Invelle: il film animato di Simone Massi che narra un’epopea contadina
In uscita al cinema dal 29 agosto 2024, "Invelle" è un film d'animazione estremamente raffinato, che coglie l'essenza del tempo e delle comunità contadine italiane. Il trailer
Dal 29 agosto con Lucky Red esce al cinema Invelle, che in dialetto marchigiano vuol dire “in nessun posto”, il primo lungometraggio di Simone Massi. La sua uscita in sala arriva a quasi un anno dal suo debutto.
Dopo la presentazione in anteprima mondiale alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti, dove ha ricevuto il Premio Carlo Lizzani dagli esercenti italiani più coraggiosi del 2023, il film ha partecipato ad Alice nella Città e ha fatto un intenso percorso festivaliero: oltre 15 appuntamenti internazionali e italiani, e diversi premi e riconoscimenti ottenuti.
La storia del regista di “Invelle” Simone Massi
La storia del regista Simone Massi è di per sé un racconto cinematografico. Nato e cresciuto a Pergola (PU) il 23 maggio del 1970, vive tuttora qui in una vecchia casa di campagna tra le colline marchigiane, lontano dalla modernità, dagli ambienti che contano.
Simone Massi è un ex operaio che, formatosi poi alla Scuola del Libro di Urbino, ha pensato e disegnato uno ad uno i fotogrammi dei suoi film misurandosi in un lavoro faticoso e assolutamente minuzioso. Prima di Invelle, ha realizzato e diretto animazioni selezionate nei festival di 75 Paesi del Mondo.
Ha vinto oltre 300 premi fra cui un David di Donatello, tre Nastri d’Argento, e un Premio Flaiano per l’animazione realizzata all’interno del documentario La strada dei Samouni, già Premio Oeil d’Or al Festival di Cannes 2018.
Invelle: epopea contadina e famigliare
Invelle, vera epopea contadina che mette in scena più di una struggente questione familiare, accompagna gli spettatori indietro nel tempo, alla fine della Prima Guerra Mondiale per poi fargli fare un balzo in avanti, attraverso più dimensioni.
Il film si apre infatti il 1918 dove c’è Zelinda, una bambina orfana di madre con il padre in guerra, costretta ad occuparsi di casa, fratelli, stalla e bestie. Un giorno, alla fiera del paese, Zelinda ritrova il babbo e spalanca gli occhi per far posto a tutte le cose che le si parano davanti.
La storia giunge al 1943, quando Assunta, un’altra bambina contadina con il padre al fronte. Ma appena ha modo Assunta si cuce un vestito colorato, fa un saltello e la guerra non c’è più. La trama si sposta allora nel 1978 con Icaro, bambino contadino che gira in tondo attorno al niente, ma deve fare quello che non è stato possibile per sua madre e sua nonna.
Le voci e i personaggi del film
“Nel pezzo di terra dove sono nato e cresciuto non c’è niente di importante da vedere e da ricordare, niente che possa essere considerato degno di finire sui libri”, commenta in una nota il regista. “Una sorta di “Invelle”, un non luogo da cui la Storia con la maiuscola ha preso e preteso tutto quello che voleva e poteva. In cambio abbiamo avuto le storie con la minuscola, quelle che o le tramandi a voce oppure si perdono”.
Zelinda, Assunta, e Icaro altro non sono che l’essenza del tempo che scorre, che muta ma che si reincarna. Sono simbolo di continuità, tradizione e necessità di orazione. Rappresentano la gente che non ha nome, che non è citata o ricordata, ma che è vissuta e ha fatto parte della storia proprio come tutti.
Il film d’animazione è sostenuto da voci autorevoli del nostro cinema, voci impegnate e mai scontate, comunicative e assai coinvolgenti. A prestare la propria voce sono Ascanio Celestini, Mimmo Cuticchio (importante erede della tradizione dei cuntisti siciliani e dell’Opera dei Pupi), Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè, Toni Servillo e Filippo Timi.
Margherita Bordino
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