L’arte della gioia: dal romanzo di Goliarda Sapienza alla serie di Valeria Golino
Prima al cinema in due parti e poi su Sky, arriva "L’arte della gioia", una storia di ribellione, riscatto e libertà in cui non manca l’elemento scabroso. Il trailer
Valeria Golino firma la sua terza regia. Dopo Miele ed Euforia è la volta di una storia che arriva dalla letteratura, da L’arte della gioia di Goliarda Sapienza.
È la prima volta però che l’attrice e regista si mette alla prova dietro la macchina da presa per una serie tv che, prima di approdare su Sky, ha fatto il suo debutto al 77esimo Festival di Cannes e che in questi giorni arriva sul grande schermo in due parti, la prima dal 30 maggio e la seconda dal 13 giugno.
I 100 anni di Goliarda Sapienza
Un’uscita evento che a suo modo rende omaggio all’autrice del libro a 100 anni dalla sua nascita.
“Il 10 maggio è stato il centenario della nascita di Goliarda Sapienza, che ho incontrato quando avevo 18 anni, sul set di Storia d’amore di Citto Maselli”, ha raccontato Valeria Golino.
“Ho il rimpianto di non aver capito a pieno l’occasione che mi si era presentata, essendo molto giovane. Avevamo un rapporto affettuoso, lei era la mia coach, capivo che era una persona speciale, ma ero distratta e non avevo ancora letto i suoi libri. Se solo avessi saputo che era una mente così originale, sempre alla ricerca della bellezza, avrei goduto meglio quell’occasione”.
L’arte della gioia: storia di un romanzo scandaloso
Il libro L’arte della gioia ha, proprio come la sua scrittrice, una storia incredibile: scritto tra il 1967 e il 1976 è stato più volte, e anche in malo modo, rifiutato dalle case editrici italiane e portato successivamente in libreria e al successo dai tedeschi e poi dai francesi.
Un libro scabroso, scandaloso al cui interno scorre tanta vita, tanta passione, e anche ossessione. “Ho avuto un rapporto con questo libro diverso ogni volta che l’ho preso in mano: la prima volta da lettrice, diversi anni fa, mi ha turbato. La sua scabrosità mi ha colpito molto dal punto di vista emotivo, reagivo ad una serie di fatti, informazioni, un connubio di eros e morbosità, mi ha fatto un effetto incredibile, un turbamento forte, una cosa aliena da me”, ha commentato la regista.
La serie “L’arte della gioia”
“Poi l’ho riletto anni dopo, infine Viola Prestieri ha preso i diritti e si è rivolta a me. Angelo Pellegrino, il vedovo di Goliarda, ha deciso di cederli a noi”. E la serie – scritta con Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo – è tra le cose più belle italiane che vedremo quest’anno sul grande e piccolo schermo.
Il lavoro fatto da tutti i reparti, da tutti gli artigiani e artisti del dietro le quinte è meraviglioso, attento, dal ritmo intenso. Al centro della vicenda de L’arte della gioia, ambientata agli inizi del secolo scorso, durante la prima guerra mondiale e l’epidemia di spagnola, c’è Modesta, una giovane fanciulla nata in Sicilia l’1 gennaio del 1900 da una famiglia misera, che nel corso della sua giovinezza tenta una scalata sociale nel segno della completa libertà (non bada a niente e nessuno, né a ciò che è giusto o sbagliato). La sua non è una vendetta, è desiderio di riscatto, di ribellione, di controllo.
Modesta, protagonista spregiudicata
“Tutti i personaggi femminili del libro sono interessanti, complicati, fuori dagli archetipi in un romanzo che gioca con gli archetipi”, ha continuato Valeria Golino.
“Modesta è un unicum nella letteratura italiana, è oltre la modernità, più avanti anche di noi. Una donna così poco edificante, che ha tutti i grandi difetti degli uomini”. E ha proseguito: “L’arte della gioia è un inno alla libertà, all’autocoscienza e all’autodeterminazione, ma anche al dissenso e alla disobbedienza. Personalmente non credo ci sia messaggio più forte e contemporaneo per il pubblico di oggi”.
A reggere, come si dice in gergo, “sulle spalle” la serie è Tecla Insolia, attrice giovane e brillante che sin dalla prima scena conduce gli spettatori in una storia senza scrupoli. Accanto a lei altre donne e artiste incredibili, Jasmine Trinca e Valeria Bruni
Tedeschi e con loro anche Guido Caprino, Alma Noce, Giovanni Bagnasco.
Margherita Bordino
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