La musica, la vita e la libertà nella nuova commedia di Claude Lelouch presentata a Venezia
Si intitola “Finalement” il nuovo film firmato dal regista francese, presentato Fuori Concorso al Lido. Un inno alla “follia dei sentimenti” interpretato magistralmente dall'attore Kad Merad
“Se una persona non soffre c’è qualcosa di sospetto”. Risuonano le parole del regista Claude Lelouch, ancor più del suo film, Finalement, presentato Fuori Concorso all’81esima Mostra del Cinema di Venezia, che affronta attraverso la struttura del road movie, la crisi di un uomo di mezza età, colpito da un’incipiente demenza del lobo frontale. Altrimenti detta: la Follia dei Sentimenti.
Il film “Finalement” di Claude Lelouch a Venezia
Accade così che un avvocato di successo, oppresso dalla routine, decida improvvisamente di abbandonare il lavoro, la famiglia e gli amici, per intraprendere un cammino. Non solo perché si muove a piedi nel suo vagare senza meta, ma anche perché è proprio attraverso un movimento lento che ha l’opportunità di concentrarsi su incontri disparati e straordinari. Naturalmente mentendo come ogni viaggiatore (su questo argomento si faccia riferimento a La mente del Viaggiatore di Eric J. Leed) che, abbandonati i riferimenti conosciuti e tutte le relazioni che danno corpo e forma all’identità, fa esperienza della libertà e della moltiplicazione come un attore.
Il viaggio e la fuga nel film di Claude Lelouch
Interpretando personaggi reali o di fantasia, uomini che ha difeso (dal prete scomunicato al regista di film porno) o solo frutto dell’immaginazione, Lino – interpretato dall’attore Kad Merad –, deve perdersi. Non tanto per ritrovarsi ma per sentire scorrere l’avventura nelle sue vene, spesso confusa con la vita, che invero è molto di più. È anche quella noia, quel sentimento di costrizione, quel non riconoscersi allo specchio che tanto ci prova, determinando il desiderio della fuga. Eppure lo sappiamo, o forse lo sa solo chi ne ha fatto esperienza a lungo: non si può vivere solo di incontri di passaggio. La frustrazione è comunque dietro l’angolo. Ma Lelouch è a suo modo un romantico e non ci racconta questo, che oggi sarebbe stato assai più interessate. Bensì si abbandona all’assurdo della commedia, anche a una certa malinconia crepuscolare, per fare i conti prima delle fine. Suggerendoci che tutto sommato non deve importarci dell’oblio, quando dalla nostra abbiamo i ricordi, le memorie, le follie che la vita stessa ci ha regalato. Posizione condivisibile, meravigliosa fantasticheria della mente piena di speranza, ma che lascia alquanto con l’amaro in bocca.
La musica protagonista nel film “Finalement” di Claude Lelouch
Come del resto la visione romantica che nel film passa della musica, di amore ritrovato, in aperto contrasto col potere sovversivo e per nulla pacificatore di quest’arte. Perché la musica può e deve ferire, con e senza parole, traghettandoci verso lidi sconosciuti e luoghi che ci fanno paura. Sicuramente più di così, di questo bilancio accorato di un grande cineasta di ottantasette anni, che risulta indigesto a chi ha ancora molto da scoprire.
Carlotta Petracci
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