Salute mentale? Per le serie tv non è più tabù. Ecco che trattano l’argomento

Da Tredici a Tutto chiede salvezza, la salute mentale è al centro delle narrazioni. Le serie tv non si sottraggono, anzi ne affrontano molte e varie sfaccettature diventando sempre più attuali

La salute mentale per le serie tv non è più tabù. Cosa è successo nell’ultimo decennio? È il 2017 quando su Netflix debutta Tredici (nel titolo originale 13 Reasons Why) basata sull’omonimo romanzo di Jay Asher. Suicidio, depressione, bullismo: questo e molto altro in una serie che riguarda principalmente una storia teen. Non è la prima volta che si parla di questi argomenti, né la prima in cui la salute mentale, con le sue sfumature, è presentata al grande pubblico. Eppure succede qualcosa: Tredici diventa un vero caso. Una serie che segna una sorta di spartiacque, permettendo di identificare così un prima e un dopo. 

Salute mentale nelle serie tv. Da Tredici a Black Mirror

Tredici inizia con la tragica morte della giovane Hannah Baker che si toglie la vita dopo alcuni eventi traumatici che riguardano esclusione social, bullismo e stupro. Da questo triste accaduto la scuola che Hannah frequentava e i suoi studenti sono protagonisti di un vortice ripido (e rapido) di accuse, colpe, detti e non detti, vizi, giudizi, pregiudizi e violenza, gesti e fatti dietro i quali si nasconde una mancata comunicazione. Tredici ha catturato l’attenzione di tutti, non soltanto per avere schiaffato davanti agli occhi di tutti e in modo diretto il tema del suicidio, ma anche per avere urlato a gran voce che “la depressione esiste, può colpire anche i più giovani, bisogna riconoscerla e affrontarla”. Sebbene prima dell’esordio di Tredici già altre serie avevano trattato argomenti simili, è la prima volta in cui viene detto “ehi, se ti senti allo stesso modo non avere timore, c’è chi può aiutarti”. Analizzando un periodo storico abbastanza circoscritto, bisogna fare un passo indietro. È il 2011 quando esce in Inghilterra Black Mirror, serie antologica focalizzata sui disagi collettivi del mondo moderno e contemporaneo. Inquietudine: è questo che arriva guardando i suoi episodi. La serie mette lo spettatore davanti al lato più oscuro e nascosto del nostro mondo, quello che abbiamo sotto gli occhi ma che troppo spesso fingiamo di non vedere. 

Salute mentale nelle serie tv. Da Shamless a Skam

Nello stesso anno di Black Mirror compare Shameless, una delle serie più sincere e disturbanti del nostro tempo. Il disturbo principale riguarda il bipolarismo e il personaggio che ne porta i segni è quello di Ian Gallagher. Nelle varie stagioni si osserva il ragazzo oscillare tra forti sbalzi di umore, depressione, fase maniacale. Ian è solo uno dei figli – cresciuti in un ambiente alquanto instabile – di Frank e Monica, il primo con un disturbo antisociale di personalità e la seconda con un disturbo bipolare conclamato e di cui rifiuta le cure. Intanto nel 2015 arriva in Norvegia Skam (letteralmente ‘vergogna’), destinata a diventare un franchise internazionale e in cui, con un linguaggio attuale e frizzante, è affrontata più di una problematica che riguarda gli adolescenti: amicizie, amori, litigi, ricerca della propria identità e molto altro. Nella versione italiana in Skam – come anche nelle altre – a un certo punto, si incontra un personaggio anche qui bipolare, Niccolò, affetto nello specifico dal disturbo borderline di personalità. La personalità borderline è, in questo contesto, caratterizzata principalmente da impulsività e instabilità nelle relazioni interpersonali e nell’umore. Nessuna vergogna però, è un problema che una volta riconosciuto si può curare, come mostra la stessa serie tv.

