È morto Roberto Herlitzka. Artista di teatro e di parola
Da Lina Wertmuller a Marco Bellocchio, Roberto Herlitzka si è prestato per ruoli diversissimi tra loro. E seppur nella memoria popolare resta il suo Aldo Moro in “Buongiorno, notte”, tutta la sua carriera è stata un trionfo. In particolare in teatro
“Io sono un attore che non pensa di dover dare dei messaggi di tipo politico, sociale o civile se non attraverso i testi che porto sulla scena e che sono tutti molto diversi tra di loro”. In questa breve dichiarazione c’è molto, moltissimo dell’uomo e dell’artista Roberto Herlitzka, uno dei più importanti attori di teatro italiani, noto in particolare per aver interpretato sul grande schermo Aldo Moro in Buongiorno, notte di Marco Bellocchio (2003, per cui vinse un David di Donatello per il Miglior attore non protagonista). Il grande Roberto Herlitzka è venuto a mancare all’età di 86 anni. Caldo e spossatezza lo hanno pian piano spento a distanza di due mesi esatti dalla scomparsa della moglie Chiara.
Prima di tutto per Herlitzka c’è stato il teatro
Senza il teatro Roberto Herlitzka cosa avrebbe fatto? E cosa il teatro – ma anche il cinema – avrebbe fatto senza di lui? “Io credo che il teatro sia di parola. È vero che si può fare teatro molto bene anche senza dire delle parole. Però le parole non dette sono delle parole anch’esse. I nostri silenzi sono pieni di parole interiori. Quello che non mi interessa è il teatro semplicemente narrativo. Quel teatro in cui si racconta una storia giusto per il piacere di raccontarla”, ha dichiarato in passato. Nato a Torino il 2 ottobre del 1937 da padre ceco di religione ebraica e madre di religione cattolica, durante la dittatura fascista, si salvò dalle persecuzioni dovute alle leggi razziali usando il cognome della madre, Berruti. Dopo un intenso e piacevole studio all’Accademia nazionale d’arte drammatica, iniziò a recitare sin da molto giovane in diversi spettacoli diretti da Orazio Costa. E tra gli Anni ‘70 e ‘80 divenne uno nomi più rilevanti del nostro teatro.
Al cinema il debutto con Lina Wertmuller
Utilizzando sempre le sue parole: “La cultura viene considerata qualcosa di addirittura nocivo se non inutile. È uno dei più gravi malanni che possano capitare ad un paese, perché se si perde la cultura, si perde tutto”. Il suo è un volto assai noto anche al cinema e alla televisione. Come non ricordarlo d’altronde nell’esilarante serie Boris nei panni di Orlando Serpentieri! Il piccolo e il grande schermo lo hanno accolto con maggior assiduità sin dagli Anni ‘90 e ogni sua interpretazione, piccola o grande per durata, è stata a dir poco unica (e non in modo retorico!). Lo ricorderemo in particolare per opere cinematografiche come Marcellino di Luigi Comencini, La città ideale di Luigi Lo Cascio, L’ultimo terrestre del fumettista Gipi, La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Bella addormentata di Marco Bellocchio, Lontano Lontano di Gianni Di Gregorio, Leonora addio di Paolo Taviani (sua ultima apparizione sul grande schermo). Ma la sua prima interpretazione cinematografica, che resterà intramontabile, è legata a Film d’amore e d’anarchia, ovvero ‘stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…’ della straordinaria Lina Wertmuller.
Margherita Bordino
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