Monsters. La serie TV che sta creando più di una discussione
Ryan Murphy firma un altro successo seriale, ancora una volta legato al crime, al lato più oscuro dell’animo umano. La vicenda da cui è tratta Monsters riguarda uno dei casi di omicidio che ha maggiormente scosso la California: dopo 35 anni il clamore è ancora lì
True crime: passione o ossessione? Di certo le piattaforme o la tv sanno bene (di meno la sala cinematografica) che un prodotto di questo genere ha il successo garantito, una sorta di calamita, di magnete per milioni e milioni di spettatori in tutto il mondo. Ed ecco che in questi giorni l’attenzione è stata catturata da Monsters. La storia di Lyle ed Erik Menéndez, la nuova serie creata da Ryan Murphy con protagonisti Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch affiancati da Javier Bardem, Chloë Sevigny, Nathan Lane e Ari Graynor.
La serie tv Monsters. Di cosa tratta
Beverly Hills. È una sera qualunque del 1989. In una bella e grande villa, marito e moglie sono in salotto appisolati davanti alla tv, quando i figli rientrano a casa all’improvviso e li uccidono a fucilate. È così che ha inizio uno dei processi e casi di omicidio più discussi ed eclatanti che ha scosso lo stato della California, e non solo. I due fratelli in questione sono poi stati condannati all’ergastolo, dopo un lungo processo, nel 1996. Ma chi sono Lyle ed Erik Menéndez? Perché hanno ucciso i loro genitori? Qual è il reale movente? Il loro gesto riguarda un atto di follia, il bisogno spasmodico di avere soldi, o la conseguenza di un’infanzia difficile tra anni di abusi sessuali e violenze psicologiche? Perché è questo che Lyle ed Erik Menéndez continuano a raccontare. Questa vicenda, questo crimine è di per sé inquietante, e la serie, per la sua costruzione narrativa, per la messa in scena, per l’interpretazione così intensa, lo è altrettanto.
Monsters. Un true crime fatto ad opera d’arte e per questo fastidioso
Monsters è un true crime morboso, incestuoso, fatto ad opera d’arte e per questo estremamente viscido e fastidioso. La sceneggiatura si sofferma molto sulla ricostruzione della vita quotidiana dei due fratelli, sul mostrare la loro versione e quella delle persone accanto a loro. Da un lato c’è il ripercorrere il trauma doloroso dello stupro subito dai fratelli, secondo la loro ammissione, e dall’altro prevale il desiderio di sentirsi potenti, di esporsi e di mettersi in bella mostra davanti le telecamere. Monsters. La storia di Lyle ed Erik Menéndez è un vortice di cose che hanno a che fare con il quotidiano, con la vita privata che si svolge tra le mura di casa, con i segreti, quelli più orrendi, che si possono celare o trasformare. Tutto questo fa sì che, pur trattandosi di una storia vera, lo spettatore si senta messo all’angolo, disarmato e scomodo.
Monsters. Quali sono i punti di riflessione della serie?
La verità qual è? Lyle ed Erik Menéndez hanno mentito? Chi sono i veri mostri di questa storia? Non è semplice dirlo, né tanto meno la serie ha le pretese di dimostrarlo. Lo stesso Murphy ai microfoni di E! News ha dichiarato: “mostriamo molte, molte, molte prospettive. Questo è ciò che fa lo show in ogni episodio. Viene presentata una nuova teoria basata su persone che sono state coinvolte o che hanno trattato il caso. Alcune delle controversie sembrano riguardare, ad esempio, l’idea che i fratelli avessero una relazione incestuosa. Ci sono persone che dicono che non è mai successo, altre che dicono che è successo”. E ha poi sottolineato: “sappiamo come è finita. Sappiamo che due persone sono state brutalmente uccise. Il nostro obiettivo era presentare tutti i fatti e farvi riflettere su due cose: decidere chi è innocente, chi è colpevole, e chi è il vero mostro, e aprire una conversazione su qualcosa di cui non si parla mai nella nostra cultura, ovvero l’abuso sessuale maschile, che trattiamo con responsabilità”.
Chi è Ryan Murphy, il regista di Monsters
Regista, sceneggiatore e produttore americano, Ryan Murphy ha iniziato la sua carriera nell’industria cinematografica come giornalista. Erano i tempi d’oro della settima arte, dell’intrattenimento popolare, e veniva inviato di continuo da Los Angeles a New York e viceversa. Nel tempo ha impostato il suo percorso lavorativo in modo diverso e con diverse intuizioni, circondandosi delle giuste persone tra cui l’amica, attrice e produttrice Sarah Paulson. Oggi Ryan Murphy – come Shonda Rhimes – è tra le persone più influenti di Hollywood e a lui si devono grandi progetti legati alla serialità, tutti o la maggior parte, con al centro drammi, ferite, omicidi e casi, risolti o irrisolti. Murphy è un po’ il padre dell’inquietudine, del nero, del male. A lui si devono le saghe di American Horror Story e American Crime Story ma anche Rached e Feud, ora appunto Monsters, che altro non è che il secondo capitolo dell’antologia true crime iniziata con la storia del serial killer Jeffrey Dahmer.
Margherita Bordino
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