Salute mentale nelle serie tv. Il caso Bojack Horseman

Sempre nello stesso anno avviene qualcosa di bizzarro, compare una serie animata con protagonista un cavallo che si destreggia ​in una Hollywood corrosa da aspirazioni e vizi, in cui umani e animali antropomorfi convivono senza differenze di specie. Si tratta di Bojack Horseman. Bojack era una star. Era famoso in uno show degli anni ’90, poi però la gloria è volata via e lui si è lasciato andare tra alcol, droga, soldi e confusione mentale. La sua depressione è evidente sin da subito, come lo è anche quella dei personaggi che gli gravitano attorno – tutti vittima di un sistema patinato, di facciata, che allontana dalla realtà ma quando rompe la magia rischia di distruggere chiunque e non solo i più deboli. In quella che abbiamo definito ‘il dopo Tredici’ ci sono alcuni punti fermi e sono Euphoria (2019), Mental (2020), Normal People (2020), Stranger Things (2022, stagione 4) e Tutto chiede salvezza (2022).

Salute mentale nelle serie tv. Gli altri titoli di successo

In quello che abbiamo definito “il dopo Tredici”, ci sono alcuni punti fermi e sono Euphoria (2019), Mental (2020), Normal People (2020), Stranger Things (2022, stagione 4) e Tutto chiede salvezza (2022). Euphoriamette al centro e crea una interessante discussione su autolesionismo e disturbi ossessivi compulsivi. Qui la protagonista è Rue (che ha fatto esplodere il fenomeno Zendaya!), un’adolescente spezzata dall’ansia e dal costante uso di sostanze mai mascherate ma sempre in primo piano. Mental è invece una serie tv italiana – la prima inserita in questa analisi – di cui andare fieri e che in modo diretto racconta l’amicizia di quattro ragazzi affetti da problemi psichici. Nel dopo TrediciNormal People è stata un vero successo che tuttora vive di gloria. Una serie tratta dall’omonimo trionfo letterario di Sally Rooney e che, come si intuisce dal titolo, racconta la complessità di essere “normali”. Qui, nel personaggio di Connell, l’ansia sociale è presente e si evolve in depressione in una rappresentazione più generale, che riguarda quella predominante ricerca di normalità che, diciamolo, accomuna tutti gli uomini e le donne. 

Salute mentale nelle serie tv. Stranger Things e Tutto chiede salvezza

Nel maggio 2022 è la volta di Stranger Things che arriva con la sua attesissima stagione numero 4. Sebbene nessuno abbia pensato a questa serie come un racconto che riguardasse la salute mentale, ecco che in questa stagione si accendono i riflettori sul caso di Max. Lei, da sempre presentata come personaggio abusato, con la morte del fratellastro Billy e la difficile elaborazione del lutto, vive un nuovo dramma che sfocia in depressione acuta. Nella terza stagione ha infatti visto suo fratello morire davanti ai propri occhi, sacrificandosi per lei e i suoi amici, e nonostante i due non avessero un bel rapporto, la scomparsa di Billy e il non detto diventano per lei così laceranti da condurla a isolarsi e a non rendersi conto che le persone che ha attorno le vogliono bene e si preoccupano per lei. Pochi mesi dopo, a ottobre 2022, si inserisce in questo contesto narrativo un’altra serie tv italiana, Tutto chiede salvezza – tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli e dalla sua storia – che racconta la settimana vissuta dal protagonista ricoverato in un reparto psichiatrico per TSO. Daniele è un ventenne che viene ricoverato dopo una crisi psicotica e una reazione violenta nei confronti della madre. Nella serie tv si assiste alla parabola di questo personaggio che inizia come un calvario e termina con la scoperta di sé. Qui Daniele non è il solo a soffrire di un disturbo mentale, accanto a lui ci sono più aspetti e si manifestano attraverso gli altri personaggi, i compagni di stanza, che lottano tra vari disturbi, tutti abbastanza conclamati e riconoscibili.

Salute mentale nelle serie tv. Una riflessione

Questo breve excursus tra varie serie tv – tante ma anche poche visto l’argomento – serve a dimostrare come oggi la salute mentale non è assolutamente un tabù, o per lo meno non lo è nel racconto audiovisivo. Se qualcuno ha ancora qualche dubbio, qui altri tre titoli che in questi anni sono stati esempio di una narrazione pulita e importante riguardo un’altra sfumatura, i problemi del neurosviluppo come lo spettro dell’autismo: Atypical (2017), Good doctor (2017), Avvocata Woo (2022).

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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