Cinema indipendente tra difficoltà e prospettive. A che punto siamo?
Un quinto del mercato cinematografico è dominato dalle produzioni indipendenti, ma in Italia lo scenario non è tra i più rosei. Un recente sondaggio svela la situazione
È un’analisi di Indy Film Library a rivelare che le produzioni esterne al sistema degli studios continuano a trovare un pubblico sempre più vasto: non a caso, i lungometraggi indipendenti rappresenterebbero ora più di un quinto del mercato. Secondo la stessa fonte inoltre, il botteghino indie avrebbe registrato un nuovo record durante lo scorso anno: dei 33,4 miliardi di dollari di incassi globali del 2023, il 21,7% – circa 7,3 miliardi di dollari – provengono da produzioni indipendenti di tutto il mondo. Per citare alcuni esempi: Insidious: The Red Door della Blumhouse avrebbe incassato 189 milioni di dollari, mentre Scream VI della Spyglass Media Group ben 168 milioni di dollari.
Cinema indipendente. Un sistema fuori dalle major
Durante le scorse settimane si è svolto in Italia, a Santarcangelo di Romagna, la settima edizione del Nòt Film Fest, festival internazionale del cinema indipendente che riunisce nel borgo romagnolo attori, registi e produttori di tutto il mondo tra incontri, talk e proiezioni. E sull’argomento sono i direttori artistici del festival, Alizé Latini e Giovanni Labadessa, a fornire un focus sull’attuale situazione in Italia: “la definizione classica di film indipendente è di un’opera filmica prodotta al di fuori del sistema delle major che per noi si traduce in un cinema libero che, staccato dalle logiche produttivo-distributive canoniche, si può permettere di osare e sperimentare molto di più”, spiega Latini in merito al concetto di cinema indipendente, mentre Labadessa aggiunge: “è tutto quel cinema che per condizione o per scelta sceglie una strada alternativa a quella tradizionale. Ma il cinema indipendente, proprio perché libero di dire quello che vuole, è molto vicino e attento al pubblico e per questo, potenzialmente, estremamente redditizio. Con l’indie si vincono gli Oscar”.
Cinema indipendente. Lo scenario italiano
In Italia, invece, sebbene gli incentivi siano maggiormente destinati ai film per i quali si attende il successo nelle sale, la situazione della categoria indie sembrerebbe stabile anche se piccoli cambiamenti potrebbero portare a grandi migliorie: “l’Italia ha avuto nella sua storia recente una sorprendente tradizione di cinema indipendente, si pensi a FANDANGO, LUCKY RED e INDIGO che sono stati fari di una new wave tutta italiana che ha lanciato la carriera di molti autori, registi e attori oggi amatissimi dal grande pubblico”, continua Labadessa. “Oggi lo scenario è molto diverso: la dipendenza dai fondi pubblici, la scarsità del pubblico in sala e la saturazione dei prodotti su piattaforme ha creato un contesto che ha visto il proliferare di produzioni e al tempo stesso una mancanza di originalità. Il grande paragone è ovviamente quello con gli Stati Uniti che per propria natura, non avendo accesso ad alcun tipo di fondo pubblico, dipende fortemente da investimenti privati e personali e quindi richiede ai produttori e agli autori la capacità di creare prodotti capaci di interagire con il mercato. Ma sono convinto che tutto parta dalle storie che raccontiamo e che il futuro sia nelle mani di chi crea più che nei disegni di legge. Serve curiosità da parte dei produttori”, conclude Labadessa, “volontà di prendersi dei rischi e capacità da parte degli autori di interagire con un mercato sempre più complesso e ricco di offerta”. Secondo Alizé Latini, “in questo momento le sale fanno fatica a programmare tutti i film che escono; per riempirle quindi credo che servirebbe una revisione a livello strutturale del sistema distributivo nella sua totalità. Questo ovviamente presuppone che ci sia continuo indipendente da proporre e che sia di qualità e competitivo su scala internazionale”.
Cinema indipendente. Un “collettivo” per promuovere i più giovani
Secondo i dati di un sondaggio recente degli Associati WGI e 100Autori, il 75% dei registi e sceneggiatori under 35 vive sotto la soglia di povertà di 15 mila euro lordi l’anno con la metà degli sceneggiatori che guadagna meno di 5 mila euro annui e la metà dei registi che non arriva a 7 mila euro annuali. Ed è per questo motivo che nasce Collettivo under 35 trasversale Associazione 100autori e Writers Guild Italia in collaborazione con Anac, per fare informazione e fronte comune ai cambiamenti in atto nel settore con l’intento di promuovere il cinema indipendente e dare valore al talento dei giovani professionisti.
Jader Liberatore
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