Muore Shelley Duvall, fu la Wendy del film Shining di Kubrick
L’attrice, scomparsa a 75 anni, è nota per l’iconico film diretto da Stanley Kubrick. Ma ha lavorato anche con Woody Allen ed è stata produttrice televisiva. Ne ripercorriamo la carriera
È il 1980 quando esce nei cinema Shining di Stanley Kubrick, film tratto dall’omonimo libro di Stephen King e destinato a diventare un cult del suo genere. Nei panni di Wendy, l’angosciata moglie di Jack Torrance (interpretato da Jack Nicholson), c’era l’attrice Shelley Duvall, morta l’11 luglio 2024 a 75 anni e nel sonno nella sua casa in Texas, a causa di alcune complicazioni dovute al diabete. A darne la notizia è stato il marito Dan Gilroy, membro della prima band di Madonna, i Breakfast Club. Shining non è stato il suo esordio e nemmeno la sua migliore interpretazione, ma è stato il film che nel bene o nel male ha segnato la sua carriera professionale. Va ricordato che Shelley Duvall è stata una sorta di punto di riferimento per un altro regista, Robert Altman, lo stesso che le permise di conquistare il premio come Migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes per Tre donne (1977).
Shelley Duvall attrice
Shelley Duvall ha debuttato sul grande schermo proprio con Robert Altman. Era il 1975 e il film era Nashville. Con lui ha collaborato, in totale, per ben sette volte. E oltre ad aver lavorato con Stanley Kubrick, è stata diretta anche da Woody Allen in Io e Annie (1977). Il 1977 è stato dunque l’anno in cui il suo ruolo di attrice è stato riconosciuto e consacrato maggiormente e a livello internazionale.
Shelley Duvall produttrice
Dalla metà degli Anni Ottanta, per qualche anno e prima di abbandonare Hollywood, Duvall sceglie di dedicarsi alla produzione. In America tutti ricordano il programma tv Faerie Tale Theatre, serie antologica molto all’avanguardia per i suoi tempi che è andata in onda tra il 1982 e il 1987 e ha visto grandi star come Mick Jagger, Jeff Bridges e Carrie Fisher in storie dirette da artisti del calibro di Tim Burton e Francis Ford Coppola. Ogni aspetto del programma era supervisionato da Duvall, che in questo ruolo deve essersi sentita maggiormente gratificata e libera.
Shelley Duvall in Shining
Il suo allontanamento dallo schermo è avvenuto pian piano mentre quello dall’industria, e dai suoi colleghi legati agli Studios, è stato assai repentino anche a causa di alcuni problemi legati alla salute mentale. Solo di recente, nel 2022, ha fatto un brevissimo ritorno, nel film horror indipendente The Forest Hills. Torniamo però all’esperienza sul set di Shining, il film che l’ha resa nota al grande pubblico: non si è trattato di un lavoro idilliaco per l’attrice che da questa esperienza è rimasta segnata profondamente. Da quanto riportato da diversi media, Stanley Kubrick – che, si sa, non è stato un regista semplicissimo o particolarmente delicato – l’avrebbe messa a dura prova per interpretare la moglie dello scrittore che impazzisce e terrorizza lei e il loro bambino. Nel 1981 Shelley Duvall ha infatti raccontato a People che si era trattato di un lavoro molto lungo, durato ben 13 mesi, e che Kubrick la fece “piangere 12 ore al giorno per settimane intere”, al punto da farle dichiarare: “non darò mai più così tanto. Se volete soffrire e chiamarla arte, fate pure, ma non con me”. Shelley Duvall in Shining fu perfetta – da qui la gloria per quel ruolo! – ma nella scena più famosa, quella in cui il personaggio di Nicholson minaccia la moglie con un’ascia, il regista avrebbe spinto il cast a un totale di 127 riprese. Un set per nulla semplice!
Margherita Bordino
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