Che cosa ci fanno 10 registi in un paesino del Monferrato?

Dieci giovani artisti internazionali, cinque cortometraggi da produrre in poco più di una settimana. È quanto accaduto a Cassine, tra i vigneti e i borghi medievali del Monferrato

Duemila abitanti (forse), venti chiese e una grande casa agricola urbana che ancora sa di Medioevo. Questo è Cassine: uno dei borghi che, sommati ai vitigni circostanti, costituiscono il sito Langhe-Roero e Monferrato. Patrimonio UNESCO dal 2014.
È proprio qui che dieci giovani registi internazionali si sono riuniti per una residenza artistica speciale. Impensabile – almeno fino a poco prima – per gli abitanti del luogo. Ospiti di Casa Arcasio, la grande villa già citata, hanno preso parte al laboratorio organizzato dall’associazione Quindici19. L’obiettivo? Portare a termine cinque cortometraggi ispirati al territorio. In soli dieci giorni.

Duemila30 Lab, residenza in Monferrato, 2024. Photo Zeb Goriely
Duemila30 Lab, residenza in Monferrato, 2024. Photo Zeb Goriely

La residenza artistica a Casa Arcasio tra i colli del Monferrato

Il progetto cinematografico

Tutto nasce dall’associazione culturale Quindici19, in collaborazione con Casa Arcasio – già in passato luogo di masterclass concertistiche delle Dimore del Quartetto milanesi – e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Il progetto, che ha preso il nome di Duemila30 Lab, ha coinvolto dieci giovani registi e una ricca troupe di organizzatori. Registi, italiani e non, selezionati dalle edizioni passate di Duemila30: festival internazionale di social-impact film making, che si tiene a Milano dal 2018. Per l’edizione di quest’anno, prevista dal 27 al 30 giugno, questi artisti sono stati invitati a partecipare a una residenza-laboratorio creativo a Cassine, nel cuore del sito UNESCO monferrino. E a una settimana di distanza dal festival stesso. 

Il programma della residenza

Come già anticipato, il programma della residenza in Monferrato prevedeva di portare a termine cinque cortometraggi, lasciandosi ispirare dai luoghi, dagli abitanti, dalle tradizioni vitivinicole che caratterizzano questa terra. Dunque: raccontarne le tradizioni, i vissuti, gli scorci inaspettati.
Per realizzare tutto ciò, sono stati ospiti a Casa Arcasio: la cornice ideale in cui creare, a stretto contatto con la tradizione e la storia. Si tratta infatti di una dimora caratteristica, risalente almeno al XV secolo, che conserva tutto il suo fascino antico. Dieci giorni, dunque, dal 14 al 23 giugno, durante i quali hanno filmato, montato, esplorato. E hanno inoltre preso parte a lezioni e masterclass tenute da registi e professionisti del settore, tra cui Steen Johannensen: uno degli autori del film candidato all’Oscar The last man in Aleppo (2017).

Casa Arcasio e le colline vinicole del Monferrato

Il patrimonio dell’Unesco tra Langhe e Monferrato

Nelle scene dei corti proiettati in anteprima l’ultimo giorno della residenza, il territorio e i suoi abitanti sono emersi in tutto il loro fascino. Si parla delle colline piemontesi inserite nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 2014, per il loro valore paesaggistico e culturale. Non è solo la bellezza dell’area geografica – un susseguirsi di vigneti e agglomerati di mattoni rossi medievali – ma anche le pratiche che sopravvivono intatte nel tempo. Langhe e Monferrato sono celebri per le produzioni di vino: Barolo, Barbaresco, Barbera… tutti nascono qui. 

Cassine e gli infernot 

Cassine e i paesi vicini sono state poi premiate dall’UNESCO per una particolarità architettonica unica: gli infernot. Si tratta di cantine – o piuttosto grotte – ideali per mettere il vino ad affinare. Scavate nella pietra – proprio Casa Arcasio ne ha un esempio ancora in funzione – permettono di mantenere all’interno una temperatura costante di 13 gradi. D’estate e d’inverno. 

La residenza per artisti di Casa Arcasio, Cassine, Monferrato, 2024. Photo © Emma Sedini
La residenza per artisti di Casa Arcasio, Cassine, Monferrato, 2024. Photo © Emma Sedini

Casa Arcasio: una dimora medievale trasformata in luogo d’arte 

Veniamo infine a Casa Arcasio. In origine una casa agricola urbana, con tanto di forno a legna per il pane in giardino, e camini per affumicare i salumi dove oggi ci sono le camere. La prima data – incisa su una delle pareti di pietra – ferma il tempo al 1570. Ma la costruzione risalirebbe ad almeno un secolo prima. Negli anni, ha visto avvicendarsi al suo interno famiglie diverse, dai commercianti ai letterati. E persino i nazisti, che ne occuparono il pianterreno durante la guerra. Finché non è giunta nelle mani dell’attuale proprietaria, Paola Dubini, che le ha datonuova vita con masterclass concertistiche e, ora, anche con una residenza artistica. L’obiettivo – portando qui giovani creativi da tutto il mondo – è valorizzare il paese e il territorio. Facendo così scoprire anche al pubblico il fascino antico dei borghi del Monferrato, e le storie di chi vi abita e vi ha abitato.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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