La nuova serie tv su Karl Lagerfeld con l’attore Daniel Brühl
Su Disney+ la nuova serie “Becoming Karl Lagerfeld” incrocia moda, arte e cinema. Una serie che si muove per lo più tra le vie di una Parigi glamour, promiscua e rivoluzionaria, tipica degli Anni ’70
“Dior e Chanel erano morti da tempo, ed era ora che una nuova generazione di stilisti salisse alla ribalta. Gli individui che frequentavano il microcosmo di Saint-Germain-des-Prés conducevano una vita di piaceri e promiscuità, mentre la crisi incombeva in lontananza”. Questa è la Parigi in cui si muovono i personaggi di Becoming Karl Lagerfeld, serie disponibile su Disney+, e a dirlo è Isabelle Degeorges, produttrice per Gaumont. A vestire i panni della celebre icona della moda è l’attore poliglotta Daniel Brühl, individuato e scelto sin dalla fase di scrittura del progetto.
Karl Lagerfeld raccontato dall’attore Daniel Brühl
“È stato particolarmente impegnativo interpretare Karl Lagerfeld. Si trattava di interpretare un personaggio così misterioso, sulle sue ma al tempo stesso una vera e propria icona. Il rischio era quello di cadere nella caricatura”, dichiara Daniel Brühl. “Nel cercare di creare questo personaggio, vi erano alcuni aspetti particolarmente delicati, intimi. Si tratta di in un uomo riservato, discreto e devo dire che anch’io lo sono… ed è stato necessario poi prendere delle decisioni facendosi un minimo di violenza per cercare di capire quest’uomo, per capire cosa voleva. Voleva conquistare Parigi e voleva ottenere il rispetto”, continua l’attore.“Era un uomo con un desiderio molto forte di raggiungere questi obiettivi, e per quanto riguarda l’amore della sua vita, cercava di aprirsi nei confronti di questa persona però temeva di perdere il controllo. Io non posso paragonarmi all’attenzione di cui era oggetto Karl Lagerfeld”, conclude, “però anch’io ho conosciuto alcuni aspetti che ha vissuto, che ci accomunano, anche per quanto riguarda la solitudine. Da attore sono cerco di collegarmi ad alcuni aspetti estremi dei personaggi che interpreto, però in alcuni casi c’è anche qualcosa che mi appartiene”.
Becoming Karl Lagerfeld. La serie che racconta la nascita di una star
Becoming Karl Lagerfeld si concentra, come suggerisce il titolo, su alcuni anni di vita, specifici, dello stilista. Mostrano allo spettatore come è “nata la star”. Tra i biopic di moda è sicuramente quello dal maggiore impatto: ha buon ritmo, crea e genera interesse, fornisce una ricostruzione di fatti personali che forse non tanti conoscono e che cercano di indagare l’uomo dietro la maschera. Daniel Brühl è assolutamente perfetto nei panni del protagonista e lo ha anche conosciuto. “Ho avuto l’onore di incontrarlo una volta, quando abbiamo fatto un servizio fotografico”, racconta l’attore. Brühl è rimasto colpito da questo breve incontro e racconta del suo nervosismo di fronte agli “occhi intelligenti” del couturier dietro l’obiettivo.
Karl Lagerfeld, uomo di grandi estremi
Lagerfeld era molte, moltissime cose e tra tutte, era un grande appassionato di Proust e dei romantici tedeschi. “Karl Lagerfeld era un uomo di grandi estremi. Era uno straordinario intellettuale. Mi ricordo delle trasmissioni in cui parlava di letteratura ed era evidente che avesse letto tutti i libri a cui faceva riferimento e al tempo stesso era una vera e propria icona della cultura pop, di questo mondo folle che è la moda, dai ritmi frenetici”, sottolinea Brühl. “Ed era anche uno straordinario artista, fotografo, illustratore. E non finisce qui… era anche un uomo d’affari! Era più cose e mi sono molto divertito a esplorare tutte queste realtà, queste contraddizioni che ha continuato a vivere fino alla fine. Anche se era in là con gli anni, non aveva perso la grande curiosità e la voglia di rapportarsi con il mondo dei giovani”.
Becoming Karl Lagerfeld. Una serie in cui gli abiti sono veri personaggi
Una chicca della serie Becoming Karl Lagerfeld riguarda gli abiti utilizzati per la sua realizzazione – circa 2.700 costumi -, di cui 1.600 fatti da zero. E d’altronde in un racconto del genere è il caso di dire che “è l’abito che fa il monaco”, che tiene le fila della storia e dei suoi personaggi. “Volevamo dipingere un quadro della vita parigina nel mondo della moda degli Anni ’70, cercando di trasmettere l’atmosfera di Saint-Germain-des-Prés piuttosto che offrirne una replica esatta”, commenta la costumista Pascaline Chavanne. “L’obiettivo era anche quello di mostrare il ruolo delle muse nella creazione artistica, attraverso la presenza di Jacques de Bascher, il dandy elegante e raffinato, ma anche arrogante, con un’inclinazione autodistruttiva verso le feste. Jacques rappresentava il tipo di bellezza che Karl idealizzava”.
Margherita Bordino
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