soffusa di erotismo.
I film di Man Ray restaurati
Le retour à la raison, Emak-Bakia, L’étoile de mer, Les Mystères du château de Dé sono i film che saranno distribuiti dalla newyorkese IFC Center.
Womanray e Cinenovo hanno acquistato stampe originali delle pellicole di Man Ray da varie parti del mondo, per poi effetuarne il restauro in collaborazione con La Cinémathèque française, il Centre Pompidou, la Biblioteca del Congresso, il CNC francese e la Cineteca di Bologna.
Un lavoro importante che restituisce al pubblico pietre miliari del cinema d’avangiardia e testimonianze filmiche del movimento surrealista, di cui Man Ray è tra i maggiori esponenti.
Il primo titolo ad uscire è Le retour à la raison, che ha compiuto cento anni. Ad accompagnare le immagini – in cui appare anche il busto nudo dell’amante Kiki de Montparnasse – sarà una colonna sonora realizzata appositamente dal duo Jim Jarmusch-Carter Logan Sqürl che, con sonorità rock, evoca il bello, l’ineffabile, l’inquietante e il sublime presente nei fotogrammi. La coppia di musicisti ha firmato il soundtrack anche per gli altri tre film in uscita.
La storia di “Le retour à la raison” di Man Ray
Le retour à la raison nasce nel 1923, quando Tristan Tzara, tra i fondatori del dadaismo, suggerì a Man Ray di cimentarsi nella cinematografia. L’artista realizzò così il suo primo brevissimo filmato che venne presentato in occasione dell’ultima serata ufficiale del Dadaismo, il 6 giugno.
Elaborato in una sola notte facendo un collage di pellicole impresse con la tecnica dei rayogrammi, Ray avrebbe aggiunto solo poche riprese. Le retour à la raison doveva infatti incarnare lo spirito di improvvisazione tipico del dada.
Gli altri film di Man Ray
Due anni dopo, nel 1926, Ray realizzò Emak-Bakia, in cui le forme degli oggetti si dissolvono nella luce. Concepito come un film meramente ‘da guardare’, fu da lui definito un “cinepoema”.
Nel 1928 arriva invece L’étoile de mer, accompagnato da una poesia di Robert Desnos. Le immagini si itravedono attraverso un vetro smerigliato, che rende le figure di una coppia appannate e poco limpide, lasciando lo spettatore in balia del desiderio di scoprire la figura della donna celata.
L’anno successivo, durante un soggiorno al castello di Hyères nel Sud della Francia, Man Ray fu ispirato dall’architettura dell’edificio e, partendo dal verso di Mallarmé “un colpo di dadi non abolirà mai il caso”, girò Le mystère du château de dés. Oggetti che si muovono da soli e persone con volti coperti da stoffa nera che giocano a dadi ed eseguono esercizi sono al centro del film, privo di storia per lasciare lo spettatore in balia delle immagini.
Roberta Pisa
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